Il commento alle letture di domenica 27 gennaio 2019 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere ยซLa Dogaiaยป di Prato.
Un significato nuovo per il ยซlieto annunzioยป

Una delle affermazioni piรน note del Concilio Vaticano II, che รจ diventata quasi un mantra nella riflessione successiva, รจ quella secondo la quale Dio si rivela attraverso ยซeventi e parole intimamente connessiยป (DV2), sottolineando come la storia sia il letto nel quale scorre il fiume della rivelazione e la parola, appunto, capace di offrire una luce per coglierla, per decodificare tutto lโinsieme di una realtร a prima vista caotica, ma che invece rivela lโopera di Dio che vuole comunicare se stesso e chiamare gli uomini alla comunione con lui. Ecco, questo collegamento fra eventi e parola รจ uno dei temi che possiamo ritrovare nella liturgia di questa terza domenica. Il racconto della celebrazione che troviamo nella prima lettura (Ne 8,2-10) offre quasi una guida per ogni santa convocazione: vi รจ il popolo radunato, lโascolto della parola, lโinvito alla gioia e al rendimento di grazie di sapore quasi eucaristico, i cibi e il buon vino da condividere con gli altri. Non si tratta, perรฒ, di un rito elaborato a tavolino: la materia prima di questa convocazione รจ la lode per lโopera di Dio, la liberazione e il ritorno dallโesilio, un ritorno non certo glorioso, anzi tutti sono abbastanza scalcinati, vi รจ il sapore della provvisorietร in quella ยซtribuna di legno costruita per lโoccorrenzaยป (v. 4). Eppure cโรจ tutto, perchรฉ cโรจ un popolo che ha sperimentato una salvezza inaspettata, che dovrร forse leccarsi ancora molte ferite, eppure รจ lรฌ, puรฒ ascoltare ancora la parola, puรฒ ritrovarsi ancora sotto il cielo di Dio. Eโ un popolo che deve ripartire, ritrovare nel Signore la forza che lo sostiene ed รจ la parola che puรฒ aprire ad una nuova comprensione della situazione in cui si trova e il cammino fatto, gli ostacoli incontrati e superati per essere qui, oggi.
Anche lโinizio del vangelo di Luca (Lc 1,1-4), con la sottolineatura della ricerca fatta sugli avvenimenti accaduti per rendere ragione della soliditร degli insegnamenti ricevuti dal credente sarebbe un semplice esercizio di metodo, pur lodevole e importante, senza una parola, anzi una presenza, che aprisse un senso ulteriore. Il compimento di cui parla Gesรน Cristo nella sinagoga (Lc 4,14-21), di per sรฉ, non รจ neppure la realizzazione di una promessa, il testo di Isaia era giร compiuto nel momento in cui il profeta lโha proclamato, รจ lui che si sente consacrato e inviato portare il lieto annunzio, eppure รจ Cristo che apre a un nuovo significato questo annunzio: solo lui puรฒ trasformare lโanno dellโira, annunciato dal profeta, nellโanno della grazia inaugurato con il suo ingresso nel mondo.
Del resto anche il brano di Paolo nella seconda lettura (1Cor 12,12-30) ci apre a un senso ulteriore. Lโesempio del corpo e delle membra non รจ una sua invenzione letteraria, forse ricorderemo lโapologo di Menenio Agrippa che studiavamo alle elementari. Eppure qui si tratta di un messaggio assai diverso, al di lร della somiglianza dellโimmagine: se lรฌ il messaggio era quello di rassegnarsi ad occupare il posto assegnato dalla sorte per lโutilitร comune, sacralizzando in qualche modo una struttura umana, qui si ha la relativizzazione di tutto ciรฒ. Certo non tutti sono profeti o maestri, come avviene in qualsiasi corpo sociale, ma รจ centrale la partecipazione alle gioie e ai dolori non del corpo nella sua interezza, ma delle singole membra, proprio (a detta di Paolo) delle membra meno onorevoli e decorose, che necessitano di maggior cura. Questo differenzia Cristo da Zeus, dallโimperatore, dai dittatori di ogni tempo, questo senso nuovo che egli porta nel mondo, ed รจ affidato a noi come dono.
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TERZA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
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Lc 1,1-4; 4,14-21
Poichรฉ molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, cosรฌ anchโio ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teรฒfilo, in modo che tu possa renderti conto della soliditร degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesรน ritornรฒ in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nร zaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrรฒ nella sinagoga e si alzรฒ a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaรฌa; aprรฌ il rotolo e trovรฒ il passo dove era scritto:
ยซLo Spirito del Signore รจ sopra di me;
per questo mi ha consacrato con lโunzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertร gli oppressi,
a proclamare lโanno di grazia del Signoreยป.
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnรฒ allโinserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciรฒ a dire loro: ยซOggi si รจ compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltatoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net
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