Il commento alle letture di domenica 27 OTTOBRE 2019 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ “Buona Bibbia a tutti“.
LA FREGATURA DEI CREDENTI OSSERVANTI:ย LA PARABOLA DEL FARISEO E DEL PUBBLICANO
La parabola del fariseo e del pubblicano[1] in fondo prosegue il tema di quella del figlio prodigo. In realtร essa รจ sempre stata letta come un elogio dellโumiltร , e anche il finale del testo sembra confermare questa interpretazione: โIl pubblicano […] tornรฒ a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perchรฉ chi si esalta sarร umiliato e chi si umilia sarร esaltatoโ (Lc 18,12-13). Certo, Dio esalta chi di fronte a lui si fa piccolo, si riconosce peccatore. Ma a ben guardare questa parabola presenta una tematica piรน ampia: in fondo vi si tratta il tema, proprio della teologia di Paolo, della giustificazione per lโosservanza delle opere della Legge o di una salvezza per sola grazia. Infatti la premessa รจ: โDisse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giustiโ (Lc 18,9): il vero tema รจ chi รจ giusto davanti a Dio e chi รจ peccatore, รจ come fare per essere โgiustificatiโ.
Chi รจ giusto davanti a Dio
Vediamo contrapposti due personaggi. Da una parte un fariseo, che certamente fa una vita di sforzo per non essere โcome gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteriโ (Lc 18,11). Non solo osserva la Legge nei suoi comandamenti principali: โNon commettere adulterio. Non rubare. Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimoโ (Es 20,14-16). Si impegna anche nel culto: โDigiuno due volte la settimanaโ, e osserva anche i precetti minimi: โPago le decime di quanto possiedoโ (Lc 18,12[2]), addirittura, dice in altra parte Gesรน, โla decima della menta, della ruta e di ogni erbaggioโ (Lc 11,42). Una bellissima figura di credente. Non so quanti di noi osservino tutti i comandamenti, digiunino due volte alla settimana, e devolvano ai fratelli almeno la decima parte di tutti i loro guadagni […]. Ma ciรฒ non basta a salvarlo.
โLa parabola del fariseo e del pubblicano al tempio รจ rivoluzionaria perchรฉ si pone come un rovesciamento delle convinzioni religiose del tempo, รจ un sovvertimento, un terremoto del sistema della religione ufficiale: ciรฒ che questa ripudia, Dio accoglie, ciรฒ che dichiara impuro, Dio afferma puro. In altre parole: Dio si dissocia dalla religione del tempio. Questo insegnamento, che รจ la linea portante del terzo Vangelo, qui viene illustrato con un esempio: un peccatore penitente e pentito รจ piรน gradito a Dio di un superbo che si crede giusto[3]. I due personaggi della parabola, infatti, sono il simbolo di due concezioni della giustizia e della religione: quella dellโuomo che si gonfia per avere soddisfatto tutte le regole della religiositร esteriore con le sue opere per cui puรฒ anche pretendere da Dio la ricompensa e, dalla parte opposta, quella di Dio che si piega davanti al peccatore che si converte. Luca con questa parabola riflette ed espone la dottrina paolina della giustificazione […]. Con questa parabola Gesรน opera un atto rivoluzionario con cui contesta la religione ufficiale del perbenismo, del dovere, dei riti, del culto della personalitร , schierandosi contro i suoi contemporanei: contro il loro modo di giudicare, di pregare, di concepire Dio. Gesรน รจ il <<rivelatore>> di un nuovo volto di Dio; anzi secondo Giovanni egli รจ <<lโesegeta>> del Padre[4]. Egli annuncia un Vangelo <<nuovo>> che ribalta la concezione di Dio, secondo la tradizione religiosa: Dio รจ il Dio dei disperati e fa giustizia proprio al pubblicano che non ne ha diritto, mentre la nega a colui che pretende di averne. Oggi Gesรน mette in crisi noi e il nostro modo di essere: ci chiede se siamo solo religiosi come il fariseo o se siamo persone di fede somiglianti al pubblicano […]. Dio รจ giusto perchรฉ perdona. In Dio la giustizia รจ la misericordia[5]โ (P. Farinella[6]).
- Pubblicitร -
Salvati dallโamore di Dio
Eโ solo la misericordia di Dio a salvarci. Eโ il suo amore la nostra riconciliazione. Dobbiamo solo riconoscerci peccatori. Notiamo bene: il testo non parla nemmeno di conversione. Probabilmente il pubblicano (lโaddetto al โpublicumโ, il tesoro pubblico, quindi allโesazione delle imposte) tornรฒ a fare il suo odioso mestiere di collaborazionista con lโoccupante romano, di esoso esattore di tasse per il potere imperiale, e quindi ad esercitare un mestiere considerato โimpuroโ, di pubblico peccatore[7]. Ma di lui si dice: โquesti tornรฒ a casa sua giustificato, a differenza dell’altroโ (Lc 18,14). Eโ salvato non perchรฉ diventa migliore del fariseo, ma perchรฉ accetta di farsi riempire dallโamore di Dio: โO Dio, abbi pietร di me peccatoreโ (Lc 18,13). Ha detto Papa Francesco: โSe nel nostro cuore non cโรจ la misericordia, la gioia del perdono, non siamo in comunione con Dio, anche se osserviamo tutti i precetti, perchรฉ รจ lโamore che salva, non la sola pratica dei precettiโ[8].
Non giusti ma giustificati
โIl cristiano non si configura come un uomo <<giusto>>, bensรฌ come un uomo riconciliato, perdonato, giustificato da Dio e non dalla propria autodifesa. Ecco perchรฉ questa parabola presenta due modelli tipologici: l’uomo che difende la sua giustizia personale, che Dio non convalida, e l’uomo che si arrende davanti alla santitร di Dio e viene giustificato […]. Soltanto l’uomo <<giustificato>> รจ considerato come realmente libero dal peccato che aveva commesso, mentre il primo dei due si rivela come una falsificazione della giustizia, anche se non aveva commesso grandi peccati […]. La prima condizione della salvezza รจ dunque la coscienza che nessuno di noi รจ giusto per se stesso e che se proprio vogliamo sapere qual รจ la nostra posizione davanti a Dio, l’unica veritร รจ questa: siamo dei peccatori perdonati; qualunque altra convinzione a questo riguardo su noi stessi รจ falsa. Di conseguenza รจ altrettanto falsa la convinzione di sentirsi tranquilli in forza di opere buone compiute, come se Dio, dinanzi alle nostre buone opere, dovesse trovarsi come un debitore rispetto al suo creditoreโ[9]. โChe colpe ha il fariseo per non meritare la giustificazione, cioรจ il perdono, essere in sintonia con Dio, e che meriti ha il pubblicano per ottenere lโamore e il perdono di Dio? Nulla di tutto questo, ma il Dio di Gesรน non guarda i meriti delle persone, ma le loro necessitร , non le loro virtรน, ma i loro bisogniโ (A. Maggi[10]).
Paolo ricorderร che la giustificazione viene soltanto dalla fede in Cristo e non dalle opere della Legge: โLโuomo non รจ giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesรน Cristo […]; poichรฉ dalle opere della legge non verrร mai giustificato nessunoโ (Gal 2,16); โInfatti in virtรน delle opere della legge nessun uomo sarร giustificato davanti a lui, perchรฉ per mezzo della legge si ha solo la conoscenza del peccato. Ora invece, indipendentemente dalla legge, si รจ manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesรน Cristo, per tutti quelli che credono […]. Dove sta dunque il vanto? Esso รจ stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede. Noi riteniamo infatti che l’uomo รจ giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della leggeโ (Rm 3,20-28). La giustificazione, dunque, viene dal riconoscerci peccatori e bisognosi della misericordia di Dio[11]. Ha scritto Papa Francesco: โCiรฒ che san Paolo rifiuta รจ lโatteggiamento di chi vuole giustificare se stesso davanti a Dio tramite il proprio operare. Costui, anche quando obbedisce ai comandamenti, anche quando compie opere buone, mette al centro se stesso, e non riconosce che lโorigine della bontร รจ Dio. Chi opera cosรฌ, chi vuole essere fonte della propria giustizia, la vede presto esaurirsi e scopre di non potersi neppure mantenere nella fedeltร alla leggeโ[12].
โSe Gesรน avesse lasciato esprimere la sua opinione per dire chi dei due ritornรฒ giustificato verso casa, tutti avrebbero risposto: <<Il fariseo!>> Poichรฉ era questa lโopinione comune a quel tempo. Gesรน pensa in modo diverso. Per lui, chi ritorna giustificato a casa, in buoni rapporti con Dio, non รจ il fariseo, bensรฌ il pubblicano. Gesรน gira tutto al rovescio. Alle autoritร religiose dellโepoca certamente non รจ piaciuta lโapplicazione che lui fa di questa parabolaโ[13].
Carlo Miglietta
- [1] Lc 18,9-15
- [2] Lv 27,30.32; Dt 14,22
- [3] Lc 16,14-15
- [4] Gv 1,18
- [5] Rom 1,9; Ef 2,8-10
- [6] Farinella P., Domenica XXX Tempo Ordinario, C, 24 ottobre 2010, http://paolofarinella.wordpress.com/
- [7] Mt 5,46; 9,10-13; Mc 2,15; Lc 5,29-32
- [8] Papa Francesco, Angelus del 15 settembre 2013, www.zenit.org
- [9] http://www.cristomaestro.it/lectio_divina/parabole/fariseo.html
- [10] Maggi A., Commento al Vangelo, XXX Domenica Tempo Ordinario, 2010, http://www.ildialogo.org/esegesi/AMaggi_1287582216.htm
- [11] http://digilander.libero.it/longi48/Luca%2018,9-14.html
- [12] Papa Francesco, Lumen fidei, 29 giugno 2013, n. 19
- [13] http://ocarm.org/it/content/lectio/lectio-luca-189-14
Letture della
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
La preghiera del povero attraversa le nubi
Dal libro del Sirร cide
Sir 35,15b-17.20-22a
ย
Il Signore รจ giudice
e per lui non cโรจ preferenza di persone.
ย
Non รจ parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dellโoppresso.
Non trascura la supplica dellโorfano,
nรฉ la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre รจ accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
ย
La preghiera del povero attraversa le nubi
nรฉ si quieta finchรฉ non sia arrivata;
non desiste finchรฉ lโAltissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito lโequitร .
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 33 (34)
R. Il povero grida e il Signore lo ascolta.
Benedirรฒ il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.
ย
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce. R.
ย
Il Signore รจ vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarร condannato chi in lui si rifugia. R.
Seconda Lettura
Mi resta soltanto la corona di giustizia.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
2 Tm 4,6-8.16-18
ย
Figlio mio, io sto giร per essere versato in offerta ed รจ giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerร in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
ย
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore perรฒ mi รจ stato vicino e mi ha dato forza, perchรฉ io potessi portare a compimento lโannuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e cosรฌ fui liberato dalla bocca del leone.
ย
Il Signore mi libererร da ogni male e mi porterร in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio
Vangelo
Il pubblicano tornรฒ a casa giustificato, a differenza del fariseo.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,9-14
ย
In quel tempo, Gesรน disse ancora questa parabola per alcuni che avevano lโintima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
ย
ยซDue uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e lโaltro pubblicano.
ย
Il fariseo, stando in piedi, pregava cosรฌ tra sรฉ: โO Dio, ti ringrazio perchรฉ non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adรนlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedoโ.
ย
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: โO Dio, abbi pietร di me peccatoreโ.
ย
Io vi dico: questi, a differenza dellโaltro, tornรฒ a casa sua giustificato, perchรฉ chiunque si esalta sarร umiliato, chi invece si umilia sarร esaltatoยป.
Parola del Signore
