Il commento alle letture di domenica 11 giugno 2017 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere ยซLa Dogaiaยป di Prato.
Lo scandalo del Dio trino e unico

Celebrando in questa domenica la festa della Santissima Trinitร possiamo soffermarci sulla prima lettura (Es 14,4-9) dove, in veritร , non si accenna a questo mistero fondamentale della nostra fede, anziย Dio proclama il suo nome di fronte a Mosรจ sottolineando piuttosto lโunicitร del proprio essere. ร perรฒ un Dio che ยซpassaยป innanzi a lui e questo semplice verbo, a mio parere, sbilancia fortemente questa presentazione monolitica.
Questo Dio, per cosรฌ dire, ยซmobileยป contrasta molto con lโidea che la filosofia si รจ fatta di lui nei secoli: il motore immobile, ยซcolui che move il sole e lโaltre stelleยป, ma non certo se stesso. La mobilitร รจ qualcosa di profondamente umano, in fondo parla di instabilitร , se da una parte รจ anche vero che gli idoli ยซhanno piedi ma non camminanoยป (Sal 114,7), รจ molto facile pensare ugualmente a Dio come una realtร inamovibile: Egli ยซรจ la roccia della nostra salvezzaยป (Sal 94,1), il termine biblico che viene tradotto con ยซgloriaยป evoca lโidea di pesantezza, ancora una volta per dar conto della stabilitร di colui che รจ lโEterno ma forse anche con il rischio di sclerotizzarne la vitalitร . Egli รจ invece colui che passa, come fuoco, in mezzo agli animali sacrificati da Abramo per suggellare con lui la sua alleanza (cf.Gn 15,17), passa di fronte alla grotta di Elia come vento leggero (cf. 1 Re 19,11), si coinvolge con il tempo dellโuomo e le sue dinamiche donando la sua parola, la legge incisa sulle tavole consegnate a Mosรจ. In questo senso davvero Mosรจ puรฒ invocarlo e chiedere di camminare con il suo popolo: la legge diviene luce alla strada del credente (cf. Sal 118,115), cammino quotidiano di scoperta di una relazione feconda e vitale.
Ogni legge trova il suo senso allโinterno di un rapporto, organizza e norma le relazioni in una societร , in un gruppo, fra membri di una comunitร , cuce insieme concetti, valori, motivazioni e li trasforma in etica, prassi, scelte concrete. Altrimenti svuota se stessa, rimane teoria, ipotesi e si degrada in cavillo, artificio, retorica. Questo vale anche per la legge di Dio dove, con la venuta del Figlio, la centralitร del rapporto diviene sovrastante perfino suiย suoi contenuti specifici. Alla fine lโannuncio di Cristo non si concentra su aggiunte di particolari commi o decreti esplicativi, anzi il suo comandamento diviene uno solo (cf. Gv 13,34) purchรฉ esprima pienamente una relazione nuova con Dio e con gli altri e tutto divenga conseguenza di questo. Laย rivelazione del volto del Padre e il dono dello Spirito si situa in questo cammino, in questo coinvolgimento del Dio che passa nella vita dellโuomo e la trasforma.
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Quella del mistero trinitario รจ una rivelazione che, nonostante sembri sorgere allโimprovviso dal rigoroso monoteismo ebraico, si situa in diretta conseguenza con tutto il movimento di coinvolgimento di Dio con la storia del suo popolo.
Lo scandalo del Dio trino e unico, mistero insondabile e quasi rompicapo teologico , non รจ piรน incredibile del Dio che va a scegliersi un popolo ed ode con i suoi orecchi il suo lamento (cf. Es 3,7); lo scandalo del Verbo che si fa carne, del Figlio che svuota se stesso รจ in diretta continuitร col Dio che va in esilio con il suo popolo abbandonando il tempio (cf. Ez 3,23). Il mistero della Trinitร ci parla quindi di un Dio che vuol aver a che fare conย quello che potrebbe sembrare la sua antitesi, lโuomo che, anche lui, porta in sรฉ lo scandalo dellโessere una nullitร e contemporaneamente ยซfatto poco meno degli angeliยป (cf. Sal 8,5) e invitato a vivere, nel bacio santo della fraternitร (cf. 2Cor 13,12),ย il mistero ยซscandalosoยป della familiaritร con Dio e i fratelli (cf. Ef 2,19).
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Santissima Trinitร
- Colore liturgico: Bianco
- Es 34, 4-6. 8-9; Dn 3,52-56; 2 Cor 13, 11-13; Gv 3, 16-18
Gv 3, 16-18
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesรน a Nicodรจmo:
ยซDio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perchรฉ chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchรฉ il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non รจ condannato; ma chi non crede รจ giร stato condannato, perchรฉ non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dioยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 11 – 17 Giugno 2017
- Tempo Ordinario X, Colore bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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