Il commento alle letture di domenica 25 settembre 2016 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere ยซLa Dogaiaยป di Prato.
Lazzaro, il ricco e il ยซgrande abissoยป
Il brano evangelico di questa domenica (Lc 16, 19-31) si caratterizza per una forte tensione drammatica, la vicenda del ricco e di Lazzaro, apparentemente unโ esposizione di quel ยซcontrappassoยป di sapore dantesco che vuole lโaffamato saziato e il sazio affamato nel regno di Dio, una teoria che a volte puรฒ suscitarci qualche perplessitร (ยซpossibile che non ci sia alcuna possibilitร di pentimento?ยป) o la soddisfazione per una vendetta sul malvagio finalmente compiuta.
[ads2]In questa pagina non cโรจ niente di ciรฒ, รจ una pagina piรน che altro triste, in fondo il ricco piรน che cattivo รจ un godurioso, un tipo da serate mondane, da riviste di gossip. Un tipo che si sente e rimane figlio di Abramo perfino nel regno di morte in cui รจ precipitato, conserva una attenzione per i fratelli, la cerchia dei suoi intimi… e allora dovโรจ il problema? Forse รจ quello che Hanna Arendt in un suo libro famoso ha chiamato ยซla banalitร del maleยป, cioรจ che spesse volte il male nella nostra vita non si presenta con i tratti della superbia demoniaca, ma con la stupiditร dellโignoranza, il conformismo coi luoghi comuni, la superficialitร e la cecitร di chi perde il contatto con la realtร .
Cosรฌ lโaltro diventa un signor nessuno, il ricco non ha neppure forse visto Lazzaro alla sua porta, era altrove, nel suo mondo dorato e inconsistente, sganciato dalla realtร , perso nella ricerca di se stesso, della propria immagine e del look vincente. Egli รจ, come diremmo oggi, politicamente corretto, non caccia Lazzaro, non lo insulta, semplicemente lo lascia fuori della porta. Non fa neanche la fatica di essere cattivo, si limita a ignorare la realtร , magari sottolineando: ยซguarda che non sono razzista!ยป, oppure che non รจ giusto fare assistenzialismo con le nostre briciole e fermandosi a discorsi accademici o teorie su come sconfiggere la povertร nel mondo.ย Questo mondo creato intorno a se stessi, perรฒ,ย a lungo andare diventa una gabbia di cui non si coglie piรน neppure la presenza. Il salmo stigmatizza cosรฌ la stupiditร dellโempio: ยซEgli scava un pozzo profondo e cade nella fossa che ha fattoยป (Sal 7, 16). Eโ lโabisso invalicabile di cui parla Abramo, che non รจ stato messo lรฌ da una divinitร capricciosa ma da colui che lโha alimentato.
Lโabisso รจ lโanti-creazione, sullโabisso si librava allโorigine lo Spirito creatore (cf. Gn 1,2), Dio riempie lโabisso con la sua opera creatrice, lo sconfigge riempiendolo di senso. Da parte sua Cristo รจ colui che riempie di sรฉ tutte le cose (cf. Ef 4, 10) portando la creazione al pieno compimento. Eโ una realtร totalizzante che non puรฒ essere lottizzata, vissuta a metri quadri o un tanto al chilo. Vivere questa pienezza significa entrare in contatto con tutta la realtร , non solo con gli aspetti che mi fanno gioco, entrare in comunione con la creazione significa entrare in contatto non solo con il mio clan, ma con lโintera famiglia umana. Solo cosรฌ si entra in comunione anche con chi il cosmo lo ha creato, e lโabisso puรฒ essere sconfitto e riempito. Non per insistere su concetti giร detti, ma gliย appassionati e i cultori di muri e confini a difesa del proprio orticello, ideologico o reale che sia, potrebbero utilmente meditare su questo.
- Pubblicitร -
VUOI ALTRI COMMENTI AL VANGELO?
XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
- Colore liturgico: verde
- Am 6, 1.4-7; Sal 145; 1 Tm 6, 11-16; Lc 16, 19-31
Lc 16, 19-31
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesรน disse ai farisei:
ยซC’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morรฌ e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morรฌ anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzรฒ gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietร di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perchรฉ soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricรฒrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui รจ consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di piรน, tra noi e voi รจ stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, nรฉ di lรฌ possono giungere fino a noi”.
E quello replicรฒ: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perchรฉ ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perchรฉ non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosรจ e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicรฒ: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrร da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosรจ e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 25 Settembre – 01 Ottobre 2016
- Tempo Ordinario XXVI, Colore verde
- Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
