Contemplare il Vangelo di oggi 9 Maggio 2020

Vangelo di oggi

Sabato IV di Pasqua

«Io sono nel Padre e il Padre è in me»

P. Jacques PHILIPPE
(Cordes sur Ciel, Francia)

Oggi, siamo invitati a scoprire in Gesù il Padre che ci viene svelato. Filippo esprime una intuizione molto giusta: «Mostraci il Padre e ci basta» (Gv 14,8). Vedere il Padre è scoprire Dio, come origine, come vita che s’innalza, come generosità, come dono che costantemente rinnova ogni cosa. Di cos’altro abbiamo bisogno? Procediamo da Dio e ogni uomo, sebbene incoscientemente, porta con sé il profondo desiderio di tornare a Dio, di riincontrare la casa paterna e restare lì per sempre. Lì si trovano tutti i beni che possiamo desiderare: la vita, la luce, l’amore, la pace… Sant’Ignazio d’Antiochia, che fu martire all’inizio del secondo secolo, diceva: «C’è in me un’acqua viva che sussurra e dice dentro di me; «Vieni dal Padre!».

Gesù ci fa intravedere la profonda intimità reciproca che esiste tra Lui e il Padre: «Io sono nel Padre e il Padre è in me» (Gv 14,11). Quello che Gesù dice e fa trova la sua origine nel Padre, e il Padre si manifesta pienamente in Gesù. Tutto quello che il Padre desidera dirci lo si trova nelle parole e negli atti del Figlio. Tutto ciò che Lui desidera adempiere in beneficio nostro, lo compie per suo Figlio. Credere nel Figlio ci permette di «presentarci… al Padre» (Ef 2,18).

La fede umile e fedele in Gesù, la scelta di seguirLo ed ubbidirlo giorno dopo giorno ci mette in contatto misterioso ma reale con lo stesso mistero di Dio, e ci fa beneficiari di tutte le ricchezze della Sua benevolenza e misericordia. Questa fede permette al Padre portare avanti, attraverso noi, l’azione della grazia che cominciò con Suo Figlio; «Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio» (Gv 14,12).

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«Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò»

Rev. D. Iñaki BALLBÉ i Turu
(Terrassa, Barcelona, Spagna)

Oggi, quarto Sabato di Pasqua, la Chiesa ci invita a considerare l’importanza che ha, per un cristiano, conoscere sempre di più a Cristo. ¿quali strumenti abbiamo per farlo? Diversi e, tutti, fondamentali: la lettura attenta e meditata del Vangelo; la nostra risposta personale nella preghiera, sforzandoci affinché sia un vero dialogo d’amore, non solo un monologo di introspezione, e l’ansia rinnovata giornalmente di scoprire Cristo nel nostro prossimo più immediato: un parente, un’amico, un vicino che chissà ha bisogno della nostra attenzione, del nostro consiglio, della nostra amicizia.

«Signore, mostraci il Padre», chiede Filippo (Gv 14,8). Una buona richiesta per ripeterla a noi stessi durante tutto questo sabato. —Signore, mostrami il tuo volto. E possiamo chiederci: ¿com’è il mio comportamento? Gli altri, ¿possono vedere in me il riflesso di Cristo? ¿in che piccola cosa posso lottare oggi? A noi cristiani ci è necessario scoprire che cosa c’è di divino nel nostro lavoro giornaliero, l’impronta di Dio in ciò che ci circonda. Nel lavoro, nella nostra vita di relazione con gli altri. E anche se siamo ammalati: la mancanza di salute è un buon momento per identificarci con Cristo che soffre. Come ha detto santa Teresa di Gesù, «se non ci determiniamo a inghiottire finalmente la morte e la mancanza di salute, non faremo mai nulla».

Il Signore nel Vangelo ci assicura: «Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò» (Gv 14,13). —Dio è mio Padre, che veglia per me come un Padre amorevole: non vuole per me nulla di maligno. Tutto quello che succede —tutto quello che mi succede— è in beneficio della mia santificazione. Anche, se con gli occhi umani, non riusciamo a capirlo. Anche se non lo capiremo mai. Quello —qualsiasi cosa sia— Dio lo permette. Fidiamoci di Lui così come si fidò Maria.


AUTORE: Autori Vari
FONTE: Evangeli.net
SITO WEB: http://evangeli.net

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