Dave Hach – Commento al Vangelo del 21 Febbraio 2021

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ยซSe dici basta, sei perduto. Guarda sempre avanti, cammina sempre, avanza sempre. Non restare allo stesso posto, non retrocedere, non sbagliare strada. รˆ meglio uno zoppo che va per il cammino che colui che corre fuori dal camminoยป. (Sant’Agostino, Sermo 169, 15 [PL 38, 926])

Dopo lโ€™episodio del Battesimo in cui Gesรน ricevette lo Spirito Santo e udii la voce del Padre – ยซTu sei il Figlio mio predilettoยป – ci saremmo potuti aspettare, subito dopo, l’inizio dei Suoi insegnamenti. Gesรน, invece, decise di cominciare nella maniera piรน degna e giusta, e in particolare volle insegnarci come si cominciano le #CoseDiDio: nel raccoglimento e nella preghiera, consapevoli che tutta la nostra vita รจ una #CosaDiDio.

Per capire pienamente queste parole, bisogna ricordare il momento della crocefissione, quando Gesรน, sulla Croce, disse: ยซTutto รจ compiutoยป; poi spirรฒ. E noi sappiamo che il termine compiuto non significa finito, bensรฌ completato. Ora, durante la Sua vita, Gesรน tornรฒ sempre all’idea di fondo: compiere il disegno del Padre.
Vi รจ anche un altro elemento di grandissimo rilievo: ยซTutto รจ compiutoยป.
Ma che cosa?

Gesรน comincia insegnando, ma il progetto che ha nel cuore รจ ben piรน grande, come ben sappiamo. Ecco, allora, la lezione di oggi: il modo in cui Gesรน comincia questa immensa missione per la redenzione di tutta l’umanitร , mostrando al Padre come sceglierร  nella sua vita, libero di fronte a tutte le possibilitร . Lo fa in maniera molto umana; e sia benedetto per questo, perchรฉ รจ cosรฌ che ci coinvolge, cominciando la Sua missione di salvarci facendoci vedere come Lui sceglierร .

รˆ importantissima questa lezione perchรฉ riguarda il senso della vita di noi tutti: scegliere, decidere per una realtร , per una via piuttosto che per un’altra, usare il supremo dono di essere liberi.

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Ogni giorno, certamente, noi ricominciamo a usare il dono della libertร . Ma, se riflettessimo bene, ci renderemmo conto che l’inizio della nostra giornata non รจ sempre l’offerta al Padre di scegliere prima di tutto quello che a Lui piace; come era invece quella di Gesรน.
Noi infatti entriamo in una giornata, che continua quella di ieri e va poi verso quella di domani, presi da piccole scelte che spesso non corrispondono ad una scelta autentica. Ciascuno di noi istintivamente comincia la giornata teso a optare, se appena รจ possibile, certamente, per ciรฒ che รจ gradevole, non per ciรฒ che รจ sgradevole. E non รจ un peccato, ma semplicemente un atteggiamento umano, e affinchรฉ non capiti piรน, scartiamo d’istinto ciรฒ che ci puรฒ dar pena o fastidio: la prima scelta รจ quella tra il gradevole e lo sgradevole, tra il facile e il difficile. L’altra รจ poi quella – forse oggi dominante – tra ciรฒ che รจ vantaggioso e ciรฒ che รจ svantaggioso, tra il guadagno e la perdita.
Si tratta sicuramente di scelte utili e anche necessarie per la vita quotidiana, ma sono piccole e contingenti, rischiano di essere le uniche, e in fondo dominano ed esauriscono le nostre preoccupazioni. E cosรฌ si puรฒ ricordare anche la sotterranea, assidua scelta tra ciรฒ che รจ utile e ciรฒ che รจ nocivo alla nostra salute.

Ora, voltiamo pagina e guardiamo a quello spazio, evocato dal Vangelo di oggi, che รจ il deserto, che per la Bibbia e per le persone d’Oriente piรน che uno spazio topografico รจ una realtร  viva, una situazione dell’esistenza, una sorta di kairรณs. Sappiamo, anche, che il deserto รจ il luogo del pericolo e della tentazione, dove emerge il vuoto interiore, il senso di ribellione e di disimpegno, la paura del credere, l’egoismo nel donarsi, il desiderio di godimento immediato, il rifiuto della legge divina. E, quindi, il luogo simbolico del peccato e dell’infedeltร .
In realtร , possiamo attribuire al deserto un altro volto, come ci racconta lโ€™evangelista Marco.

Il deserto รจ il simbolo trasparente delle relazioni tra il Signore e il Suo popolo, il quale decide di uscire dal deserto urbano della distrazione, dell’egoismo, dell’ottusitร  spirituale, della tentazione, per poi entrare nel deserto della quaresima, della contemplazione, dell’amore, della vera libertร .

La semplicitร  di vita, l’essenzialitร , il digiuno del deserto quaresimale di Gesรน e del cristiano acquistano, allora, un senso e una concretezza particolari, al fine di ritrovare lโ€™agognata armonia con sorella Terra; di ritrovare lโ€™autenticitร  del dialogo e dell’alleanza; di ritrovare lโ€™auspicabile rispetto per la creazione; di ritrovare la capacitร  di dar inizio ad una crescita equilibrata delle nostre relazioni con il creato. Solo cosรฌ, potremo, un giorno, alzare lo sguardo per scorgere l’arcobaleno segno di salvezza, perchรฉ ha i colori dell’intelligenza, della sapienza, della volontร , della moralitร , della scienza, della gratuitร , del sacrificio, della fede di cui lโ€™umanitร  รจ capace.

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