Commento alle letture di domenica 13 novembre 2016 – don Enzo Pacini

Il commento alle letture di domenica 13 novembre 2016 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere «La Dogaia» di Prato.

Viaggiamo leggeri verso la fine dei tempi

La liturgia di oggi ci presenta, come ogni volta verso la conclusione dell’anno liturgico, temi legati alla fine del tempo presente e all’ultima venuta del Signore. Sono temi che generano solitamente una certa inquietudine, ma forse quest’anno più del solito, sembra quasi di cattivo gusto che la liturgia ci parli di sconvolgimenti e catastrofi in questi giorni di apprensione per le sorti di paesi e persone colpite dal terremoto, o di guerre e distruzioni sullo sfondo delle immagini dell’agonia di Aleppo che la televisione ci propone ogni giorno.

La stessa considerazione di Gesù Cristo (Lc 21,5-19) sull’inevitabile caducità di strutture pensate come manifestazioni incrollabili di realtà eterne, come il Tempio di Gerusalemme, può provocare stizza, repulsione, come si trattasse di una iettatura da respingere a colpi di scongiuri.

D’altra parte è anche vero che c’è sempre qualche bella mente, anche in questi giorni, che si premura di farci sapere che il terremoto, come già l’AIDS in passato, è una punizione per le infedeltà e l’abbandono dei valori cristiani, eccetera.  Del resto una delle motivazioni delle persecuzioni contro i primi cristiani da parte delle autorità imperiali era quella di essere «nemici del genere umano»; e nella liturgia domenicale è vero anche che si pregava: «passi questo mondo», come riporta uno dei più antichi documenti cristiani del primo secolo, la Didachè. 

Ma è proprio vero che il messaggio di Cristo porta con sé quest’aura negativa? Di per sé basta che qualcuno metta in dubbio l’impalcatura costruita dai ragionamenti umani, dalla stessa religione, dagli assetti politici e sociali per essere accusato di disfattismo.  La rimozione è uno dei meccanismi psicologici più potenti: ci illude che non parlare di una cosa equivalga a evitarne la minaccia, all’opposto avere un oggetto rassicurante ci illude di essere protetti contro le nostre paure, si tratti della coperta di Linus o del Tempio stesso.

Nel vangelo di questa domenica c’è questa chiarezza di Gesù, nessuno spauracchio, nessuna minaccia, anzi, la promessa  che «nemmeno un capello andrà perduto». E nella prima lettura la fiamma distruttrice di Malachia (Ml 3, 19-20) è solo l’altra faccia del benefico «sole di giustizia» che sorgerà a salvezza dei fedeli. Già nella notte dell’Esodo la fiamma che apriva il cammino al popolo era oscurità per gli inseguitori (cf. Es 14,20): una stessa realtà con due esiti ben diversi.

Senza evocare angeli sterminatori, possiamo guardare alla croce di Cristo, inerme agnello immolato, sapendo che essa stessa è contemporaneamente salvezza e giudizio (e addirittura giudizio DI salvezza), confortati dalla bellissima antifona di ingresso tratta da Geremia: «ho progetti di pace e non di sventura» (Ger 29,11).

L’invito della liturgia è quindi a un cammino leggero, non sovraccarico di amuleti inutili, anche se si tratta delle belle pietre del tempio; a distinguere ciò che è provvisorio, e forse per qualche tempo anche utile, da ciò che è definitivo. A ricordare che «uno solo è buono» (Mc 10, 18). E chi viaggia leggero è capace di dire all’imbonitore di turno, senza astio o cattiveria, «lascia perdere tutta questa paccottiglia, non mi serve».

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XXXIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Lc 21, 5-19
Dal Vangelo secondo Luca

[ads2]5Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». 7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro!

9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». 10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. 12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome.

13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome.

18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

  • 13 – 19 Novembre 2016
  • Tempo Ordinario XXXII, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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