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I cristiani e le altre religioni
Nel vangelo di oggi (Marco 9,38-48) l’apostolo Giovanni, riflettendo la mentalitร corrente, esprime un atteggiamento bocciato giร da Mosรจ (prima lettura, Numeri 11,25-29). Dice: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perchรฉ non ci seguiva” (cioรจ non รจ dei nostri). Simili atteggiamenti si riscontrano numerosi, nella storia e nell’attualitร , a riflettere la mentalitร settaria di chi ritiene di detenere il monopolio della veritร , della giustizia, del bene, e considera usurpatori quanti in qualche misura lo condividono. Ma per i cristiani non รจ, non deve essere cosรฌ. “Non glielo impedite”, comanda Gesรน; “chi non รจ contro di noi รจ per noi”.
[ads2]Nei secoli, come tuttora specie da parte dei missionari, l’aderenza al vangelo ha portato i cristiani a creare ospedali, scuole, orfanotrofi, mense per i poveri e una miriade di altre opere di assistenza e di promozione della dignitร umana. Se poi, come รจ avvenuto spesso, di quelle opere i governi si sono appropriati (magari anzi, riconoscendone l’utilitร e disponendo di mezzi piรน cospicui, incrementandone numero e qualitร ), nessuna recriminazione! Se il bene vien fatto, non importa da chi; la caritร cristiana trova sempre nuovi campi di applicazione. Qualche problema semmai sorge con chi pretende di appropriarsi della veritร , assumendo un atteggiamento intollerante verso i portatori di altri principi e valori, un atteggiamento che non di rado, anche ai nostri tempi, sfocia in tentativi di prevaricazione quando non – lo sanno bene i cristiani di troppi Paesi di questo mondo – in forme aperte o subdole di persecuzione. In proposito torna utile quanto ha affermato il Concilio Vaticano II (“Nostra aetate”, 2) circa i rapporti con le religioni non cristiane: “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto รจ vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella Veritร che illumina tutti gli uomini. Essa perรฒ annuncia, ed รจ tenuta ad annunciare, il Cristo (…); perciรฒ esorta i suoi figli affinchรฉ, con prudenza e caritร , per mezzo del dialogo e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni, sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana, riconoscano i valori che si trovano in essi”.
Dunque, il Concilio ribadisce che i cristiani non sono una setta; pur senza tradire le proprie convinzioni, sono felici di riconoscere in quelle di altri le consonanze con le proprie, e sono disposti a collaborare con loro per il bene comune; hanno il diritto-dovere di proporre quello in cui credono, ma non pretendono di imporre nulla a nessuno, e si aspettano dagli altri lo stesso atteggiamento.
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Il vangelo di oggi tocca poi un altro argomento. Per comprenderlo, occorre precisare il significato di due parole. La prima: quando Gesรน parla dei “piccoli”, non intende tanto i bambini quanto piuttosto i poveri e gli emarginati, nonchรฉ le persone fragili, dalla personalitร insicura, facilmente impressionabili e portati a imitare i comportamenti altrui. La seconda รจ la parola “scandalo”, che di per sรฉ indica una pietra che fa inciampare il viandante e lo fa cadere; Gesรน la usa in senso morale, per designare quelle parole e quei comportamenti che inducono i “piccoli” a cadere in peccato, di qualunque genere sia. Chi ne fosse la causa ne porta tutta la responsabilitร , con conseguenze gravissime: il divino Maestro lo proclama con parole tra le sue piรน severe, che non richiedono commento ma solo da parte nostra un risveglio del senso di responsabilitร . Ha detto: “Chi scandalizzerร uno solo di questi piccoli che credono in me, รจ molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare”.
mons. Roberto Brunelli | Qumran
XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: verde
- Nm 11, 25-29; Sal.18; Gc 5, 1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesรน: ยซMaestro, abbiamo visto uno che scacciava demรฒni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perchรฉ non ci seguivaยป. Ma Gesรน disse: ยซNon glielo impedite, perchรฉ non c’รจ nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non รจ contro di noi รจ per noi.
Chiunque infatti vi darร da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perchรฉ siete di Cristo, in veritร io vi dico, non perderร la sua ricompensa.
Chi scandalizzerร uno solo di questi piccoli che credono in me, รจ molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti รจ motivo di scandalo, tagliala: รจ meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anzichรฉ con le due mani andare nella Geรจnna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti รจ motivo di scandalo, taglialo: รจ meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anzichรฉ con i due piedi essere gettato nella Geรจnna. E se il tuo occhio ti รจ motivo di scandalo, gettalo via: รจ meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anzichรฉ con due occhi essere gettato nella Geรจnna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingueยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 27 settembre – 03 ottobre 2015
- Tempo Ordinario XXVI, Colore verde
- Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
Roberto Brunelli (Piubega, 30 marzo 1938) รจ uno scrittore italiano. Sacerdote, critico d’arte e direttore del Museo diocesano di arte sacra Francesco Gonzaga di Mantova, รจ autore di testi di argomento religioso, di storia dell’arte e di narrativa. Negli anni ’80 ha collaborato con Mondadori come curatore e traduttore di alcuni titoli della popolare collana enciclopedica per ragazzi I grandi libri e come autore del Grande libro della Bibbia (1983). Fra le sue opere piรน recenti, si segnalano la ricostruzione storica di Giallo a corte (2012), dedicata ad alcuni delitti irrisolti di epoca gonzaghesca, e il racconto Papa a sorpresa (2013), dove l’autore, prima della diffusione della notizia delle dimissioni di Benedetto XVI, ipotizzava che cosa sarebbe potuto accadere con le dimissioni di un pontefice.

