Commento alle letture del Vangelo del 11 settembre 2016 – Carla Sprinzeles

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[ads2]L’insegnamento di questa liturgia รจ proprio il nucleo centrale dell’insegnamento di Gesรน e ci porta al cuore degli insegnamenti da lui vissuti.
Questo insegnamento infatti Gesรน l’ha vissuto “fino alla fine”, fino all’estremo, alla forma suprema di amore, che รจ dare la vita, per gli amici, ma poi anche per i nemici, perchรฉ Gesรน ha perdonato coloro che l’uccidevano.
Quindi il messaggio di questa liturgia ha due risvolti: il primo riguarda noi come peccatori e il secondo riguarda noi come discepoli di Gesรน, chiamati a continuare nel tempo la sua missione di portare il male del mondo, di rivelare cioรจ la misericordia di Dio.

ESODO 32, 7-11; 13-14
La prima lettura รจ tratta dall’Esodo, il popolo ebraico non vedendo tornare Mosรจ dal monte, si radunรฒ attorno ad Aronne e gli disse: “Facci un Dio che vada davanti a noi, perchรฉ di questo Mosรจ, l’uomo che ci ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, non sappiamo cosa gli sia accaduto”.
Considerano Mosรจ come un Dio, che deve provvedere ai loro bisogni e lo sostituiscono con il vitello d’oro per questo compito.
Mosรจ immagina che Dio gli dica: “Lascia che li distrugga. Di te farรฒ una grande nazione.”
Il profeta รจ cresciuto nel rapporto con Dio e ricorda le promesse fatte ai patriarchi.
Dio non puรฒ mancare ai suoi giuramenti.
Lui solo รจ garante delle sue promesse.
Il popolo non รจ suo ma di Dio!
Sia Mosรจ sia il popolo attraversano a questo punto una grave crisi d’identitร ; ne รจ testimone il fatto che il profeta spezza le tavole della legge.
E’ la spaccatura tra l’Essere e la creatura, tra l’identitร  vera, che manifesta il bene e gli inevitabili tentennamenti e fallimenti.
Il risultato รจ la dilatazione della legge in particolari innumerevoli, come per colmare tutte le crepe d’identitร  possibili.
Mosรจ come il popolo รจ in cammino.
Il Signore non aspetta la perfezione per entrare nell’esistenza umana: “Il Signore parlava a Mosรจ faccia a faccia, come un uomo parla a un suo amico.”
L’intercessione di Mosรจ, prefigura quella del Cristo che, resosi solidale con l’uomo, intercede per noi presso il Padre.
La risposta di Dio a questa intercessione riafferma la fedeltร  di Dio nella parola e nell’azione, ed egli riprende a chiamare “suo popolo” quel popolo infedele.
Forse il piรน patetico tra gli aspetti del mediatore รจ quel rifiuto di dissociarsi dal popolo peccatore per essere principio di un nuovo popolo, come era stato Abramo.
C’รจ il rischio che, all’interno del nostro rapporto con Dio, ci formiamo il nostro “vitello d’oro”, fatto di premi e di castighi.
Mosรจ, l’intercessore, ci libera da questa immagine di un Dio opprimente e ci ridona al Dio della storia, di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.
Mosรจ si mette dalla parte del popolo “di dura cervice” e implora misericordia.

LUCA 15, 1-32
Come abbiamo sentito nella prima lettura Mosรจ si mette dalla parte del popolo di “dura cervice”, anche Gesรน s’รจ messo dalla parte dei peccatori e per questo veniva accusato.
Difatti “I farisei e gli scribi mormoravano: “Costui riceve i peccatori e mangia con loro”.
Gesรน non nega questo, ma lo giustifica come rivelazione della misericordia di Dio: difatti il medico va alla ricerca dei malati, non dei sani.
Il primo dato essenziale รจ quello di riconoscere il male nella nostra vita, perchรฉ allora possiamo invocare la misericordia di Dio e diventare strumenti della sua misericordia, del suo amore.
Il messaggio delle parabole di Gesรน รจ che al fondo c’รจ una forza positiva, c’รจ un Bene senza limiti.
Non lo possiamo esprimere compiutamente, perchรฉ siamo limitati, peccatori, ma la forza c’รจ.
E’ questo che dobbiamo riconoscere nella nostra vita.
Dio รจ misericordia, cioรจ amore che non ha confini.
I confini li poniamo noi, con i nostri limiti, con le nostre insufficienze, ma l’amore cioรจ la forza della vita che viene da Dio, non ha confini e puรฒ condurci a traguardi che ora non possiamo neppure immaginare, ma che dando fiducia possiamo accogliere e un giorno realizzare.
Dio non accetta la sconfitta, non crede che l’uomo sia irrecuperabile!
Nelle parabole che leggiamo oggi Gesรน ci dice come agisce Dio con coloro che sono perduti e traviati. Compreso quando si tratta di coloro che si perdono per colpa propria.
Gesรน non si limita a raccontare della pecora che si smarrisce o della moneta che si perde.
Racconta le peripezie di un ragazzo, che ha la sfacciataggine di chiedere a suo padre l’intera ereditร  che gli spettava, che spese “vivendo in modo dissoluto” e che quando vide che moriva di fame, si ricordรฒ di suo padre e ritornรฒ a casa.
Ciรฒ che Gesรน raccontรฒ in questa parabola รจ che il ragazzo, affinchรฉ il padre non gli sbattesse la porta in faccia, preparรฒ un discorsetto con l’idea di presentare le sue spiegazioni e scuse.
Ma l’incredibile รจ che il padre amava tanto suo figlio e aveva tanta voglia di accoglierlo che non lo lasciรฒ neanche parlare.
Semplicemente lo abbracciรฒ e lo riempรฌ di baci.
Ciรฒ che importa al padre รจ il fatto che il figlio sia tornato a casa e stia con lui.
Gli prepara una festa con il meglio che ha in casa.
C’รจ poi il “fratello maggiore” che era buono, ma disprezzava il perduto che era suo fratello.
Quello che colpisce รจ che questo fratello maggiore si relaziona con suo padre come fosse un capo o un padrone a cui bisogna sottomettersi e si lamenta se il capo non gli dร  ciรฒ che pensa sia un suo diritto: neanche un capretto per banchettare con gli amici.
E’ una storia strana, noi ci identifichiamo piรน con il fratello maggiore, ma Gesรน vuole dare la risposta ai farisei, all’idea che i farisei avevano su Dio.
Dio non vede i peccatori come persone cattive ma come persone bisognose e abbandonate.
Dio non รจ come normalente ce lo immaginiamo.
Dio รจ tanto svisceratamente umano che ci sconcerta fino al punto da risultarci strano, stravagante e per alcuni scandaloso.
Ci rivela non solo la sua profonda umanitร , ma il grado di disumanizzazione a cui siamo arrivati, senza renderci conto di ciรฒ che realmente ci accade.

Amici, il Padre aspetta ognuno di noi. la sua tavola รจ apparecchiata, non ci chiede conti, ci apre la porta dell’amore.
Solo chi si crede giusto e non ha necessitร  di essere salvato non trova Dio: non ne ha bisogno, perchรฉ in fondo rifiuta di essere creatura, di essere limitato.
Non riconosciamo il nostro peccato e ci difendiamo, troviamo mille scuse, non ci fidiamo dell’amore.
FIDIAMOCI!

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A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran

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XXIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

[ads2]Lc 15, 1-32
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesรน tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: ยซCostui accoglie i peccatori e mangia con loroยป.

Ed egli disse loro questa parabola: ยซChi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finchรฉ non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perchรฉ ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: cosรฌ vi sarร  gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, piรน che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.

Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finchรฉ non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perchรฉ ho trovato la moneta che avevo perduto”. Cosรฌ, io vi dico, vi รจ gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converteยป.

Disse ancora: ยซUn uomo aveva due figli. Il piรน giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio piรน giovane, raccolte tutte le sue cose, partรฌ per un paese lontano e lร  sperperรฒ il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciรฒ a trovarsi nel bisogno. Allora andรฒ a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandรฒ nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornรฒ in sรฉ e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerรฒ, andrรฒ da mio padre e gli dirรฒ: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono piรน degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzรฒ e tornรฒ da suo padre.

Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettรฒ al collo e lo baciรฒ. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono piรน degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito piรน bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perchรฉ questo mio figlio era morto ed รจ tornato in vita, era perduto ed รจ stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.

Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udรฌ la musica e le danze; chiamรฒ uno dei servi e gli domandรฒ che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello รจ qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perchรฉ lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignรฒ, e non voleva entrare. Suo padre allora uscรฌ a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che รจ tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciรฒ che รจ mio รจ tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perchรฉ questo tuo fratello era morto ed รจ tornato in vita, era perduto ed รจ stato ritrovato”ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 11 – 17 Settembre 2016
  • Tempo Ordinario XXIV, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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