VI DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA
Ascoltiamo oggi il Vangelo della concretezza, quello che ci ricorda che lโamore โabitaโ nelle azioni, nei comportamenti concreti e che, soprattutto, i comandamenti non sono vincoli o pesi da portare ma segni e strumenti di questo amore.
ยซChi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi รจ colui che mi amaยป, dice il Signore, indicando la via per la quale la fede e lโamore penetrano nella nostra vita. Cโรจ prima un ascolto, una conoscenza, quella che avviene quando qualcuno, con la parola o con lโesempio, ci annuncia il Regno di Dio ed un modo di vivere, di stare al mondo, ad esso confacente. I comandamenti sono il modo con cui diamo forma concreta, in piccole concrete cose quotidiane, allโimmenso amore che Dio ci dona. Essi ci vengono incontro, non come regole, ma come proposta di vita e richiedono di essere da noi accolti; questa รจ la grandezza di un Dio che non vuole servi, intorno a Sรฉ, ma figli, che liberamente amano.
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Lโaccoglienza, perรฒ, puรฒ limitarsi allโentusiasmo o alla lode di qualche esempio edificante, col serio rischio di vanificare il dono che Dio ci ha fatto. Osservare i comandamenti, prima ancora che obbedienza ad una legge, รจ il modo per vivere cristianamente, per dare forma concreta al Vangelo con la nostra vita. La vita cristiana infatti non รจ qualcosa di astratto ed impalpabile, non รจ fumosa e relegata nel campo dellโastrazione; รจ vita da vivere, da provare. ร il modo con cui tutti โ secondo il ripetuto invito di Papa Francesco โ in virtรน del battesimo ricevuto, partecipiamo alla missione evangelizzatrice, affidata da Cristo ai suoi discepoli. Non occorre saper fare grandi discorsi o possedere doti particolari, per essere annunciatori del Vangelo รจ sufficiente vivere da cristiani, mostrando che la vita cristiana, secondo i comandamenti, non solo รจ possibile, ma รจ anche piรน felice e piรน umana.
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ร sempre un buon esame di coscienza quello che si puรฒ fare sui comandamenti; รจ il modo con cui mettiamo di fronte a Dio la nostra vita intera e, soprattutto, รจ il modo in cui ci rendiamo conto di quali siano le โleggiโ che governano la nostra giornata, che ispirano il nostro agire. In questo senso, i comandamenti sono come โspecchiโ, che ci restituiscono la reale immagine della nostra vita, a confronto con la vita offertaci da Gesรน, per essere rincuorati nel bene che giร facciamo e sentirci incitati a progredire dove siamo piรน deboli.
Questo รจ anche il modo di ยซrendere ragione della speranzaยป che รจ in noi, fine che raggiungiamo con una piena testimonianza di vita. Certo, tale resa di ragione ha una componente โdottrinaleโ, perchรฉ รจ necessario conoscere gli elementi fondamentali della fede, i pilastri sui quali poggia la nostra fede, la cosiddetta โfides quaeโ, cioรจ il contenuto della fede โ il Catechismo ed il successivo Compendio ne presentano unโesposizione molto chiara ed accessibile a tutti!
Ma rendere ragione della fede non รจ solo un atto intellettuale, come un dibattito accademico, quanto piuttosto mostrare con la vita, con la serenitร , con il coraggio, con la caritร , la nostra fede. Possiamo pensare qui a quel bellissimo passaggio della Lettera di Giacomo, ยซmostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerรฒ la mia fedeยป (2, 18), che si puรฒ considerare un eccellente โmottoโ e un invito per ogni cristiano.
Rivolgiamo il pensiero conclusivo a Maria, chiedendo per sua intercessione di saper accogliere le chiamate che Dio continuamente ci rivolge, disposti a comprenderle sempre meglio, alla luce della Sua Parola โ e qui viene a proposito un altro tema caro a Papa Francesco, la lettura quotidiana di una pagina di Vangelo โ perchรฉ la nostra vita sia in tutto unita a quella di quel Cristo, di cui, come battezzati, portiamo il nome.
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