Commento alle letture di domenica 8 Settembre 2019 – Carlo Miglietta

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Il commento alle letture di domenica 8 settembre 2019 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ “Buona Bibbia a tutti“.

Da: C. MIGLIETTA, Lโ€™INGIUSTIZIA DI DIO e altre anomalie del suo Amoreโ€ฆ, Gribaudi, Milano, 2013

LASCIARE TUTTO

La totalitร  della rinuncia nella sequela รจ piรน volte sottolineata nei Vangeli. Simone e Andrea, โ€œlasciando (<<aphรฉntes>>) subito le loro reti, lo seguironoโ€ (Mc 1,18[1]); cosรฌ Giacomo e Giovanni โ€œlasciando il loro padre Zebedeo nella barca con gli aiutanti, andarono dietro a Gesรนโ€ (Mc 1,20[2]). Luca, parlando della chiamata dei primi quattro discepoli, chiarisce che il concetto si estende alla totalitร  dei beni: โ€œDopo aver riportato le loro barche a riva, lasciarono tutto e lo seguironoโ€ (Lc 5,11), cosรฌ come a proposito di Levi dice: โ€œAbbandonando (<<katalipรฒn>>) tutto lo seguรฌโ€ (Lc 5,28). In seguito, saranno i discepoli a dire a Gesรน: โ€œEcco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguitoโ€ (Mc 10,28). Gesรน, rispondendo, espliciterร  il โ€œtuttoโ€ come โ€œcasa o fratelli o sorelle e madre o padre o figli (ndr: e Lc 18,29 aggiunge: โ€œo moglieโ€) o campi a causa mia e a causa del Vangeloโ€ (Mc 10,28-30). Bisogna quindi lasciare i beni materiali e posporre anche le persone piรน care: โ€œSe uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli e le sorelle e perfino la propria vita…, non puรฒ essere mio discepoloโ€ (Lc 14,26); bisogna staccarsi persino dalla propria vita! Gesรน conclude: โ€œChi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non puรฒ essere mio discepoloโ€ (Lc 14,27)[3].

โ€œLโ€™ideale di Gesรน non รจ lโ€™essere umano equilibrato sotto ogni aspetto e preoccupato di salute e prestigio. Gesรน opta per coloro che corrono il rischio della parzialitร  e scommettono tutto su una sola carta. Ha simpatia per le persone che vivono come uno che sa di non avere piรน molto da vivere – e in qualche modo ci troviamo tutti in questa situazione – e che ogni giorno si concentra, consapevolmente e integralmente, sullโ€™essenzialeโ€ (K. Berger[4]). โ€œSi รจ veramente cristiani solo quando si comprende che il Regno dei cieli รจ <<tutto>> nella vita, indispensabile piรน del pane di ogni giorno […]. Occorre tentare tutte le vie (anche lโ€™astuzia), cercare tutti i mezzi (anche le operazioni rischiose) per impossessarsene […]. Porre sopra a <<tutto>> il Regno significa decidersi a sacrificare il restoโ€ (O. da Spinetoli[5]).

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Da: C. MIGLIETTA, CONDIVIDERE PER AMORE. La chiamata dei cristiani alla povertร , Gribaudi, Milano, 2003, con prefazione di Arturo Paoliย 

LASCIARE TUTTO PER SEGUIRE IL SIGNOREย ย ย ย ย 

Gesรน ci chiede quindi di stare dalla parte dei poveri, di essere per essi sacramento vivente della salvezza che egli ha portato. Ma per seguire il Signore, bisogna proprio essere poveri? La povertร  individuale ed ecclesiale รจ proprio indispensabile per essere suoi discepoli? E quale livello di povertร  รจ richiesto?

Lasciare ciรฒ che si possiede

C’รจ tutta una serie di testi evangelici che sono chiarissimi: la chiamata di Gesรน comporta il “lasciare ciรฒ che si possiede abbandonandolo”. Simone e Andrea, “lasciando (“aphรฉntes”) subito le loro reti, lo seguirono” (Mc 1,18; Mt 4,20); cosรฌ Giacomo e Giovanni “lasciando il loro padre Zebedeo nella barca con gli aiutanti, andarono dietro a Gesรน” (Mc 1,20; Mt 4,22). Luca, parlando della chiamata dei primi quattro discepoli, chiarisce che il concetto si estende alla totalitร  dei beni: “Dopo aver riportato le loro barche a riva, lasciarono tutto e lo seguirono” (Lc 5,11), cosรฌ come a proposito di Levi dice: “Abbandonando (“katalipรฒn”) tutto lo seguรฌ” (Lc 5,28). In seguito, saranno i discepoli a dire a Gesรน: “<<Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito>>. Gesรน, rispondendo, espliciterร  il “tutto” comeย  “casa o fratelli o sorelle e madre o padre o figli (ndr: e Lc 18,29 aggiunge: “o moglie”) o campi a causa mia e a causa del vangelo” (Mc 10,28-30). Bisogna quindi lasciare i beni materiali e posporre anche le persone piรน care: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli e le sorelle e perfino la propria vita…, non puรฒ essere mio discepolo” (Lc 14,26); bisogna staccarsi persino dalla propria vita! Gesรน conclude: “Chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non puรฒ essere mio discepolo” (Lc 14,27).

E’ un passo impegnativo, che va ben ponderato. Per questo Gesรน racconta la famosa parabola del tale che prima di costruire la torre deve fare bene i suoi calcoli, se non vuole essere deriso lasciando il lavoro a metร , e del re che prima di combattere una guerra deve ben vedere se ha le forze per vincerla: e, dopo questo pesante ammonimento, conclude: “Cosรฌ chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepolo” (Lc 14,28-33).

Abbandonare proprio tutto?ย ย ย ย ย ย ย ย ย 

Ma i primi discepoli rinunciavano davvero a tutto? L’esempio evangelico dell’unico convertito che si sa non aver abbandonato proprio “tutto” รจ Zaccheo, “capo dei pubblicani e ricco” (Lc 19,2). Egli infatti decide, davanti al Signore: “Ecco, Signore, io dรฒ la metร  dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto” (Lc 19,8). Ci siamo sempre rifugiati in questo episodio per dire che ci sono vari livelli di chiamata alla povertร , e per accontentarci della situazione in cui siamo. In realtร  la rinuncia di Zaccheo, uomo ricco, รจ molto forte. Egli dร  ai poveri metร  dei suoi beni; ma la sua ricchezza derivava probabilmente tutta, come pubblicano, dal “pizzo” che egli imponeva sulle tasse da versare ai Romani: restituire il quadruplo significava dare quindi… quasi tutto, se non tutto!

Si noti come la sua affermazione, piรน che sembrare una limitazione della donazione ai poveri, รจ invece chiara attestazione del primato della giustizia sulla beneficenza. Egli potrร  dare ai poveri solo quando avrร  fatto giustizia dei beni fraudolentemente accumulati. E’ anche da sottolineare che all’atto di giustizia egli accompagna anche una forte espiazione: il restituire quattro volte tanto, che nella Torah รจ richiesto in un solo caso, quello del furto di un montone (Es 21,37), e nella legge romana solo per i “furta manifesta”, quelli di pubblico scandalo.

Pare dunque chiaro che anche il gesto di Zaccheo si situi sulla linea di una ricerca di totalitร , pur fatta salva l’individualitร  della chiamata e della situazione.

Il centuplo giร  in questa vita

Dobbiamo chiarire una cosa: a chi abbraccia la povertร  evangelica, condividendo i suoi beni con gli ultimi, Gesรน non promette solo la vita eterna, ma il suo aiuto provvidente giร  in questa esistenza: <<In veritร  vi dico: non c’รจ nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle e madre o padre o figliย  o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva giร  al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna>>” (Mc 10,28-30).

E’ Dio stesso che provvederร  ai suoi, come ricorda Gesรน nell’ultima cena: “Quando vi ho mandato senza borsa, nรฉ bisaccia, nรฉ sandali, vi รจ forse mancato qualcosa?” (Lc 22,35).

Come dice Paolo, citando i Salmi (Sl 112,9): “Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierร  e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierร …. Del resto, Dio ha potere di fare abbondare in voi ogni grazia perchรจ, avendo sempre il necessario di tutto, possiate compiere generosamente le opere di bene, come sta scritto: <<Ha largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia dura in eterno>>” (2 Cor 9,6-9).

LA POVERTร€, VOCAZIONE PER TUTTI

Al giovane ricco che gli chiede che cosa dovesse fare per avere la vita eterna, e che afferma di osservare giร  i comandamenti, Gesรน risponde: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi” (Mc 10,17-27).

Ci si potrebbe chiedere se una chiamata cosรฌ radicale sia per tutti, o solo per qualche categoria speciale di discepoli. Di questa pericope evangelica nacquero ben presto tra i cristiani varie interpretazioni: quella rigoristica delle Chiese siriache che, enfatizzando il “vieni e seguimi” (Mc 10,21), poneva l’abbandono dei beni come condizione imprescindibile per essere battezzati; quella ascetico-monastica che, sottolineando il “dallo ai poveri” (Mc 10,21), parlava di questa Parola del Signore come di un “consiglio” per i “perfetti”, negandone la portata universale; quella spiritualistica, che vede nel “vendere tutto” l’invito a sbarazzarsi delle passioni (Clemente Alessandrino, CGS 17,166s-168s); quella personalistica, che legge l’episodio come caso individuale del giovane ricco, a cui Gesรน chiede, in quella particolare situazione, quello specifico passo come test del primato della sua sequela su tutto …

Ma la lettura piรน ovvia รจ quella che considera la condivisione con i poveri come irrinunciabile conseguenza dell’amore verso Dio e i fratelli. Nel discorso della montagna, il “Siate perfetti” (Mt 5,48) รจ rivolto a tutti; quindi anche i successivi: “Se vuoi entrare nella vita” (Mt 19,17) e: “Se vuoi essere perfetto” (Mt 19,21), che Gesรน rivolge al giovane ricco invitandolo a dare i suoi beni ai poveri e a seguirlo, hanno portata generale. La vocazione alla povertร  รจ universalistica: Gesรน dice chiaramente: “Non c’รจ nessuno che abbia lasciato…” (Mc 10,29); e infine proprio: “Chiunque non rinunzia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepolo” (Lc 14,33).

E’ inutile nasconderci: anche se in forme diverse, i discepoli di Gesรน sono chiamati a “dare tutto”. “Basilio, nella sue Regole, osserva che essere discepoli porta a rinunciare alle cose del mondo, spartendo ciรฒ che si ha con i poveri, <<perchรฉ soltanto cosรฌ si puรฒ condurre una vita conforme all’Evangelo>>” (J. de S. Ana, op. cit., pg. 50). Tertulliano (155-220) dice che i cristiani hanno “tutto in comune, eccetto le spose” (Apolog. 39,11).

Tocca soprattutto ai laici, che costituiscono la stragrande maggioranza dei discepoli del Signore, riflettere su questa chiamata, troppo a lungo relegata e predicata come esclusiva dei religiosi. Ma limitando l’obbligo di condividere con i poveri ad alcune vocazioni specifiche si รจ mutilata la Parola di Dio, e anzi i cristiani occidentali sono diventati i principali responsabili della miseria mondiale e dei perversi meccanismi economici che la determinano. Quando mai un’omelia li chiama alla povertร ? Quando mai in confessione si sentono interrogati sull’uso dei propri beni? Certo, anche i preti e i religiosi dovranno verificare se la loro รจ una povertร  effettiva, o se รจ sufficiente trincerarsi dietro il fatto che “tanto i beni sono della Congregazione, della Diocesi, e seย  muoio non posso lasciarli a nessuno”…

[1] Mt 4,20

[2] Mt 4,22

[3] Miglietta C., Condividere per amore. La chiamata dei cristiani alla povertร , Gribaudi, Milano, 2003, pg. 125-126

[4] Berger K., Gesรน, Queriniana, Brescia, 2006, pg. 346

[5] Da Spinetoli O., Matteo, Cittadella, Assisi, 1993, pg. 407

Letture della
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Chi puรฒ immaginare che cosa vuole il Signore?

Dal libro della Sapienza
Sap 9, 13-18
ย 

Quale uomo puรฒ conoscere il volere di Dio?
Chi puรฒ immaginare che cosa vuole il Signore?
ย 
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perchรฉ un corpo corruttibile appesantisce lโ€™anima
e la tenda dโ€™argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
ย 
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
ย 
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dallโ€™alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
ย 
Cosรฌ vennero raddrizzati i sentieri di chi รจ sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciรฒ che ti รจ gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 89 (90)

R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.Tu fai ritornare lโ€™uomo in polvere,
quando dici: ยซRitornate, figli dellโ€™uomoยป.
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che รจ passato,
come un turno di veglia nella notte. R.
ย 
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come lโ€™erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera รจ falciata e secca. R.
ย 
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietร  dei tuoi servi! R.
ย 
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi lโ€™opera delle nostre mani,
lโ€™opera delle nostre mani rendi salda. R.

Seconda Lettura

Accoglilo non piรน come schiavo, ma come fratello carissimo.

Dalla lettera a Filรจmone
Fm 9b-10.12-17

ย 
Carissimo, ti esorto, io, Paolo, cosรฌ come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesรน. Ti prego per Onรจsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
ย 
Avrei voluto tenerlo con me perchรฉ mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perchรฉ il bene che fai non sia forzato, ma volontario.
ย 
Per questo forse รจ stato separato da te per un momento: perchรฉ tu lo riavessi per sempre; non piรน perรฒ come schiavo, ma molto piรน che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora piรน per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.

Parola di Dio

Vangelo

Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepolo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 25-33

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesรน. Egli si voltรฒ e disse loro:
ยซSe uno viene a me e non mi ama piรน di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non puรฒ essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non puรฒ essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non รจ in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: โ€œCostui ha iniziato a costruire, ma non รจ stato capace di finire il lavoroโ€.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se puรฒ affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre lโ€™altro รจ ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Cosรฌ chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepoloยป.

Parola del Signore

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