Cronisti dell’invisibile. Informazione religiosa, 15 professionisti si raccontano

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Cronisti dell'invisibileL’informazione religiosa nelle interviste a 15 protagonisti, impegnati in redazioni di giornali, televisioni e radio del mondo digitale. Della professione emergono, insieme alle criticità, gli elementi di forza con cui affrontare questa nuova stagione. Ne è emblema la scrittura imposta dalla rivoluzione di Papa Francesco: senza troppe mediazioni – ma anche senza semplificazioni – per raccontare un profeta obbediente alle prese con una riforma decisiva, un uomo di frontiera che ridisegna il rapporto tra centro e periferia, un pastore sulla strada delle 99 pecore smarrite con la sapienza del Vangelo e dell’esperienza cristiana.

A colloquio con: Lucio Brunelli, Marina Corradi, Domenico Delle Foglie, Massimo Franco, Franca Giansoldati, Ferdinando Giugliano, Irene Hernandez Velasco, Federico Lombardi, Raffaele Luise, Stefano Maria Paci, Paolo Rodari, Andrea Tornielli, Aldo Maria Valli, Giovanni Maria Vian, Dario Edoardo Viganò.

L’autore

Don Ivan Maffeis è il Vice Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali. Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, è docente del corso “L’ufficio comunicazioni sociali in una diocesi” presso la Pontificia Università Lateranense e di “Etica e deontologia dei media” e “Gestione dei media” presso la Pontificia Università Salesiana

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Con “il suo linguaggio, la forza dei gesti, la sobrietà e le parole precise e compiute”, Papa Francesco “ha cambiato completamente le regole e il linguaggio della comunicazione”. Lo ha detto questa sera a Roma don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei e autore del volume “Cronisti dell’invisibile. Informazione religiosa, 15 protagonisti si raccontano”, presentato all’Oratorio dell’Arciconfraternita dei Ss. Ambrogio e Carlo, dal quale, ha osservato, emergono “la profondità, la passione e il rigore” dei 15 giornalisti intervistati. “Il lavoro giornalistico è oggi più veloce, immediato, dialogante”, ha osservato Maffeis, e sono necessarie “profondità e spiritualità coltivate”. “L’intervista – ha spiegato – è diventata un raccontare. La persone che per una volta stavano dall’altra parte hanno condiviso quello che vivono, quello che soffrono, uno spessore di umanità che rimanda a uno sguardo preciso sulla realtà”. All’interno di questo contesto, in questa “professione carica di responsabilità” sono più che mai indispensabili “sensibilità, studio, esperienza, le tre consegne affidate dal Papa ai giornalisti tre giorni dopo la sua elezione”.