Commento alle letture del Vangelo del 11 dicembre 2016 – Carla Sprinzeles

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Oggi la liturgia ci invita a gioire e il messaggio sia del brano di Isaia che delle altre letture, รจ un messaggio che ispira coraggio, incita a riprendere il cammino.
Le difficoltร  sono numerose nella nostra vita, ma possiamo superarle, se teniamo presente il traguardo cui siamo chiamati, quel “nome scritto nei cieli” come lo chiamava Gesรน, l’identitร  nostra filiale che giorno dopo giorno si costruisce nei rapporti, nelle esperienze.

Il messaggio che Gesรน concentra, richiamandosi alla figura di Giovanni, รจ molto importante, perchรฉ indica qual era la ragione dell’efficacia dell’attivitร  di Giovanni – attivitร  di “precursore”.
Perchรฉ c’era bisogno di un precursore e quindi di una preparazione?
Se si concepisce la venuta di Gesรน come la discesa di un essere divino non ci sarebbe bisogno di nessuna preparazione, ma l’incarnazione non รจ la discesa di un essere divino sulla terra, bensรฌ il fiorire dell’azione di Dio sulla terra, dalla terra, cioรจ dalla fedeltร  degli uomini.

Questa รจ una legge fondamentale della salvezza, che รจ quella che chiamiamo la legge dell’incarnazione: l’azione di Dio deve diventare azione di uomini per essere efficace sulla terra.
Occorrono persone fedeli, e perchรฉ queste ci siano ci devono essere preparazioni, ci devono essere incontri, fedeltร  intrecciate di persone che rendono possibile all’azione di Dio, al suo amore di esprimersi.
Noi dovremmo avvertire la necessitร  di questa funzione, a questo siamo chiamati come comunitร  ecclesiale. Occorre coerenza, fedeltร , essenzialitร , povertร  e distacco.

ISAIA 35, 1-6. 8. 10

Nella pagina che leggiamo di Isaia c’รจ un quadro pieno di luce e di speranza. “Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa…”. Il deserto si trasforma in meraviglioso frutteto, in un giardino di delizie; attraverso esso passeranno i rimpatriati di Sion, gli esuli ritornano in patria.

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L’immagine cosmologica suggerisce una profonda trasformazione che avviene nell’animo dei deportati, per cui tristezza, avvilimento, scoraggiamento vengono radicalmente superati non attraverso uno sforzo della volontร , ma attraverso un dono del Signore, che ricrea e fa fiorire ogni cosa. Certamente questo non avviene contro o senza la libertร  umana, per cui anche coloro che ritornano devono mettere il loro sforzo, la loro collaborazione, irrobustendo le mani fiacche e rendendo salde le ginocchia vacillanti. E’ un ritrovare la forza nel Signore stringendo i legami comunitari, assumendosi la responsabilitร  per i piรน deboli, aiutandoli a ritrovare il cammino di fede.

Si comprende cosรฌ l’esortazione da rivolgere agli smarriti di cuore, esortazione che addita alla fede il venire di Dio, la salvezza divina che sta per visitare il popolo. Il Signore non รจ un Dio indifferente e lontano, ma รจ il Dio legato da alleanza con il suo popolo; รจ un Dio solidale, รจ un Dio che vuole salvare. Gli occhi dei ciechi che si dischiudono alla luce, le orecchie dei sordi che si aprono all’ascolto, la bocca del muto che innalza grida di gioia, come pure i salti di esultanza di coloro che prima erano zoppi, sono immagini somatiche per indicare un profondo rinnovamento interiore, il superamento di quella mancanza di coraggio, segno di un affievolirsi della fede.

Il testo riprende le tematiche dell’esodo: il Signore cammina in testa al gruppo di coloro che rimpatriano, come era avvenuto dopo l’uscita dall’Egitto. Questa strada รจ il simbolo di una vita morale diventata praticabile, rispondente al desiderio profondo di un cuore trasformato. E’ una via che il popolo puรฒ percorrere ora che รจ stato trasformato dall’esperienza dell’amore divino. L’oracolo annuncia un mondo radicalmente rinnovato, totalmente “altro” rispetto al mondo segnato dal peccato, dal dolore e dalla morte.

MATTEO 11, 2-11

Questa pagina del Vangelo ha due quadri ben distinti.
Il primo quadro รจ relativo all’interrogativo posto a Gesรน dai discepoli di Giovanni in nome suo: ” Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?” Il secondo quadro ci riferisce l’interpretazione che Gesรน dร  della vita di Giovanni e della sua missione, come colui che prepara la strada.
La vita si offre nella sua novitร  e spesso non sappiamo coglierla, non sappiamo riconoscere il bene nascosto nell’apparente contraddizione.

Giovanni si era preparato nella penitenza piรน austera alla venuta del Messia, ma tutto sembrava svolgersi al contrario del previsto: era in carcere per volontร  di una donna adultera anzichรฉ continuare a preparare il popolo a ricevere degnamente colui che tutti aspettavano.
Gesรน di Nazareth, nel quale aveva creduto di riconoscere il Messia, sembrava contraddire le minacce proferita dal Battista nel tentativo di purificare il cuore della gente. Gesรน non pronunciava nessun giudizio contro i peccatori, anzi, banchettava con loro ed era amico di chi non osservava la Legge.

Giovanni aveva forse sbagliato tutto? Eppure Gesรน stesso lo ammira, lo dichiara piรน grande di un profeta, anzi il piรน grande di tutti. Lui stesso, nato da donna, parla di Giovanni come se si ritenesse piรน piccolo di lui. Sรฌ, tra i figli dell’uomo il Battista incarna un record, una perfezione forse mai raggiunta nella storia, ma il piรน piccolo in quel Regno del Messia, in cui nessuno giudica l’altro, sarร  piรน grande di lui.

Giovanni fa parte di un’epoca in cui il popolo eletto doveva dimostrarsi degno del suo Dio. Gesรน invece introduceva dinamiche ancora inedite di relazione con il Padre: “Andate e riferite a Giovanni ciรฒ che voi udite e vedete: ai poveri รจ predicata la buona novella e beato colui che non si scandalizza di me”. I poveri, quegli emarginati che erano maledetti perchรฉ non conoscevano la legge e tanto meno la potevano osservare, sono messi a contatto con una parola di liberazione e non piรน di condanna.

“Sono venuto a salvare, non a condannare”, ripete il Nazareno. Il piรน grande nel suo Regno, cioรจ in quella nuova mentalitร  che dovrebbe cambiare il rapporto dell’uomo con Dio, con il prossimo e con l’universo, non sarร  piรน il perfetto, l’eroe della penitenza, ma colui che saprร  scorgere dietro ogni errore una persona che soffre e che saprร  fargli incontrare il Dio della tenerezza, offrendogli un’accoglienza incondizionata. Il piรน grande sarร  colui che saprร  cogliere l’offerta del Bene, le risorse della vita in ogni evento e condividere con i fratelli.

“Il vangelo รจ annunziato ai poveri” – era un tratto caratteristico della scelta fatta da Gesรน, per un certo verso sconvolgente, perchรฉ se uno doveva immaginare un rinnovamento della societร  del tempo, avrebbe dovuto rivolgersi ai sommi sacerdoti, a coloro che guidavano il popolo in quella situazione storica. Si rivolgeva ai poveri per liberarli dall’ingiustizia e dall’emarginazione.

Anche a noi รจ chiesto di far riflettere nelle nostre azioni, l’azione di Dio. Possiamo anche noi dire, almeno qualche volta nella nostra esistenza, non “gli altri ci stimano, c’รจ il successo, sono sicuro del mio futuro..”, no, possiamo dire: “Ho trasmesso la forza di vita che viene da Dio?” possiamo dire: “Andate e riferite ciรฒ che vedete ed ascoltate”? Perchรฉ l’avventura di Gesรน continua ancora nel tempo, non รจ finita. Se fosse finita non avrebbe detto: “verrร  lo Spirito, vi condurrร  alla veritร  tutta intera.”
La gioia puรฒ derivare solo, in quella forma piena, da questa fedeltร  all’azione di Dio, perchรฉ รจ il Dio che rende giustizia, รจ il Dio che stabilisce la pace e che dona la gioia agli uomini.

Amici, occorre che incarniamo nella nostra vita l’azione di Gesรน per far proseguire la sua missione. E’ un impegno che lui stesso porta avanti se glielo consentiamo.
Buona preparazione all’avvento del Regno dalla nuova mentalitร  non giudicante.

A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran

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Terza domenica di Avvento

Mt 11, 2-11
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandรฒ a dirgli: ยซSei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?ยป. Gesรน rispose loro: ยซAndate e riferite a Giovanni ciรฒ che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri รจ annunciato il Vangelo. E beato รจ colui che non trova in me motivo di scandalo!ยป.

Mentre quelli se ne andavano, Gesรน si mise a parlare di Giovanni alle folle: ยซChe cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sรฌ, io vi dico, anzi, piรน che un profeta. Egli รจ colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerร  la tua via”.

In veritร  io vi dico: fra i nati da donna non รจ sorto alcuno piรน grande di Giovanni il Battista; ma il piรน piccolo nel regno dei cieli รจ piรน grande di luiยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 11 – 17 Dicembre 2016
  • Tempo di Avvento III, Colore rosa
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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