Commento alle letture di domenica 10 Febbraio 2019 – don Enzo Pacini

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Il commento alle letture di domenica 10 Febbraio 2019 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere ยซLa Dogaiaยป di Prato.

Isaia, Pietro, Paolo: gli ยซinviatiยป del Signore

don Enzo Pacini

Nelle letture di questa domenica notiamo una particolaritร  che si verifica abbastanza raramente, ovvero che vi sia una concordanza fra tutte e tre riguardo a un determinato tema o argomento. Oggi ascoltiamo lโ€™invio in missione del profeta Isaia, che nellโ€™incontro con Dio sperimenta la sua indegnitร  ma anche una trasformazione del cuore che lo porta addirittura a proporsi: ยซEcco, manda me!ยป (Is 16,1-8; 1a lettura); nel Vangelo รจ Pietro che riconosce la sua povertร  di peccatore dopo la pesca miracolosa, mentre il Signore apre a lui una nuova via, quella di diventare pescatore di uomini (Lc 5,1-11); infine anche la seconda lettura ci presenta la testimonianza di Paolo che si sente chiamato da Cristo ad essere annunciatore della sua risurrezione, nonostante la consapevolezza di essere lโ€™ultimo fra gli apostoli, addirittura un aborto, per il suo passato di persecutore (1Cor 15,1-11).

Abbiamo quindi, ovunque, lโ€™apertura di una prospettiva nuova operata dal Signore nelle vite di persone che, da parte loro, non avrebbero particolari titoli di merito, associati a una missione grandiosa, un dono unico che รจ stato posto nelle loro mani. Vi sono poi reazioni particolari dei singoli soggetti: lโ€™entusiasmo di Isaia, che puรฒ ricordarci certi guizzi giovanili di entusiasmo che forse anche noi abbiamo provato, quando abbiamo percepito che di fronte a noi si apriva una promessa di vita. Forse non abbiamo avuto visioni ma qualcosa, qualcuno, ha aperto i nostri occhi, ci ha fatto sentire che le nostre paure potevano essere superate, potevamo prendere il nostro posto nella vita, combattere per un ideale, portare il nostro contributo: una vocazione di qualche tipo, professionale, familiare, religiosa che spinge a rimboccarsi le maniche e a dire ยซOK ci sono anchโ€™io, conta su di meยป. In Pietro, forse, la reazione รจ piรน contenuta, sappiamo, anche dal suo percorso successivo testimoniato da diversi passi evangelici, come la sua innegabile dedizione al Signore si scontrasse con fatiche, incapacitร  personali, propri punti di vista, e come questa chiamata sia maturata attraverso passaggi anche dolorosi, la paura, il rinnegamento, fino a diventare colui che, pur non possedendo niente, dona tutto quel che ha, Cristo, risanando nel suo nome lo storpio alla porta del tempio (cf. At 3,6). In Paolo lโ€™esperienza del proprio limite diventa quasi un vanto, come altrove egli afferma esplicitamente (cf. 2Cor 11,30), ma non certo per sรฉ stesso, piuttosto per lโ€™opera di Dio che si compie in questo limite.

Se in Isaia il sentirsi insufficiente, mancante, รจ un fatto preliminare, un problema da risolvere prima di gettarsi nella mischia, e in Pietro un dato con cui confrontarsi nel cammino della propria maturazione, per Paolo รจ un elemento importante e imprescindibile. Certo, forse lo si capisce solo a posteriori, come rendimento di grazie per quello che Dio ha compiuto nella nostra vita, perรฒ รจ un elemento di grande novitร  e spessore nellโ€™annuncio cristiano. Ci parla di un Dio che vuol avere a che fare con lโ€™uomo nella sua condizione concreta, segnata da ferite e cadute, cicatrici e lentezze, ma al quale Egli affida la sua parola, in ultima analisi sรฉ stesso. Un uomo zoppicante addirittura dopo la sua benedizione, come Giacobbe al torrente (cf. Gen 32,25-32), ma che riceve un nome nuovo. Eโ€™ quello che aveva compreso S. Francesco quando, alla domanda di frร  Masseo ยซperchรฉ a te tutto il mondo viene dietro?ยป risponde ยซperchรฉ nessuno รจ piรน vile e insufficiente di meยป.

Fonte

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

QUINTA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 10 Febbraio 2019 anche qui.

Lc 5,1-11 Lasciarono tutto e lo seguirono.

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesรน, stando presso il lago di Gennรจsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salรฌ in una barca, che era di Simone, e lo pregรฒ di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: ยซPrendi il largo e gettate le vostre reti per la pescaยป. Simone rispose: ยซMaestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterรฒ le retiยป. Fecero cosรฌ e presero una quantitร  enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dellโ€™altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettรฒ alle ginocchia di Gesรน, dicendo: ยซSignore, allontร nati da me, perchรฉ sono un peccatoreยป. Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; cosรฌ pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedรจo, che erano soci di Simone. Gesรน disse a Simone: ยซNon temere; dโ€™ora in poi sarai pescatore di uominiยป. E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

C: Parola del Signore. A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: La Sacra Bibbia

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