Il primo comandamento
La grande tradizione rabbinica, nel marasma di prescrizioni e decreti dellโebraismo, ricercava, secondo il quesito posto a Gesรน da un dottore della Legge, quale fosse โil primoโ (Mt 22,34-40), โil piรน grandeโ (Mc 12,28-31) comandamento, quello necessario โper avere la vita eternaโ (Lc 10,25-28), quello che potesse compendiare tutta la Legge e i Profeti (Mt 22,40). Il Talmud diceva che venne Mosรจ e furono dati 613 comandamenti, 365 negativi (il numero dei giorni dellโanno) e 248 positivi (il numero delle membra del corpo umano); venne Davide e li ridusse a 11, secondo il testo del Salmo 15; Isaia li ridusse a 6, espressi nel capitolo 33 (Is 33,15-16); Michea li portรฒ a 3, secondo il brano di Mi 6,8; ancora Isaia li compendiรฒ in 2, secondo il capitolo 56 (Is 56,1): โOsservate il diritto e praticate la giustiziaโ; infine Abacuc li ridusse ad uno solo: โIl giusto vivrร per fedeโ (Ab 2,4).
Gesรน insegnรฒ che โil piรน grande e il primo dei comandamentiโ era โAmerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua menteโ, ma che il secondo era โsimile al primo: amerai il prossimo tuo come te stessoโ (Mt 22,37-38); anzi, in Marco si dice: โNon cโรจ altro comandamento (ndr: al singolare) piรน importante di questiโ (Mc 12,31), e Luca li presenta come un unico comando, omettendo il verbo โameraiโ, โagapรจseisโ (Lc 10,27). Paolo accetta la tradizione talmudica e utilizza il succitato brano di Abacuc (Ab 2,4): โIl giusto vivrร per fedeโ (Rm 1,17). Ma fede รจ entrare nella logica del piano dโamore di Dio, perciรฒ Paolo conclude: โQualsiasi altro comandamento si riassume in queste parole: ยซAmerai il prossimo tuo come te stessoยป… Pieno compimento della legge รจ lโamoreโ (Rm 13,9-10); โTutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: ยซAmerai il prossimo tuo come te stessoยปโ (Gal 5,14). Per questo gli apostoli costantemente esortano: โAl di sopra di tutto vi sia la caritร , che รจ il vincolo della perfezioneโ (Col 3,14); โAmatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altriโ (1 Pt 1,22); โNoi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perchรฉ amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte… Egli ha dato la vita per noi: quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelliโ (1 Gv 3,14.16).
Il โcomandamento nuovoโ dellโamore vicendevole, che diventerร il distintivo dei discepoli (Gv 13,34), รจ lโunica traduzione del comando di amare Dio: Dio infatti vuole essere amato nellโuomo: โSe uno dicesse: ยซIo amo Dioยป, e odiasse il suo fratello, รจ un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede non puรฒ amare Dio che non vedeโ (1 Gv 4,20); โSe uno possiede le ricchezze in questo mondo, e vedendo il proprio fratello nel bisogno gli chiude il cuore, come lโamore di Dio puรฒ dimorare in lui?โ (1 Gv 3,17); โChi accogli voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandatoโ (Mt 10,40); โIn veritร vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli, lโavete fatto a me… Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli piรน piccoli, non lโavete fatto a meโ (Mt 25,40.45).
Ci ammonisce Paolo: โSe anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la caritร , niente mi giovaโ (1 Cor 13,3).
Ormai i cristiani hanno un โcomandamento nuovoโ che li deve far riconoscere tra tutti gli uomini: amarsi scambievolmente (Gv 13,34). Questo รจ lโunico criterio di ecclesialitร propostoci da Cristo: โDa questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altriโ (Gv 13,35).
Perchรฉ questo comandamento รจ โnuovoโ? Esso รจ rivoluzionario per lโorigine: ci amiamo perchรฉ Dio ci ha amati per primo (1 Gv 4,19). Inoltre lโamore con cui dobbiamo amarci trova la sua fonte in Dio: lโavverbio greco โcomeโ (โkathรฒsโ) nellโespressione โcome io vi ho amatiโ (Gv 13,34) non esprime soltanto un paragone, quanto piuttosto la causalitร , la materialitร : โAmatevi dello stesso amore con cui io vi ho amatiโ. ร un comandamento nuovo per la misura: non dovremo piรน soltanto amarci come noi stessi (Mt 19,38), ma come Gesรน ci ha amati, cioรจ โfino alla fineโ (Gv 13,1), fino a dare la vita per gli amici (Gv 15,13). Ed รจ nuovo per lโestensione: non dovremo solo amare i โnostriโ, quelli del nostro gruppo, della nostra razza o della nostra religione, quelli che ci stanno simpatici, ma addirittura i nemici: โInfatti, se amate solo quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno cosรฌ anche i pubblicani? E se date saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno cosรฌ anche i pagani? Siate dunque perfetti come รจ perfetto il Padre vostro celesteโ (Mt 5,46-48), โche fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiustiโ (Mt 5,45).ย
In italiano โprossimoโ ha perso la valenza originale del latino โproximusโ, โvicinissimoโ, derivando dallโavverbio โpropeโ, che significa โvicinoโ. In ebraico il corrispondente โreโaโ significa โamico, compagno, collegaโ (Lv 19,18): non si tratta quindi di oggettiva vicinanza, ma piuttosto di soggettiva relazione di amicizia. La questione non รจ: โChi merita di essere amato da me? Chi รจ mio amico?โ, ma: โDi chi io sono prossimo? A chi mi faccio vicino?โ.
Gesรน ci ha detto invece che il prossimo sono tutti i lontani, e si fa prossimo nella Parabola al Samaritano, che era il nemico, che era lโimpuro, che รจ un blasfemo, che รจ uno che ha fatto guerra ad Israele (Lc 10,29-37).
Lโamore sarร poi il segno della nuova Alleanza: la caritร reciproca deve essere segno, sacramento tangibile, del supremo atto di affetto di Dio per gli uomini, il sacrificio del Figlio (Mt 26,28).
Lโamore fraterno inoltre ci apre al mistero di Dio: โChiunque ama รจ generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perchรฉ Dio รจ amoreโ (1 Gv 4,7-8): tante volte la nostra fede รจ debole proprio perchรฉ non amiamo; amando, possiamo ottenere la โconoscenzaโ di Dio, cioรจ entrare nella sua intimitร : ricordiamocelo, quando siamo in โcrisi di fedeโ…
Ma il finale di questo brano ci dice che amare non basta: โGesรน, vedendo che quellโuomo aveva risposto con saggezza, gli disse: ยซTu non sei lontano dal regno di Dioยป. E nessun altro aveva piรน il coraggio di fare domandeโ. Non sei lontano: non basta amare. Come al giovane ricco dice: โTi manca qualche cosaโ; non basta il comando dellโamore: occorre la sequela di Cristo, occorre accogliere Gesรน che di questโamore รจ lโincarnazione vivente di Dio per noi oggi.
Carlo Miglietta
Il commento alle letture di domenica 31 ottobre 2021 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โBuona Bibbia a tuttiโ.



