Il commento alle letture di domenica 26 febbraio 2017 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere ยซLa Dogaiaยป di Prato.
Come i gigli del campo, come gli uccelli del cielo
L’invito che Gesรน Cristo ci rivolge in questa domenica รจ solo in apparenza un discorso scontato, un poโ naif, dal sapore hippy , da ยซfigli dei fioriยป, cultura che ci riporta indietro di alcuni decenni e ormai tramontata, anche abbastanza mestamente. In realtร Cristo mette il dito in un punto assai dolente del nostro tempo, ovvero la costruzione di una identitร mediata da molti fattori, cosรฌ ridondanti, a volte, da ribaltare i significati degli elementi in gioco. Proviamo a essere piรน chiari: sulla carta รจ lampante e altamente condivisibile lโaffermazione di Gesรน ยซla vita vale piรน del cibo e il corpo piรน del vestitoยป (Mt 6,25); da qui la relativizzazione di cose, beni, proprietร che dovrebbero essere viste in funzione della vita della persona e della sua crescita.
Vediamo invece che sempre piรน spesso il vestito prende il posto della vita, lโapparire distrugge la persona che vive in funzione delle costruzioni sociali; il bisogno non รจ determinato dalla vita, dalla realtร , ma il contrario; i bisogni sono indotti, se ne creano sempre di nuovi e alla fine hanno il solo compito di perpetuare se stessi.ย Il caso dellโadolescente che vende la propria immagine o anche il proprio corpo per una ricarica del cellulare ne รจ lโimmagine piรน eclatante, la riproposizione eterna di un circolo vizioso che non ha mai fine, una specie di inferno virtuale che provoca perรฒ disastri molto concreti nelle storie delle persone.
Forse (per il nostro mondo, beninteso, non mi riferisco ad altre aree del pianeta con tuttโaltri problemi) il cibo o il vestito non sono piรน un problema, ma ยซquelยป cibo e ยซquelยป vestito, o ยซquellaยป cosa senza i quali semplicemente non ci sembra di esistere.
La proposta di Gesรน Cristo รจ quindi innanzitutto un bagno di realtร , anche se a volte la realtร sembra una favola per chi ormai si รจ omologato a uno schema precostruito, al punto che puรฒ accadere che nello scontro fra realtร e schema mentale sia la realtร a perdere. Anche questo rende visibile il dramma di un annuncio evangelico estremamente chiaro e liberante, che sembra invece inconsistente. ร la sapienza di Dio che appare come follia a questo mondo, considerazione di Paolo che abbiamo ascoltato anche nella liturgia delle scorse domeniche nella prima lettera ai Corinti (cf. 1 Cor 1,18-31). Lโinvito di Gesรน Cristo รจ quello di alleggerire il nostro bagaglio, dare un nome alla realtร che viviamo: la ricerca spasmodica della ricchezza, delle cose, della ยซrobaยป, come direbbe don Milani, riempitivo e rassicurazione per lโansia della vita,ย a volte sentita come doverosa nei confronti di un Dio che non riteniamo affidabile, รจ semplicemente schiavitรน, stato servile che non ha neppure la dignitร del servizio a Dio (cf. Mt 6, 24). Mentre questโultimo ci indirizza verso il servizio ai fratelli,ย nellโottica della sequela, del fare propri ยซi sentimenti di Cristo Gesรนยป (Fil 2,5), quella si consuma semplicemente nellโillusione della propria grandezza.
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Il Dio di cui forse non ci fidiamo pienamente continua comunque a ridirci il suo amore paterno e materno, il suo costante ricordo, la nostra presenzaย che egli mantiene di fronte ai suoi occhi (Is 49, 14-15; 1ยฐ lettura), nella ricerca di una relazione vitale.ย Una memoria che non รจ quella di un dato relegato in una manciata di byte, ma che si sostanzia nel volto di ciascuno di noi, che si specchia ed specchiato in quello di Dio.
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Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 26 Febbraio 2017 anche qui.
VIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: verde
- Is 49,14-15; Sal.61; 1Cor 4,1-5; Mt 6, 24-34
Mt 6,24-34
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซNessuno puรฒ servire due padroni, perchรฉ o odierร l’uno e amerร l’altro, oppure si affezionerร all’uno e disprezzerร l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciรฒ io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, nรฉ per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse piรน del cibo e il corpo piรน del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non sรฉminano e non mietono, nรฉ raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse piรน di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, puรฒ allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perchรฉ vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste cosรฌ l’erba del campo, che oggi c’รจ e domani si getta nel forno, non farร molto di piรน per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perchรฉ il domani si preoccuperร di se stesso. A ciascun giorno basta la sua penaยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 26 Febbraio – 04 Marzo 2017
- Tempo Ordinario VIII, Colore verde
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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