Il commento alle letture di domenica 17 Febbraio 2019 a cura dei Missionari della Via.
Questa domenica il Signore ci conduce per mano alla (ri)scoperta della vera beatitudine.
Affidiamoci alla Vergine Santa perchรจ le beatitudini diventino sempre piรน il nostro stile di vita, sรฌ da sperimentare quella gioia e quella libertร che solo Dio ci dร .
Meditiamo la Parola
Le beatitudini sono le parole piรน belle e piรน alte mai pronunciate, parole non di uomini, ma di Dio stesso, che proclama il suo desiderio: che siamo beati, felici, pienamente realizzati. E nel suo farsi uomo, ci mostra e ci indica con la sua vita e con le sue parole il modo di esserlo. Le sue parole sono potenti, profonde, capaci di cambiare il nostro cuore; un cuore spesso in subbuglio che, preso dai suoi desideri, cerca spesso la felicitร dalla parte sbagliata.
Ed ecco che nel mondo si proclama beato il ricco egoista, il furbo, il violento, il dominatore, il manipolatore, lโarrivista; si scambia il bene per male, la vita per la morte, e cosรฌ, correndo dalla parte sbagliata, si rischia di fallire eternamente la propria vita. Le beatitudini sono anzitutto lโautobiografia di Dio, sono la carta di identitร di Cristo che ha vinto il male e la morte; e, di conseguenza, sono quella che dovrebbe essere la nostra carta di identitร in quanto cristiani, ovvero โaltri cristiโ, figli nel Figlio. Le beatitudini non sono tanto delle regole da mettere in pratica, ma uno โstile di vitaโ che si concretizza vivendo le varie situazioni di vita secondo lo spirito di Cristo. In ogni beatitudine la prima parte ci dice chi รจ beato, la seconda parte perchรฉ รจ beato: il povero non รจ beato perchรฉ povero, ma perchรฉ suo รจ il regno di Dio.
Inoltre la prima beatitudine รจ al presente, le altre sono al futuro; come a dire che per chi accoglie Cristo, la beatitudine inizia ora e sarร piena nel cielo. Gesรน anzitutto, rivolgendosi ai discepoli, proclama: beati voi poveri. Qui non si usa il termine โpoveroโ, ma in greco si usa il termine โpitoccoโ; รจ il mendicante, quello che vive di elemosina, che vive grazie allโaiuto che riceve. Il โbeato poveroโ รจ colui che mendica lโesistenza a Dio, che lo cerca come sua unica ricchezza; รจ colui che non รจ arrogante o presuntuoso. ร colui che vive sobriamente, sapendo usare delle cose ma senza possederle egoisticamente e non possedendo nulla (nel senso egoistico del termine), โnon รจ possedutoโ da nulla. Ed essendo libero dal possesso sa condividere e donare, fino a donare tutto se richiestogli. Di questo povero รจ il regno di Dio, cioรจ in lui regna Dio; e Dio รจ amore, รจ dono puro. Cosa โpossiedeโ Dio? Nulla, in lui tutto รจ dono. Dio รจ โpoveroโ perchรฉ รจ amore, e lโamore non tiene nulla per sรฉ.
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Ci ha dato tutto: ci ha donato il creato, ci ha dato la vita e ha dato la sua stessa vita per noi. Colui che รจ povero e lascia regnare Dio nel suo cuore, รจ veramente ricco, ricco di amore; รจ persona nel vero senso della parola, in quanto si fa dono per gli altri. Gesรน poi proclama beato lโaffamato, perchรฉ sarร saziato. Con queste parole il Signore non dice che la fame in sรฉ รจ bella, o che la fame nel mondo non va combattuta, ma fa capire che Dio si schiera dalla parte di chi sta male, spingendoci a fare lo stesso; e ci fa anche capire che il vero male non รจ essere affamati, ma affamare. Gesรน proclama beato chi piange, perchรฉ sarร consolato. ร il pianto di colui al quale manca ingiustamente il necessario, di chi soffre per le ingiustizie subite da lui o da altri, e per i peccati propri e altrui. Costui giร in parte e poi in pienezza sarร consolato da Dio. Sapendo ciรฒ, non soltanto veniamo consolati, ma siamo anche spinti ad agire a favore di quanti sono nel pianto, offrendo ascolto, aiuto, consolazione. Beati sono poi coloro che, in un modo o in un altro, soffrono persecuzioni a causa della loro fede in Cristo, che siano fisiche, verbali o morali.
Sono beati perchรฉ in quel giorno gioiranno e danzeranno di gioia. ยซPerchรฉ? Avrete le ricompense di essere come il Figlio che รจ stato trattato allo stesso modo, e proprio cosรฌ ha vinto il male. Proprio cosรฌ รจ risortoยป (S. Fausti). Contrapposti alle beatitudini vi sono poi i quattro โguaiโ, che non sono quattro maledizioni, ma sono delle messe in guardia da un pericolo serio, che si potrebbero tradurre con โahimรจ per voiโ, lasciando trasparire il dolore di Cristo per chi vive cosรฌ. ร il pericolo che vive il ricco, dove per ricco non si intende chi ha molto, ma colui che tiene-per-sรฉ, che possiede le cose senza condividerle, che vive le relazioni come possesso, ponendo in ciรฒ che ha la sua felicitร e la sua sicurezza.
Qui non cโรจ un discorso di โclasse socialeโ (ricchi contro poveri), ma di stile di vita. Io posso essere povero ma essere attaccato a quel poco che ho, o bramare di possedere; viceversa posso essere benestante ma generoso. Il problema รจ che se la consolazione sono le cose che uno ha, che non solo lo schiavizzano, ma che oggi ci sono e domani passano, e che comunque si lasciano qui con la morte, la sua condizione รจ ben triste! Anzichรฉ aver come consolatore lo Spirito Santo, Dio-con-noi, ha le sue quattro cose, i suoi piaceri, che non soddisfano fino in fondo il cuore e non lo salvano dalla morte! ร dunque beata la povertร di spirito di chi sa condividere, chi sa usare delle cose senza farsi usare dalle cose! Il Signore poi dice: โguai, ahimรจ per quelli che son pieniโ. Pieno รจ ciรฒ in cui non entra piรน nulla: รจ colui che non ha fame, non solo fisica, ma che non desidera ricevere da Dio la vita, che non ne cerca il senso, che non cerca la veritร .
ร sazio, senza desideri; รจ pieno, indifferente a tutto, anche ai bisogni degli altri, al grido di tanti bisognosi. Ma se non cambia, un giorno, e tristemente, sarร lui ad aver fame. E ancora: โguai/ahimรจ per voi che ora rideteโ: qui il Signore non ce lโha con la gioia, ci mancherebbe, ma con il riso gaudente frutto dellโillusione di essere a posto; รจ quellโeuforia di chi nasconde nello stordimento del benessere la realtร della sua solitudine, che si gongola del suo piacere o della posizione raggiunta a discapito degli altri. Guai a voi, infine, quando tutti diranno bene di voi, curando di piรน lโesterioritร , schiavi del giudizio degli altri, scadendo nellโipocrisia e rinnegando la veritร pur di ottenere consensi e scalate sociali/ecclesiali. Dunque il mondo chi proclama beati? I ricconi egoisti, i gaudenti, gli arroganti, ecc. E cosa dice Dio? โAhimรจ, guai a voi, che fine farete se non cambiateโฆโ.
Vedete, queste parole ci rivelano la veritร , e progressivamente ci guariscono. ยซQueste parole hanno una potenza che ci tocca e ci sana. E queste parole rifanno lโuomo nuovo, lโuomo libero, lโuomo che รจ figlio, lโuomo che รจ fratello, lโuomo che ha capito perchรฉ sta al mondoโฆ perchรฉ gli altri sono e lui cโรจโฆ non fermiamoci cosรฌ a letture banaliโฆ Ascolta: amare Dio e amare il prossimo vuol dire semplicemente avere questi criteri di vitaยป (S. Fausti).
Preghiamo la Parola
Signore, donaci la grazia di sperimentare e vivere la vera beatitudine, che solo tu ci doni.
VERITAโ: Vita interiore e sacramenti
Che cosa significano per me le beatitudini? Come cerco di viverle nel concreto per somigliare a Gesรน?
CARITAโ: Testimonianza di vita
Qual รจ la differenza tra le โbeatitudini del mondoโ e quelle di Gesรน?
