Nella 25.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesรน racconta la parabola degli operai dellโultima ora. Questi sono pagati come i primi, che perciรฒ mormorano contro il padrone della vigna che a sua volta dice ad uno di essi:
โNon posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perchรฉ io sono buono?โ
Gesรน conclude:
โCosรฌ gli ultimi saranno primi e i primi, ultimiโ.
Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario โRedemptoris Materโ di Roma:
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La parabola di oggi, per quanto scomoda per noi spesso cosรฌ sensibili solo a una giustizia terra-terra, rivela la bontร del cuore di Dio. Un padrone esce al mattino in cerca di operai per la sua vigna e si accorda con loro per il giusto salario: un denaro.ย Lungo il giorno esce altre volte, sino ad unโora prima della conclusione del lavoro. Poi paga tutti, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Ad ognuno dร il salario di unโintera giornata di lavoro, provocando la mormorazione di quelli che hanno lavorato tutto il giorno. Il padrone risponde ad uno: โAmico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perchรฉ io sono buono?โ. Commenta un autore: โร lecito o no che Lui faccia โnel suoโ quanto vuole, la giustizia e insieme la larga caritร ? Certo, gli ultimi hanno lavorato di meno; ma sono piรน deboli, e hanno bisogno come i primi. I due criteri, la giustizia e la bontร , non solo non si escludono, ma alla fine sono il medesimo comportamentoโ. Certo, lโimmagine posta su questo denaro con cui viene pagato il salario, ha davvero poco a che fare con Cesare e con la sua giustizia terrena! Riflette piuttosto la Bontร divina. Dice che la vera ricompensa non รจ il salario, ma lโessere stati invitati a lavorare per il Signore, nella sua Vigna (cf T. Federici). Ecco perchรฉย โgli ultimi saranno primi e i primi, ultimiโ.
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Fonte: Radio Vaticana
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