Commento al Vangelo del 13 aprile 2014 – don Piero Rattin

Miti e perdenti. Quindi: vincitori.
Qual è il messaggio racchiuso nel ramoscello d’ulivo che la Domenica delle Palme rechiamo tra le mani e portiamo nelle nostre case?
È opinione comune che con i rami d’ulivo si dà inizio alla celebrazione della Pasqua. Molti potrebbero essere i messaggi che la Liturgia di questa Domenica delle Palme offre alla nostra considerazione; la stessa lunga lettura del Vangelo della Passione e morte di Gesù, se la si ascolta con fede e con amore, vale più di tutti i commenti e le omelie che si potrebbero fare.
Forse quel ramo d’ulivo è l’immagine eloquente che riassume un po’ tutto. Lo si reca in mano con venerazione e, tornati a casa, non lo si getta nel cassonetto della spazzatura, ma in un posto ben visibile (magari accanto a un’immagine del Crocifisso). Un ramo d’ulivo non è una spada o, per dirla in termini più attuali, una pistola o un kalashnikov… Non è nemmeno una sferza o un bastone per colpire qualcuno… È invece simbolo di mitezza, di convergenza e convivenza armoniosa (è un caso che l’ulivo cresca in tutti i paesi attorno al Mediterraneo, nessuno escluso?). È il logo di chi non si stanca mai di cercare e promuovere la pace (tant’è vero che non perde la sua chioma d’inverno; anzi, secondo certuni è una pianta che non muore mai: forse non è vero, ma certo ha una durata capace di sfidare i secoli). Mitezza insomma, convivenza armoniosa. E pace.

Dal vangelo secondo Marco
Mc 11,1-10

Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito». Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?». Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. Essi condussero l’asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osana nel più alto dei cieli.
Parola del Signore 

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