Oggi la liturgia ci parla di acqua viva, che indica la forza dello Spirito per il quale possiamo crescere come figli di Dio e rivelare agli altri il Dio di Gesรน.
Il colloquio di Gesรน con la donna samaritana apre un orizzonte di salvezza a tutta l’umanitร , al di lร di barriere e pregiudizi: la vera adorazione di Dio non รจ legata a condizionamenti umani, ma alla disponibilitร a lasciarci guidare dallo Spirito.
ESODO 17, 3-7
Per entrare nel forte messaggio del brano del Vangelo, la porta piรน adatta รจ la prima lettura, l’episodio dell’Esodo, cosรฌ provocante. Il dubbio del popolo in viaggio – “il Signore รจ in mezzo a noi, sรฌ o no?” – non nasce per un improvviso emergere dello spirito critico, nasce nella tensione tra la speranza e la disperazione. Questo popolo si era mosso perchรฉ un uomo, Mosรจ, aveva suscitato in lui la speranza della liberazione.
Tutti i profeti sono degli svegliatori di speranza. C’รจ in fondo all’uomo, individuo e collettivo, una specie di energia e fuoco sommerso che qualcuno riesce a svegliare e allora tutto si muove, il giร saputo non conta piรน e si va verso il futuro. Andare verso il futuro, lasciare – come abbiamo meditato domenica scorsa – la casa paterna, come Abramo, per andare in una regione che non si conosce, significa entrare in una situazione di rischio. Sperare รจ rischiare, รจ perdere le sicurezze, personali e collettive, ereditate.
Il popolo ebreo si trova nel deserto e si trova deluso perchรฉ invece di andare verso il meglio, รจ andato verso il peggio. Molto piรน sicura รจ la condizione di schiavitรน, dove tutto รจ regolato, il sonno, il lavoro, il cibo. Entrare nel deserto significa perdere le vecchie identitร , significa entrare in uno stato nascente. Il popolo รจ preso dalla sete e ha dinanzi a sรฉ il deserto, nasce la tentazione di fede: “Ma c’รจ Dio o no fra noi? Dio si manifesta attraverso l’impossibile: “Va con il bastone e tocca la roccia!” E’ questo il punto critico della speranza che si trova messa davanti all’impossibile.
Quante volte ci siamo trovati e ci troviamo di fronte all’impossibile, ancora oggi. Come puรฒ venire l’acqua? Come puรฒ venire la pace? Eppure la speranza deve affrontare questi nodi, perchรฉ รจ lรฌ la forza creativa. Nel caso di Mosรจ l’efficacia del gesto era garantita dalla promessa di Dio. Ma noi crediamo veramente nell’impossibile?
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I racconti del cammino d’Israele nel deserto vedono ripresentarsi periodicamente il problema della sete per mancanza d’acqua. E’ una situazione di bisogno in cui il popolo dubita della provvidenza divina, della cura di Jahveh nei suoi confronti. Questo dubbio incrina la fede del popolo, che non si fida piรน dell’amore del Signore e si abbandona alla mormorazione. Il popolo mette alla prova Dio, dichiarandosi pronto a obbedire alla condizione di un segno.
Il rifiuto di abbandonarsi con fiducia nelle mani di Dio, diventa contestazione di Mosรจ come guida. Egli viene rimproverato di aver condotto il suo popolo in un cammino di libertร . La libertร che il popolo ha trovato รจ troppo impegnativa ed esso si trova a rimpiangere la schiavitรน d’Egitto: “Perchรฉ ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?” Sembra che l’attore vero dell’esodo sia stato un uomo, e non il Signore! Ma il Signore si dimostra ancora una volta misericordioso e dona l’acqua. In quest’acqua che scaturisce dalla roccia diventa dunque percepibile la meravigliosa misericordia di Dio verso questo popolo ostinato, ribelle e diffidente.
GIOVANNI 4, 5-42
AMICI, non pensate che questo racconto, che leggiamo sia cronaca di quello che รจ accaduto al pozzo di Giacobbe. E’ espressione della comunitร di Giovanni, che esprime il messaggio di Gesรน secondo la modalitร con cui lo viveva.
La contraddizione tra giudei e samaritani era remota, aveva radici storiche molto lontane, che risalivano all’VIII secolo (quindi ottocento anni prima), quando gli Assiri invasero quelle zone (la Galilea e la Samaria) e impiantarono lรฌ dei coloni che avevano altre religioni.
Per di piรน dopo l’esilio (quindi VI-V secolo), quando gli ebrei tornano da Babilonia, questa opposizione si accentuรฒ fortemente, perchรฉ i samaritani avevano acquistato importanza politica, commerciale e militare e vedevano con timore il risorgere di Gerusalemme, per cui avevano tentato in tutti i modi di impedire la ricostruzione di Gerusalemme. Quando chiesero a tutti gli ebrei che avevano sposato donne straniere di mandarle a casa, perchรฉ la razza ebraica doveva restare pura, un sacerdote autorevole, che amava molto sua moglie, si rifiutรฒ di mandarla a casa e fu degradato dal sacerdozio del tempio. Lui andรฒ in Samaria e iniziรฒ il culto sul monte Garizim, proprio in opposizione al culto di Gerusalemme.
“Dammi da bere”. Un uomo seduto presso un pozzo, intento a chiedere da bere a una donna venuta ad attingere acqua, nella simbolica biblica molto chiara per la gente comune al tempo di Gesรน, significava cercare una donna per sposarla. Eliezer, il servo di Abramo, Giacobbe, Mosรจ si siedono presso un pozzo per trovare la futura moglie. Anche qui รจ come se il Signore chiedesse alla donna di Samaria di sposarlo e, attraverso di lei, lo chiedesse a tutti noi. A lui non importa l’apparenza, il valore umano o morale delle persone: ha scelto come apostoli gente incolta, peccatrice, rozza; ora si ferma a parlare con la peggiore donnaccia del paese.
Se ci fosse un fariseo, penserebbe senz’altro in cuor suo: “Se costui fosse profeta, saprebbe chi e che specie di donna รจ colei alla quale chiede da bere: รจ una peccatrice. Eppure proprio a lei, che ha perso il conto dei suoi uomini, a lei l’eretica, la samaritana disprezzata dai giudei, Gesรน rivela ciรฒ che non ha ancora detto a nessun discepolo: la sua messianicitร . A Cristo non importa tanto la correttezza morale quanto la disponibilitร a rivedersi in modo critico.
In quella prostituta Gesรน vede un cuore assetato di vera adorazione e le dichiara una cosa che, neppure noi oggi, abbiamo ancora capito: che il Padre non vuol essere adorato secondo questa o quella tradizione religiosa, da gente che si sente in regola, ma in spirito e veritร . Infine quella persona talmente disprezzata in paese, da scegliere l’ora piรน calda per non incontrarsi con le altre donne, diventa apostola convincente perchรฉ straordinariamente autentica: “Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto.
Che sia forse il Messia?”. Chi infatti meglio di lei, di cui tutti conoscono la vita disordinata, puรฒ annunciare la tenerezza di colui che รจ venuto a salvare, non a condannare? Chi meglio dell’emarginato, disprezzato persino da se stesso, รจ capace di sposare il cuore di Dio, questo cuore trafitto d’amore per l’umanitร , per tutta l’umanitร , dal barbone al vescovo? Ecco l’adorazione in spirito e veritร , lo stupore di fronte alla tenerezza di colui che sonda l’abisso della nostra miseria senza spaventarsene, permettiamoci di accoglierci in veritร , in quel nostro nulla che ci fa simili e fratelli.
Amici, non abbiamo paura delle nostre fragilitร , difetti, errori, vuoti…siamo disponibili a guardarli come parte della nostra realtร , senza giudicarci ma cercando di rivederci in modo critico, sotto lo sguardo amorevole e tenero dello Spirito di Gesรน: lui ci suggerirร come modificare la nostra vita.
A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran
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III Domenica del Tempo di Quaresima
- Colore liturgico: Viola
- Es 17, 3-7; Sal.94; Rm 5, 1-2. 5-8; Gv 4, 5-42
Gv 4, 5-42
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesรน giunse a una cittร della Samarรฌa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesรน dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesรน: ยซDammi da bereยป. I suoi discepoli erano andati in cittร a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: ยซCome mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?ยป. I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesรน le risponde: ยซSe tu conoscessi il dono di Dio e chi รจ colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua vivaยป. Gli dice la donna: ยซSignore, non hai un secchio e il pozzo รจ profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse piรน grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?ยป.
Gesรน le risponde: ยซChiunque beve di quest’acqua avrร di nuovo sete; ma chi berrร dell’acqua che io gli darรฒ, non avrร piรน sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darรฒ diventerร in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eternaยป. ยซSignore – gli dice la donna โ, dammi quest’acqua, perchรฉ io non abbia piรน sete e non continui a venire qui ad attingere acquaยป. Le dice: ยซVa’ a chiamare tuo marito e ritorna quiยป. Gli risponde la donna: ยซIo non ho maritoยป. Le dice Gesรน: ยซHai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non รจ tuo marito; in questo hai detto il veroยป.
Gli replica la donna: ยซSignore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che รจ a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorareยป. Gesรน le dice: ยซCredimi, donna, viene l’ora in cui nรฉ su questo monte nรฉ a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciรฒ che non conoscete, noi adoriamo ciรฒ che conosciamo, perchรฉ la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed รจ questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e veritร : cosรฌ infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio รจ spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e veritร ยป. Gli rispose la donna: ยซSo che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrร , ci annuncerร ogni cosaยป. Le dice Gesรน: ยซSono io, che parlo con teยป.
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: ยซChe cosa cerchi?ยป, o: ยซDi che cosa parli con lei?ยป. La donna intanto lasciรฒ la sua anfora, andรฒ in cittร e disse alla gente: ยซVenite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?ยป. Uscirono dalla cittร e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: ยซRabbรฌ, mangiaยป. Ma egli rispose loro: ยซIo ho da mangiare un cibo che voi non conosceteยป. E i discepoli si domandavano l’un l’altro: ยซQualcuno gli ha forse portato da mangiare?ยป. Gesรน disse loro: ยซIl mio cibo รจ fare la volontร di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che giร biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perchรฉ chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciรฒ per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro faticaยป.
Molti Samaritani di quella cittร credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: ยซMi ha detto tutto quello che ho fattoยป. E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase lร due giorni. Molti di piรน credettero per la sua parola e alla donna dicevano: ยซNon รจ piรน per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perchรฉ noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi รจ veramente il salvatore del mondoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 19 – 25 Marzo 2017
- Tempo di Quaresima III, Colore viola
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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