Lโintento della festa dellโAscensione รจ di presentare la fine della presenza fisica di Gesรน nel nostro mondo: e Marco lo esprime secondo la sua concezione geocentrica del cosmo e con genere letterario semita: Gesรน entra โin cieloโ, โin altoโ (Mc 16,19).
LA MISSIONE
Gesรน lascia ai suoi un chiaro comando: โAndate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creaturaโ (Mc 16,15).ย
Giร durante la sua vita Gesรน aveva mandato i suoi innanzi a sรฉ (Lc 10,1) a predicare il Vangelo e a guarire (Lc 9,1). I discepoli sono gli operai mandati dal padrone alla sua messe (Mt 9,38; Gv 4,38), i servi inviati dal re a condurre gli invitati alle nozze del Figlio (Mt 22,3). La missione dei discepoli si collega con quella del Figlio: โCome il Padre ha mandato me, cosรฌ io mando voiโ (Gv 20,21); โChi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandatoโ (Gv 13,20); โNon siete voi che avete scelto me, ma io che ho scelto voi e vi ho costituiti perchรฉ andiate e portiate fruttoโ (Gv 15,16).
Finito il tempo di Gesรน inizia il tempo della Chiesa. Il progetto missionario di Luca esprime la graduale espansione del Vangelo: โVoi mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terraโ (At 1,8). Gli Atti non sono tanto la storia della Chiesa, ma della progressione della Parola, che tutti gli uomini di tutte le culture possono accogliere (si pensi al miracolo delle lingue il giorno di Pentecoste: At 2,7-12).
Lโesperienza del Risorto non รจ qualcosa di personale, di intimistico: รจ gioia da traboccare agli altri, รจ entusiasmo che diventa contagioso. Gli apostoli diventano subito โtestimoni della sua resurrezioneโ (Lc 24,35-48; At 1,22; 4,33). Il grande annuncio di Pietro e di tutti gli Apostoli รจ proprio che โvoi avete ucciso lโautore della vita, ma Dio lโha risuscitato, e di questo noi siamo testimoniโ (At 3,14-15.26; cfr 2,22-36; 4,10; 5,30; 10,40-41; 17,18…): con questo compito essi sono mandati a tutte le genti, perchรฉ Cristo รจ Salvatore โdi tutto il mondoโ (1 Gv 2,1-5)!
Il primo, vero, insostituibile compito del cristiano รจ la trasmissione della fede. Ecco perchรฉ la Chiesa โรจ per sua natura missionariaโ (Ad gentes, n. 2). Tutti dobbiamo farci apostoli del Vangelo ricevuto. Dobbiamo riscoprire il carisma profetico che deriva dal nostro battesimo (Lumen gentium, n. 35; Ad gentes, n. 15): ormai la Chiesa รจ il popolo tutto di profeti che era stato preannunciato da Gioele per i tempi finali (Gl 3,1-5; At 2,15-21).
Anche noi oggi siamo chiamati da Gesรน ad essere testimoni della sua resurrezione: tutti abbiamo questa vocazione, preti, suore e laici. Per tutti vale lโammonimento di Paolo: โEโ un dovere per me predicare il vangelo: guai a me se non predicassi il vangelo!โ (1 Cor 9,16); tutti dobbiamo annunziare la Parola โin ogni occasione, opportuna e non opportunaโ (2 Tm 4,2); โNoi non possiamo tacere!โ (At 4,20); a noi โรจ stata concessa la grazia di annunciare ai pagani le imperscrutabili ricchezze di Cristoโ (Ef 3,8). E se preti e consacrati lo fanno โistituzionalmenteโ, ai laici dice il Concilio: โOgni laico deve essere un testimone della resurrezione e della vita del Signore Gesรน e un segno del Dio vivo al cospetto del mondoโ (LG 38); โI laici sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze in cui essa non puรฒ diventare sale della terra se non per mezzo loro… Grava quindi su tutti i laici il glorioso peso di lavorare affinchรฉ il divino disegno di salvezza raggiunga ogni giorno piรน tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutta la terra. Sia perciรฒ loro aperta qualunque via (ndr: !!!) affinchรฉ…ย anchโessi attivamente partecipino allโopera salvifica della Chiesaโ (LG 33); โCristo… adempie il suo ufficio profetico… anche per mezzo del laici, che perciรฒ costituisce suoi testimoni e provvede del senso della fede e della grazia della parola (cfr At 2,17-18; Ap 19,10)… In questo ufficio appare di grande valore quello stato di vita che รจ santificato da uno speciale sacramento, cioรจ la vita matrimoniale a familiare. Lร si ha lโesercizio ed una eccellente scuola di apostolato dei laici… La famiglia cristiana proclama ad alta voce e le virtรน presenti del Regno di Dio e la speranza della vita beata… I laici quindi, anche quando sono occupati in cure temporali, possono e devono esercitare una preziosa azione per lโevangelizzazione del mondo….; bisogna che tutti cooperino alla dilatazione e allโincremento del Regno di Cristo nel mondoโ (LG 35).
E che ne รจ di quelli che non ricevono lโannuncio del Vangelo, o lo ricevono in maniera distorta o poco credibile? Forse che si dannano? A volte qualche teologo ha risposto di sรฌ, citando proprio la frase di Gesรน: โChi crederร e sarร battezzato, sarร salvo. Chi non crederร , sarร condannatoโ (Mc 16,16). Tuttavia, siccome nel Cattolicesimo รจ stata piรน volte condannata la teoria della predestinazione alla dannazione da parte di Dio, la frase di Mc 16,16 si deve intendere cosรฌ: chi, avendo ricevuto lโannuncio evangelico in modo attendibile e, vedendo che deve credere, crederร e sarร battezzato, sarร salvo; chi non crederร , sarร condannato.
PORRE SEGNI DEL RISORTO
I credenti sono chiamati ad evangelizzare ponendo nel mondo segni concreti della Resurrezione di Gesรน: la lotta contro il male, lโingiustizia, la povertร in tutte le sue forme (โcacciare i demoniโ), creare una nuova fratellanza e solidarietร universali (โparlare lingue nuoveโ), guarire le malattie (โimporranno le mani ai malati e questi guarirannoโ: Mc 16,17), certi che il Signore li sosterrร sempre con la sua forza divina (โprenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherร loro dannoโ: Mc 16,17-18).
โPer il cristiano allora, soprattutto nel momento in cui celebra la Pasqua del suo Signore, non vi รจ spazio per fughe, evasioni o spiritualismi, ma lโesigenza di vivere la risurrezione nellโesistenza, nellโoggi della storia, facendo sรฌ che la fede pasquale diventi manifesta ed efficace giร ora e qui. Sรฌ, i credenti devono mostrare che la vita รจ piรน forte della morte, e devono farlo nel costruire comunitร in cui il ยซnoiยป si fa carico di ciascuno e lโยซioยป rinuncia a prevaricare, nel perdonare senza chiedere il contraccambio, nella gioia profonda che permane anche nelle situazioni di sofferenza e di persecuzione, nella compassione per ogni creatura, soprattutto per gli ultimi e i sofferenti, nella giustizia che porta a operare la liberazione dalle situazioni di morte in cui giacciono tanti esseri umani, nellโaccettare di spendere la propria vita per gli altri, nel dare la vita liberamente e per amore, fino a pregare per gli stessi assassini, come tanti testimoni hanno fatto, ancora ai nostri giorniโ (E. Bianchi).
LA PRESENZA DI GESร OGGI
LโAscensione รจ una festa che ci lascia sempre un poโ dโamarezza, perchรฉ invidiamo coloro che hanno potuto incontrare il Gesรน storico, e restiamo anche a noi, con il naso allโinsรน, a โguardare il cieloโ (At 1,11), pieni di nostalgia e con un senso di solitudine. Eppure Gesรน, andandosene, ci ha detto: โEcco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoโ (Mt 28,20). La celebrazione dellโAscensione del Signore deve essere allora lโoccasione per meditare sui tanti modi in cui Cristo รจ ancora presente in mezzo a noi oggi.
La Chiesa
Il Vangelo odierno (Mc 16,15-20) ci presenta la Chiesa come il luogo ora della presenza di Cristo, tramite la testimonianza dei discepoli.
La Chiesa รจ il primo sacramento, cioรจ segno di Cristo. โLa Chiesa non รจ altro che il risultato della missione del Figlio nello Spirito Santo. Eโ lo spazio attorno alla Parola di Dio fatta carne, Gesรน Cristo: spazio in cui si narra il Padre, in cui si spiega con la vita dei credenti e sacramentalmente che il Dio vivente รจ il Padre di Gesรน Cristo, il Signoreโ (E. Bianchi).
La prima grande presenza รจ quella nei sacramenti della sua Chiesa, โperchรฉ in essi agisce Cristo stessoโ (Catechismo Chiesa Cattolica, n. 1127); soprattutto Gesรน รจ presente nellโEucarestia, quando mangiamo il suo Corpo e beviamo il suo Sangue.ย
La Bibbia
Se importante รจ la Presenza eucaristica, altrettanto lo รจ la Presenza nella Parola. Dice Girolamo: โNoi mangiamo la carne e il sangue di Cristo nellโEucarestia, ma anche nella lettura delle Scritture… Io ritengo lโEvangelo corpo di Cristoโ; e Ignazio di Antiochia: โNoi dobbiamo accostarci alla Scrittura come alla carne di Cristoโ; e Cesario dโArles: โChi ascolta in modo non attento sarร colpevole quanto colui che avrร lasciato cadere negligentemente per terra il Corpo del Signoreโ.
I poveri
Il Vangelo afferma poi che il Signore si identifica con lโaffamato, lโassetato, il forestiero, lโignudo, il malato, il carcerato: โOgni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli, lโavete fatto a meโ (Mt 25,31-46). A Saulo che va a perseguitare i cristiani di Damasco, Gesรน dice: โPerchรฉ mi perseguiti?โ (At 9,4), identificandosi personalmente con gli oppressi. Diceva Clemente Alessandrino (150-215): โSe qualcuno ti appare povero o cencioso o brutto o malato…, non ritrarti indietro…; dentro a questo corpo abitano in segreto il Padre e il Figlio suo che per noi รจ morto e con noi รจ risortoโ. Quando il grande filosofo francese Blaise Pascal (1623-1662) fu in punto di morte – ci racconta la sorella Gilberte nella โVita di Pascalโ -, non potendo comunicarsi, chiese che gli fosse portato innanzi un povero, per venerare in lui Cristo stesso. I poveri โper i cristiani sono il segno sacramentale di Gesรน, il Servo del Signore che si รจ spogliato della sua dignitร divina fino ad essere uno schiavoโ (E. Bianchi). Sono quindi i poveri il sacramento vivente di Cristo: รจ nei poveri che si incontra Gesรน sulle strade della vita.
Ha detto Papa Francesco: โNoi dobbiamo diventare cristiani coraggiosi e andare a cercare quelli che sono proprio la carne di Cristo, quelli che sono la carne di Cristoโฆ! Questo รจ il problema: la carne di Cristo, toccare la carne di Cristo, prendere su di noi questo dolore per i poveriโฆ Una Chiesa povera per i poveri incomincia con lโandare verso la carne di Cristoโ.
Allora, โio voglio vedere Gesรน nel fratello e nella sorella che mi sta accanto, ma ancor di piรน voglio vedere Gesรน in quella situazione che tutte le voci dicono essere lontana da Dio. Perchรฉ lโunica che รจ riuscita a scoprire il passaggio di Gesรน in quella cittร รจ stata una prostituta. Perchรฉ quello che ha incontrato Gesรน a casa sua era un capo dei pubblicani, Zaccheo, capo degli strozzini e degli affamatori del suo popolo. Perchรฉ lโultimo che รจ riuscito a pregare la misericordia รจ stato un farabutto ladrone. Perchรฉ il primo a riconoscere il Figlio di Dio in quel Gesรน morto come un disgraziato รจ stato il capo-boia della crocifissione, il centurione, uno non credente, uno fuori del popolo di Dio, un irregolare. E allora io voglio con loro vedere Gesรน lรฌโ (Comunitร di Caristo).
Carlo Miglietta
Da: C. MIGLIETTA, EDIFICHEROโ LA MIA CHIESA. Perchรฉ (e come) essere Chiesa secondo la Bibbia, Gribaudi, Milano, 2010, con presentazione di S. E. Mons. Guido Fiandino



