Il commento alle letture di domenica 29 aprile 2018 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere ยซLa Dogaiaยป di Prato.
Vivere nella luce della Pasqua

Vorrei iniziare questa breve riflessione sulla liturgia della parola di questa domenica dal confronto con alcune notizie che possiamo trovare sui mezzi di comunicazione in questi giorni: da una parte i venti e le azioni di guerra che affliggono sempre piรน il nostro mondo e le tronfie dichiarazioni dei potenti che blaterano di giustizia, veritร , diritti di fronte a unโ opinione pubblica sempre piรน distratta e rassegnata; dallโaltra il gesto umile e universale di papa Francesco che consola un bimbo orfano, spende del tempo per parlare da solo con lui, quasi allโorecchio, facendo spazio al suo dolore e alle sue grandi domande sul senso della vita e della fede: dove sarร mio padre? Lโattenzione a questo bimbo, una personalitร di importanza mondiale che si ferma ad ascoltarlo, mi sembra un segnale, un annuncio che va controcorrente rispetto allโandazzo generale dove le persone sono tranquillamente messe a tacere quando non sacrificate agli interessi piรน svariati.
Cosa cโentra questo con la Pasqua e la liturgia odierna? Vivere nella luce della Pasqua non รจ avere un atteggiamento disincantato; fare posto alla speranza, allโattenzione ai piรน piccoli non รจ tempo perso rispetto al corso della storia; credere nella fraternitร non รจ buonismo irresponsabile.
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La prima lettura (At 9,26-31), dopo aver narrato le difficoltร iniziali incontrate da Paolo per unirsi ai discepoli e le minacce degli altri che lo costringono alla fuga, conclude serenamente dicendo che la Chiesa era in pace in tutta la Giudea. Evidentemente รจ un giudizio che va oltre una considerazione immediata, si tratta di una pace che ha una radice diversa, che non si lascia facilmente mettere in scacco dagli ostacoli ed opposizioni incontrate. Perciรฒ se mettiamo fra parentesi lโannuncio pasquale in nome del realismo o dellโadeguamento alla mentalitร corrente finiamo per non comprenderlo piรน.
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Anche lโimmagine evangelica della vite e i tralci (Gv 15,1-8) porta con sรฉ una certa ambiguitร . Fra il tralcio tagliato e il tralcio potato vi รจ una qualche differenza? Agli occhi del profano no, agli occhi del contadino sรฌ, ma per lโalbero? Non sappiamo cosa lโalbero ne pensi, forse sul momento non coglie una gran differenza, il risultato รจ perรฒ la crescita della vita, un rafforzamento, un potenziamento della circolazione della linfa vitale nella pianta. Forse รจ la stessa cosa per noi, se ci concentriamo sui frutti possiamo essere tratti in inganno: non ci sono perchรฉ la pianta sta seccando? Perchรฉ non รจ la stagione, o per altri motivi? Dipende da me o รจ proprio lโimpianto che non funziona?
In altre parole, il Vangelo รจ realmente praticabile? Una risposta la possiamo cogliere solo nel rimanere uniti a Cristo, entrando nel suo mondo, nella sua visione delle cose, accogliendo la luce del suo Spirito. Ci sono molte cose che potrebbero ostacolarci, non ultima la consapevolezza del nostro limite, ma Dio, che รจ piรน grande del nostro cuore (cf. 1Gv 3,18-24: 2a lettura,) ci apre vie nuove proprio in mezzo al deserto della nostra esistenza, dove giudizi e considerazioni assumono un peso specifico diverso.
Ecco che, tornando al gesto di Francesco, lโattenzione al piรน piccolo, lo stop al cerimoniale per far spazio al grido di chi soffre, rimane un gesto rivoluzionario, lโunico, oggi che perfino fra i credenti si ha poca voglia di perdere tempo con gli emarginati e i sofferenti, come se la fede fosse un abito di circostanza, mentre il compito ricevuto da Cristo รจ la testimonianza di una pace che sboccia in mezzo alle spine di questo mondo.
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V DOMENICA DI PASQUA โ ANNO B
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- Colore liturgico: Bianco
- At 9, 26-31; Sal.21; 1 Gv 3, 18-24; Gv 15, 1-8
Gv 15, 1-8
Dal Vangelo secondo Giovanni
1ยซIo sono la vite vera e il Padre mio รจ lโagricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perchรฉ porti piรน frutto. 3Voi siete giร puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non puรฒ portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, cosรฌ neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perchรฉ senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarร fatto. 8In questo รจ glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 29 Aprile – 05 Maggio 2018
- Tempo di Pasqua V
- Colore Bianco
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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