Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo del 1 giugno 2014

Nella Solennità dell’Ascensione del Signore, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù risorto, prima di salire nella gloria dei cieli, dice ai discepoli:

 

«Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato».

Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:

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“L’Ascensione fa celebrare il Signore crocifisso e sepolto, risorto al terzo giorno, glorificato, esaltato alla destra del Padre dal quale è ‘assunto’ (ma anche ascende di sua divina potenza personale), al fine di esercitare il suo culto sacerdotale eterno di lode e di azione di grazie, ma anche di intercessione epicletica; questa, intesa ad ottenere lo Spirito Santo del Padre e suo per gli uomini redenti” (T. Federici). Il brano del Vangelo, la conclusione del Vangelo di Matteo, esalta cinque momenti che danno senso a tutta l’opera compiuta dal Signore. Innanzitutto, afferma che il Padre ha messo nelle sue mani la missione salvifica: “A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra”; e questa missione ora egli consegna ai suoi discepoli: “Andate”, si tratta di rompere ogni barriera culturale e religiosa; “Fate discepoli tutti i popoli”, si tratta di formare un “nuovo popolo di popoli”; “Battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”, gli apostoli portano con sé la rivelazione di questo nome divino di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo; “Insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato”, annunciano agli uomini tutta la rivelazione di Dio, che porta con sé anche la stessa rivelazione dell’uomo. Si può intuire ciò che l’uomo è per davvero solo alla luce questa rivelazione di Dio: solo nel mistero del Verbo incarnato, proclama la Gaudium et Spes (n. 22), si “illumina veramente” il mistero dell’uomo. E il Signore lascia ai suoi apostoli il sigillo divino della sua presenza accanto ad essi e in essi: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Fonte: Radio Vaticana

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