Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
IL VALORE AUTENTICO
[ads2]
Scopo fondamentale della vita è la soddisfazione dei nostri bisogni. Al primo posto c’è la necessità di mantenerci vivi, per cui dobbiamo avere aria, acqua, che per fortuna non mancano, almeno per adesso, e cibo. La natura ci ha dato anche un forte istinto alla conservazione della specie che spinge a mettere su famiglia. Di per sé i bisogni fondamentali sono questi. Rispetto agli animali noi abbiamo la possibilità di gestire le nostre urgenze e questo significa che possiamo limitarci, ma anche esagerare. L’uomo modifica il suo ambiente, cerca di renderlo più adatto a sé e per questo vive in ogni parte del mondo, anche nelle regioni più inospitali. Una volta che la sopravvivenza è garantita cerca qualcosa di più. La cultura, l’arte e soprattutto la religione, o in termini più laici, la filosofia, mostrano la curiosità dell’uomo e il suo desiderio di capire il posto che occupa nel mondo. Star bene è trovare un giusto equilibrio. Quando si ha troppo poco è evidente che le cose non vanno. È più difficile capire quando si ha troppo. Accumulare spinge all’egoismo, genera preoccupazioni, rende avari, cioè chiusi su se stessi e poco attenti alle necessità altrui. La commedia popolare rappresenta il ricco come un vecchio diffidente, curvo, avido e pauroso, mentre Arlecchino è gioviale, scanzonato e giovane. Vivere bene è un’arte. Il Maestro cerca di insegnarcelo indicandoci qual è la cosa più importante in modo che noi possiamo indirizzare i nostri sforzi verso qualcosa di veramente prezioso. La perla e il tesoro nascosto, che rappresentano il Regno, sono l’obiettivo da raggiungere. Quando un uomo capisce che da morto non potrà godere della villa e della barca, dei milioni e delle belle macchine, allora cerca qualcosa che davvero vale e dura. Tutto il resto diventa superfluo e si può sacrificare, cioè vendere, per acquistare il vero bene. Non è questo però il centro dell’insegnamento. La chiave sta nella frase che descrive il contadino che, avuto il campo, è pieno di gioia. Guadagnare il Regno è realizzare la vita presente e quella futura. Questo è il punto. Gesù ci invita a lavorare per conquistare la felicità , che non sta nell’avere, ma nell’essere. Meglio essere pesciolini buoni, piuttosto che squali immangiabili. Chi ha capito ha un tesoro antico e nuovo. Antico perché attinge alla sapienza di tutta l’umanità che ci ha preceduto, nuovo perché aiuta a capire il presente e ci orienta al futuro. Il Vangelo ha duemila anni, ma nutre noi contemporanei come fosse stato scritto ieri. Ecco il vero valore!
Mt 13, 44-52
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.