Il tema della liturgia di oggi รจ l’evento dell’inizio dell’incarnazione, che dura poi tutta la vita di Gesรน fino alla Resurrezione, fino alla Pasqua. E’ l’evento che continua ancora oggi nella nostra piccola storia, perchรฉ anche in noi il figlio di Dio deve crescere, grazie allo Spirito. Occorre perciรฒ che noi lo accogliamo, altrimenti abbiamo il potere di non fare incarnare in noi il figlio di Dio!
Dio non impone, offre la possibilitร , non c’รจ nulla di predeterminato.
ISAIA 7, 10-14
Nella profezia che leggiamo nella prima lettura, il profeta Isaia, quando scriveva quella pagina, quando parla della giovane che mette al mondo un figlio, noi siamo portati a pensare che si riferisse a Maria, a Gesรน, invece si riferiva al figlio del re che doveva nascere e lo considerava come garanzia della promessa di Dio e della sua fedeltร .
Solo gli ebrei leggevano gli eventi come indicazione dei criteri per vivere il presente, per cui i discepoli di Gesรน hanno riflettuto sulla missione che Gesรน ha compiuto, si sono riferiti agli eventi del passato per avere la chiave per capire ciรฒ che accadeva. Cosรฌ avviene per noi: non รจ che Dio ci impone nulla. Anche nelle nostre esperienze, nelle nostre situazioni, nei rapporti che viviamo con gli altri, non รจ che dobbiamo pensare: “Dio ha voluto questo, l’ha deciso per me e io debbo viverlo accettando quello che accade”.
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Questo รจ un modo sbagliato di pensare all’azione di Dio, che purtroppo รจ molto diffuso.
I mussulmani ce l’hanno come criterio assoluto, ma per noi cristiani questo non dovrebbe mai essere pensato, perchรฉ l’azione di Dio ci offre molte possibilitร , in tutte le situazioni.
Quello che per noi รจ assoluto รจ questo: noi siamo certi che in qualsiasi situazione ci veniamo a trovare, anche negativa, anche causata dalla violenza degli altri, anche contraria al volere di Dio – come รจ successo a Gesรน per la croce – la forza dell’amore di Dio, la forza creatrice che ci attraversa ci puรฒ condurre lร dove ci chiama, ad assumere il nome di figli. Perchรฉ nessuna creatura รจ in grado di annullare la forza della vita che in noi si esprime.
La prima lettura ci parla dell’incontro del profeta Isaia con il re Acaz. Il profeta esorta il re a credere nel Signore, perchรฉ nella fede e non nelle alleanze militari troverร stabilitร e sicurezza. Purtroppo il sovrano non accoglie con fede le parole del profeta, lo dimostra il fatto che non accetta di chiedere un segno. Se solitamente sono gli uomini a chiedere un segno a Dio, qui รจ Dio a invitare a sollecitare la richiesta di un segno.
Il re pretende di essere il vero credente che non mette alla prova Dio. Ma l’incredulitร del re non รจ ostacolo alla fedeltร di Dio: “Pertanto il Signore stesso vi darร un segno. Ecco: la vergine concepirร un figlio, che chiamerร Emanuele”.
Il significato potrebbe essere questo: la cittร non cadrร nelle mani dei siriani grazie alla protezione del Signore, e il segno che attesterร il compiersi della parola divina sarร proprio il fatto che la sposa del re rimarrร incinta, partorirร e poi alleverร il discendente legittimo, che salirร sul trono di Davide. Cosรฌ quel bambino mostrerร come Dio sia davvero fedele alla promessa, si sia rivelato come il “Dio con noi”. Peraltro va sottolineato che l’oracolo prosegue parlando della dieta del bambino di panna e miele.
Ciรฒ significa che il bambino, la cui presenza รจ segno della fedeltร di Dio, dovrร affrontare un tempo di dolore e prova: la salvezza arriverร attraversando questo tempo. In definitiva, la promessa dell’Emmanuele indica un paradossale segno: nella normalitร della nascita di un erede, il Signore conferma la sua presenza nella vicenda della dinastia di Davide. Questo, nonostante l’incredulitร di Acaz! Dio opera malgrado il rifiuto del re e la sua presenza interpella la decisione di fede.
MATTEO 1, 18-24
In preparazione al Natale, siamo sollecitati a costruire reti di comunicazione per far circolare nel nostro ambiente l’azione di Dio, in capacitร di perdono, di servizi reciproci. Dio รจ in mezzo a noi, รจ lร dove รจ accolto, perchรฉ dove non รจ accolto, non puรฒ esserci.
Se il primo messaggio delle letture di oggi รจ legato al nome “Emmanuele”, cioรจ “Dio con noi”, il secondo messaggio รจ legato al nome di Gesรน: “Gli darai nome Gesรน”, sente dire Giuseppe in sogno. Il sogno รจ l’ambito dove si esprime l’inconscio, cioรจ quella forza profonda che indica la trascendenza della nostra condizione.
“Gesรน” significa “Dio salva”. Salva dai peccati, perchรฉ “libererร il popolo dai suoi peccati”. Il riferimento immediato รจ il nostro peccato.
Perchรฉ viene nominato il peccato in rapporto alla nascita di Gesรน? Perchรฉ non nasce un uomo nuovo dove impera l’egoismo, dove c’รจ la ricerca del proprio interesse, dove c’รจ la preoccupazione esclusiva dei propri beni, l’azione di Dio non puรฒ esprimersi.
Celebrare il Natale significa rendersi disponibili a rendere presente Dio nella nostra vita.
Giuseppe e Maria sbocciano come un fiore sorprendente dalla lunga attesa del piccolo resto d’Israele, come se, per farlo spuntare, le generazioni si fossero succedute in un cammino di purificazione sempre piรน lungo al progetto di Dio. Giuseppe e Maria sembrano essere il riflesso della mitica coppia, quella di Adamo ed Eva, smarrita nella ricerca della propria realizzazione, nella dimenticanza d’ogni riferimento al Creatore.
Dopo la loro disobbedienza, entrano nella dialettica del male che rimbalzerร , tra accuse e sensi di colpa, in un intreccio di violenze e di menzogne, lungo la storia dell’umanitร . Adamo accusa Eva e subito dopo Eva pretende di “aver acquistato Caino da Dio”, negando cosรฌ la parte dell’uomo in quella nascita.
Giuseppe, invece, non vuole ripudiare Maria pubblicamente e cerca cosa fare per non rovinarla. Adamo aveva scoperto nel sonno la donna che gli avrebbe rivelato la bellezza della relazione. Giuseppe si addormenta, alle prese anche lui con la solitudine, nella ricerca di una soluzione che rispetti Maria. Ed ecco la risposta: “Non temere di prendere con te Maria, รจ tua sposa”.
Accusando, Adamo perde la relazione con Eva, si ritrova solo, nella vergogna, mentre lei lo rinnega. La donna รจ data all’uomo – e viceversa – come specchio per entrare in relazione con se stesso e come scoperta dell’alteritร in una meraviglia che genera l’amore. Ma appena il dialogo si inceppa tra i due si smarriscono in un desiderio vano, nel quale dimenticano la loro identitร di figli di Dio, la relazione finisce. Comincia la rivalitร e addirittura la denuncia della propria colpa, attribuita all’altro. Non รจ forse la storia di molte coppie?
Giuseppe invece รจ un “giusto”, non ha peccato, non รจ sceso a compromessi con il male, perciรฒ non gli viene in mente d’imputare a Maria una colpa. Non capisce quello che succede ma non vuole ergersi a giudice: lascia lo spazio vuoto, vive l’angoscia fino in fondo, senza scaricarla con la denuncia. Cosรฌ ritrova Maria. Non solo gli viene restituita come donna, ma con lei gli รจ dato il Figlio, l’atteso del popolo d’Israele, il dono di Dio all’umanitร . A lui, perchรฉ padre, toccherร persino imporgli un nome, che preannuncerร il suo destino: Gesรน, Dio salva.
Ci avviciniamo al Natale, non lasciamoci prendere dalle corse senza senso o da tristezze perchรฉ non abbiamo una famiglia come vorremmo, viviamo con apertura le relazioni che abbiamo, qualunque esse siano, introduciamo, come Giuseppe, amore, rispetto e generositร nelle nostre relazioni di parentela, di amicizia o di semplice vicinanza.
A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran
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Quarta domenica di Avvento
- Colore liturgico: viola
- Is 7, 10-14; Sal.23; Rm 1, 1-7; Mt 1, 18-24
Mt 1, 18-24
Dal Vangelo secondo Matteo
Cosรฌ fu generato Gesรน Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovรฒ incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poichรฉ era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensรฒ di ripudiarla in segreto.
Perรฒ, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: ยซGiuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che รจ generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darร alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesรน: egli infatti salverร il suo popolo dai suoi peccatiยป.
Tutto questo รจ avvenuto perchรฉ si compisse ciรฒ che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: ยซEcco, la vergine concepirร e darร alla luce un figlio: a lui sarร dato il nome di Emmanueleยป, che significa “Dio con noi”.
Quando si destรฒ dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sรฉ la sua sposa.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 18 – 24 Dicembre 2016
- Tempo di Avvento IV, Colore viola
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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