COME UN LACCIO O COME UN LIBERATORE?
Perchรฉ si celebra lโAvvento? Perchรฉ in questo speciale tempo liturgico ci ricordiamo, come credenti, che attendiamo fiduciosamente e operosamente la vita senza fine che ha giร fatto irruzione nella storia. ร una vita nuova, non come quella che dobbiamo lasciare con lโarrivo della morte, anche se questโultima ne รจ come il contenitore.
Con lโincarnazione del Figlio di Dio il nostro destino รจ cambiato. Mentre camminiamo sulla terra nel tempo che ci รจ concesso, lโeterno che รจ in noi, se glielo permettiamo, si fa largo e ci fa vedere il Figlio dellโuomo venire su una nube con grande potenza e gloria (Lc 21,27). Infatti, cโรจ chi, allโincalzare degli sconvolgimenti umani, naturali e cosmici, soccombe per la paura di quanto accade. La sua attesa allora si manifesta come ansiosa angoscia di vivere (Lc 21,25-26). Coloro che invece vivono con il capo alzato, cioรจ con la testa sulle spalle e gli occhi puntati a scrutare i segni dei tempi (con lโaiuto dello Spirito), vedranno Dio venire in ogni fatto della propria e della altrui storia. Dove alcuni vedono solo giungere la fine del mondo, altri vedono arrivare la pienezza di un nuovo mondo che stanno giร gustando.
Tra questi due gruppi umani non cโรจ alcuna differenza, tranne che in un atteggiamento. Perchรฉ anche i credenti hanno le loro paure, anchโessi vivono le loro angosce, cadono come tutti e devono rialzarsi come tutti in quanto peccatori. ร quellโapertura al dono della fede in Cristo che li fa sentire bisognosi di salvezza, cioรจ di una liberazione da tutto quanto si oppone alla crescita della vita nuova ricevuta in germe.
Dunque i credenti non si chiudono davanti a tutto ciรฒ che fa saltare in aria gli equilibri generali della vita su questa terra, tutti i suoi punti di riferimento rappresentati da sole, luna, stelle, terra e mare. I credenti vivono ogni crollo di ciรฒ che rendeva (apparentemente) sicura la vita come lโapprossimarsi della liberazione che sperano. Infatti per essi, lโunica realtร che rende sicura la propria vita รจ lโamore di Dio. Solo chi sta appoggiando la propria vita sulla roccia della sua parola, vede venire il Signore dentro gli eventi anche dolorosi e non rimane nel laccio della paura (Lc 21,28).
Dunque Gesรน invita a vivere di fede e a non seguire la paura. Affinchรฉ questo โmodus vivendiโ si rafforzi e diventi stabile, lascia un paio di raccomandazioni.
1) State attenti a voi stessi: cioรจ la salvezza si gioca nel badare a quanto accade nel proprio cuore, non a quanto accade negli altri. Devo badare al male che รจ in me: questo รจ il primo step per poter aiutare gli altri ad affrontare il loro male. Ciascuno รจ responsabile di sรฉ stesso, con Dio non funziona il meccanismo del capro espiatorio. E poi badare a quanto il mondo offre, perchรฉ non appesantisca il cuore. Altrimenti si vede arrivare il Signore non per quello che รจ (uno che mi libera), ma come uno che viene a portare un laccio che impiglia la vita nella paura e nella sfiducia. In realtร , quel giorno puรฒ giungere cosรฌ perchรฉ รจ il discepolo che si fa impigliare da dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita (Lc 21,34-35).
2) Vegliate in ogni momento pregando: cโรจ un legame profondo tra veglia, tempo e preghiera. Si veglia pregando e si prega vegliando, cioรจ dedicando tempo a Dio. E in questo modo, nel tempo, puรฒ crescere quellโattenzione a noi stessi richiesta. Nel tempo, lo Spirito puรฒ comunicarci la forza che libera dai lacci di questo mondo e fa superare la paura che gli incombenti e drammatici eventi generano. LโAvvento รจ il tempo prezioso per chiedere a Dio la grazia di ricollocare la preghiera a fondamento della propria vita. La preghiera coltivata con perseveranza รจ il segreto del discepolo che si conforma al suo Maestro; il segreto che lo fa stare in piedi davanti ad ogni sconvolgimento della storia, perchรฉ รจ Gesรน stesso che lo fa stare in piedi. Chi si affida al Signore scompare solo per poco agli occhi di tutti: quando giunge la sua morte. In realtร compare a Dio, dove si vive per sempre (Lc 21,36).
AUTORE: d. Giacomo Falco Brini
FONTE: PREDICATELO SUI TETTI



