Oggi la liturgia ci propone il tema della preghiera,
Cosa vuol dire pregare? A cosa serve?
E’ l’allenamento ad accogliere quotidianamente lo Spirito.
La preghiera non serve a far conoscere a Dio i nostri desideri, nรฉ a fargli cambiare opinione.
La preghiera serve a noi per renderci capaci di accogliere ogni giorno i frammenti di vita che ci pervengono.
Se ponete un foglio di carta sotto il sole si riscalda, ma nulla piรน. Se tra il sole e la carta ponete una lente, la carta brucia.
La lente non aggiunge energia al sole, ma la concentra.
Cosรฌ la preghiera non aggiunge energia vitale a quella che giร il Signore ci concede senza riserve.
La preghiera ci rende capaci di utilizzare al massimo il dono di Dio a favore nostro e degli altri.
La preghiera serve a mantenerci sulla stessa lunghezza d’onda della Parola creatrice e consente cosรฌ una trasmissione fedele dei messaggi che attraverso di noi la Vita vuole trasmettere.
GENESI 18, 20-32
La prima lettura รจ tratta dal libro di Genesi ci presenta la preghiera insistente di Abramo perchรฉ Jahvรจ non distrugga la cittร del peccato. Abramo non si preoccupa di sรฉ, ma delle sorti della cittร .
Il principio su cui Abramo poggia la sua insistenza รจ questo: “Davvero sterminerai il giusto con l’empio?” Poi inizia la contrattazione, si passa da 50 giusti a 45, a40, a30, a20, a10.
Ogno passaggio รจ preceduto da un’affermazione di umiltร .
“Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere…”
Abramo vuol arrivare al numero dei membri della famiglia di Lot.
Contrariamente all’uomo moderno, Abramo sa bene che, polvere e cenere quale egli รจ, non ha alcun diritto di ragionare con Dio, ma รจ magnifico vedere come man mano che la conversazione procede, di fronte alla grazia benevolmente concessa da Jahvรจ, egli prende sempre maggior coraggio, sempre piรน arditamente fa leva sulla giustizia che non ignora il perdono, e si avventura sempre piรน avanti, fino ad ottenere questo sorprendente responso: che persino un esiguo numero di innocenti agli occhi di Dio conta piรน che la maggioranza di colpevoli.
Abramo รจ l’amico di Dio, ardito fino alla sfacciataggine, perchรฉ vuole conoscere Dio fino in fondo, e potremmo quasi dire che, in questa sfacciataggine, gli รจ molto perdonato perchรฉ molto ha amato. Vuole amare Dio immensamente e vuole talmente capirlo e giustificarlo agli occhi di se stesso e del mondo, che gli fa le domande piรน audaci.
Abramo lotta con Dio anche perchรฉ si sente responsabile davanti a Dio del suo fratello e della cittร dove suo fratello vive, al quale quindi รจ legata.
Abramo ha fede, fiducia in Dio che รจ il Dio della salvezza, il Dio vero, non quello che io immagino e penso, ma il Dio che agisce, giudica, opera e salva.
Abramo si richiama a un concetto di giustizia che ha giร un significato di forte superamento rispetto alle concezioni ordinarie del tempo.
LUCA 11, 1-13
Nel brano del Vangelo di Luca che leggiamo gli apostoli chiedono a Gesรน di insegnare loro a pregare, quasi ci fossero metodi originali.
Gesรน ci suggerisce invece che pregare รจ semplice come il dialogo tra un figlio e suo padre, un padre senza possessivitร alcuna sul progetto del figlio.
Gesรน dice: “quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli dร una serpe al posto del pesce, o se gli chiede un uovo, gli darร uno scorpione?”
Il pesce, l’uovo, sono simboli della vita giร concepita ma ancora da nascere, da maturare.
Pregareallora รจ presentarebal Padre l’uovo della figliolanza divina, perchรฉ lo Spirito, coprendola con le sue ali, come quando aleggiava sulle acque della creazione, la covi e la porti alla maturazione.
“Padre sia santificato il tuo nome”, la mia vita porti l’impronta del tuo nome che รจ Amore, perchรฉ tu sommo Bene, possa regnare, espanderti, trovare spazio nel nostro mondo.
“Donaci il pane di oggi” che nutrirร la tua vita in noi.
Si accenda in noi il tuo desiderio di salvare tutti gli uomini e saremo sazi come Gesรน, ogni volta che una persona ritroverร il senso della sua vita attraverso i gesti d’amore dei fratelli.
Inevitabilmente commetteremo degli sbagli, perchรฉ siamo limitati e perchรฉ ci lasci la libertร di gestire la nostra vita come vogliamo.
Ma non ci negherai il tuo Spirito che รจ perdono.
Egli ci farร prendere coscienza della nostra debolezza e, facendoci toccare la tua tenerezza, desterร nel nostro cuore sentimenti di compassione, e non piรน di giudizio, di fronte allo sbaglio altrui.
“E non c’indurre in tentazione”.
Se Dio รจ Padre, perchรฉ permette la tentazione?
Imparare a camminare suppone tante cadute, imparare a diventare un uomo, una donna, implica tante crisi.
Dio non tenta nessuno, ma ci lascia crescere.
Ad ogni evoluzione interiore corrisponde un momento di buio in cui siamo tentati di gestire a modo nostro il grado di autonomia raggiunto: รจ la prova.
Come Abramo pensava che il suo Dio, come quello degli altri popoli, chiedesse di sacrificare suo figlio, noi, in buona fede, seguiamo un Dio dei nostri schemi, senza capire che forse รจ un idolo che ci rende schiavi.
E’ necessaria allora una crisi che metterร in discussione le false sicurezze dalle quali speravamo la salvezza: denaro, successo, sesso, addirittura pratica religiosa superficiale.
A chi chiedere aiuto allora se non al Padre al quale possiamo abbandonarci senza cercare di salvarci con le nostre forze?
Il nostro รจ un Padre che non ci darร un serpente, ma lo Spirito di libertร .
Non ci resta che trovare un momento nella giornata, a cui rimanere fedeli, per affidarci totalmente al Padre e sintonizzarci con lo Spirito: รจ fondamentale, ci cambia e ci fa diventare figli!
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A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran
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XVII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
- Colore liturgico: verde
- Gn 18, 20-32; Sal 137; Col 2, 12-14; Lc 11, 1-13
[ads2]Lc 11, 1-13
Dal Vangelo secondo Luca
Gesรน si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: ยซSignore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoliยป. Ed egli disse loro: ยซQuando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”ยป.
Poi disse loro: ยซSe uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perchรฉ รจ giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta รจ giร chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerร a darglieli perchรฉ รจ suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerร a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarร dato, cercate e troverete, bussate e vi sarร aperto. Perchรฉ chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarร aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darร una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darร uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto piรน il Padre vostro del cielo darร lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 24 – 30 Luglio 2016
- Tempo Ordinario XVII, Colore verde
- Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net

