Commento al Vangelo del 13 luglio 2014 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

IL SEMINATORE

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Gesù introduce un modo nuovo di utilizzare le parabole. In generale erano uno strumento di cui i maestri si servivano per spiegare meglio i loro insegnamenti, mentre il racconto del seminatore è piuttosto oscuro, tanto che i discepoli stessi fanno fatica a comprendere. Il motivo di questa scelta è duplice. Gesù si trova in Galilea a parlare del Regno di Dio, da una parte non vuole essere frainteso e fomentare lo spirito rivoluzionario dei galilei, dall’altra i Farisei sono sempre pronti a contestarlo e comprometterlo. Sceglie allora questo linguaggio molto simbolico che è accessibile solo a chi ha l’umiltà di chiedere spiegazioni, mentre per gli altezzosi Farisei rimane assolutamente impenetrabile. La citazione di Isaia dice proprio questo. Gesù potrebbe fare molto per i suoi conterranei, ma è impedito dalla loro stessa ostinazione. Chi invece sa ascoltare e vedere è beato. Il Maestro lo dice ai discepoli, ma anche a noi. Ascoltare la Parola del Signore richiede umiltà e silenzio. Come dicevamo domenica scorsa, anche oggi molti preferiscono fidarsi di se stessi e rifiutano di vedere e sentire. Gesù rispetta la nostra libertà, ci mette sulla strada per comprendere il mistero, ma la scelta di percorrere quella via è lasciata a noi. Il seme che il Maestro getta è lo stesso, ma il frutto che darà dipende dal terreno che lo accoglie. Sulla strada non germoglia neppure, è subito calpestato o mangiato dagli uccelli. È il caso dei Farisei di allora e degli scettici di oggi, gente che non fa il minimo sforzo per accogliere l’insegnamento. Il terreno sassoso non impedisce al seme di germinare, ma non sa ricevere le radici e dunque condanna la pianta a morire. Gesù è molto affascinante, non solo per i credenti o i cristiani, ma è anche esigente. Seguirlo vuol dire scegliere il Regno e rifiutare il mondo. Non tutti sono disposti a questa rinuncia. I sassi sono le tante voci che annullano il silenzio e dunque la capacità di ascoltare. Le spine sono le preoccupazioni e l’inganno delle ricchezze. Si tratta di un tipo di distrazione più superficiale, ma non meno deleteria, qualcosa che sposta l’attenzione da ciò che vale a ciò che appare. È il modo con cui il male si spaccia per bene. Nessun pesce abboccherebbe all’amo se il pescatore non lo nascondesse con l’esca. Da fuori sembra un bel bocconcino, ma dentro c’è la morte. Solo il terreno fertile permette alla pianta di portare frutto. Cento, sessanta e trenta per uno sono delle rese assolutamente enormi, ma la storia ci ha mostrato che con dodici pescatori Gesù ha conquistato il mondo. Accogliamo dunque il seme senza paura, come ha fatto Maria, che è il modello di tutti i credenti.

Mt 13, 1-23
Dal Vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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