Commento alle letture di domenica 13 Giugno 2021 – Carlo Miglietta

1525

La Parola di Dio si realizza sempre, questa รจ la nostra grande fiducia, questo fonda la nostra serenitร , questo ci fa capire perchรฉ tutte le volte che IHWH compare nella storia, tutte le volte che Dio si rivela in Gesรน Cristo, la prima parola che dice รจ: โ€œNon temere, state tranquilliโ€, da Esodo 14 fino allโ€™evento Pasquale.

Il Salmo 127 ci ricorda;

โ€œSe il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori.
Se il Signore non custodisce la cittร ,
invano veglia il custode.
2 Invano vi alzate di buon mattino,
tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darร  ai suoi amici nel sonnoโ€.ย 

II seme cresce – dice Marco โ€“ โ€œautomateโ€, cioรจ automaticamente, da solo. Questa รจ una fonte veramente di grande serenitร  per noi: occorre avere pazienza e fiducia, ma il Regno di Dio viene sempre. Questa Parabola รจ un invito allโ€™ottimismo: per quanto ci agitiamo, il Regno progredisce solo per la sua forza intrinseca, e a noi non resta che concludere, come dirร  in un altro brano Luca: โ€œSiamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fareโ€ (Lc 17,10).

Ignazio di Loyola diceva: โ€œAgisci come se tutto dipendesse da te, sapendo che poi in realtร  tutto dipende da Dioโ€: questo รจ un grande motto. Quindi affidiamoci alla letizia della contemplazione, accettiamo di essere salvati dalla gratuitร  dellโ€™Amore di Dio, e non dai nostri sforzi.

Non abbiamo paura neanche di non rispondere alla Parola di Dio, di non riuscire a capire la sua volontร  su di noi: non turbiamoci troppo. Sappiamo invece stupirci di fronte a questa Parola che sempre si realizza, che sempre porta frutto, sia che noi ci diamo da fare, sia che noi ci addormentiamo. Questa รจ una grande consolazione per noi che spesso non vediamo il Regno avanzare, che spesso siamo tristi perchรฉ sembra che le forze del male vincano, che spesso nella nostra esperienza quotidiana ci sentiamo sopraffatti dalla malattia, dalla morte, dalla sofferenza, dal peccato. Qui invece ci viene detto che il seme cresce automaticamente: la Parola che รจ stata seminata in noi, la figliolanza di Dio che in noi รจ stata seminata nel Battesimo cresce e ci trasforma in uomini nuovi, vincitori del male, della malattia, del peccato, della morte. Eโ€™ la parabola della serenitร .

II versetto 29 che conclude la parabola, realizzandoci questa mietitura finale, cita Gioele 4ย  e dร  un senso escatologico alla Parabola, cioรจ รจ un versetto che ci assicura che verrร  il momento della restaurazione definitiva del Regno di Dio. La mietitura era vista come un segno del processo finale, dellโ€™avvento del Regno, come la festa del giudizio di Dio che salva i poveri e gli oppressi contro i malvagi prepotenti.

La parabola del granello di senape (4,30-32)

30 Diceva: ยซA che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31 Esso รจ come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, รจ il piรน piccolo di tutti semi che sono sulla terra; 32 ma appena seminato cresce e diviene piรน grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombraยป.

In Palestina era proverbiale la piccolezza del granello di senape. Qui Gesรน vuole insistere sul rapporto tra gli umili inizi del Regno e la sua crescita in mezzo agli uomini. Questo piccolo seme diventa un grande albero: la figura del grande albero รจ una figura ebraica che indicava il Regno di Dio. Basta vedere il Salmo 80, tutti gli inni di Qumram: questo albero della Signoria di IHWH, come diceva il profeta Ezechiele al cap 17 e al cap 31, e Daniele al cap 4, questo albero offrirร  una grande ombra sotto cui tutte le nazioni si ripareranno, cosรฌ come la nube del deserto offriva questa grande ombra al Popolo in cammino. Questo albero, dice Lamentazioni 4, sarร  il segno del Messia che accoglierร  tutte le genti, e tutte le proteggerร . Cโ€™รจ solo da meravigliarsi, da lodare adorando quel Dio che schianta i cedri del Libano, come dice il Sl 29, ma fa crescere questo piccolo seme del Regno di Dio.

Ancora una volta la logica dellโ€™essere piccoli, del morire nella terra, lasciando a Dio la potenza e la forza. Diremmo quasi che pene, prove, nascondimento, piccolezza, umiltร  sono sempre i criteri di discernimento del Regno di Dio che viene.

Perchรฉ Gesรน parla in parabole (4,33-34)

33 Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. 34 Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

Questi versetti descrivono la trascendenza assoluta del Regno che non puรฒ essere spiegata, ma lo capiscono quelli che sono โ€œendoโ€, cioรจ che vivono nel privato di Gesรน: solo stando con Gesรน, solo amando Gesรน, solo radicandoci su Gesรน si capisce il Mistero del Regno.

Ancora una volta il Vangelo di Marco รจ un Vangelo Cristologico: รจ solo in privato con il Signore che noi riusciamo a capire il Mistero del Regno. Vedete la centralitร  della figura del Signore Gesรน, della nostra adesione. Matteo per esempio parlerร  di questa Parabola in altro contesto, in un contesto sapienziale, in un contesto didattico; qui invece Marco insiste sulla necessitร  ancora una volta di aderire alla persona di Gesรน per capire il Mistero del Regno.

Fra queste cinque Parabole cโ€™รจ una logica. Cโ€™รจ un โ€œfilo rossoโ€ che prosegue in crescendo dalla prima allโ€™ultima. Nella prima parabola, quella del seminatore (4,1-20), solo unย  resto del seme fruttifica, una parte del seme va disperso, tra i sassi e i rovi, non produce. Solo un piccolo resto accoglie la Parola. Questa Parola รจ la luce che giunge, la luce che arriva su di noi (ecco la seconda parabola, quella della lampada sul moggio: 4,21-23). Se si accoglie il seme misurandolo come cosa enorme, facendogli spazio, allargando la nostra misura per lui (ecco il senso della terza parabola, quella della misura: 4,24-25), ecco che il seme cresce da solo, โ€œautomateโ€,ย  automaticamente (quarta parabola: 4,26-28), e diventa lโ€™albero grande del Regno (quinta parabola: 4,30-32) su cui tutti gli uomini si radunano; โ€œuccelliโ€, secondo la terminologia rabbinica, era un modo per definire i pagani, i lontani: anche i lontani avrebbero trovato su questo albero un posto accogliente.

Eโ€™ un crescendo. Solo un resto fruttifica (prima parabola). Accogliendo la luce che viene (seconda parabola), facendo spazio a questa luce (terza parabola), il seme cresce da solo (quarta parabola), e diventa lโ€™albero grande che dร  conversione, gioia, e liberazione a tutti gli uomini (quinta parabola).

Carlo Miglietta

Da: C. MIGLIETTA, EDIFICHEROโ€™ LA MIA CHIESA. Perchรฉ (e come) essere Chiesa secondo la Bibbia, Gribaudi, Milano, 2010, con presentazione di S. E. Mons. Guido Fiandino