Un giorno una giovane mamma, preoccupata per il bambino di tre anni assai vivace che anche di notte teneva tutti svegli, si recรฒ da Gandhi per chiedere consiglio a riguardo. Il Mahatma dopo aver ascoltato con attenzione il problema, la esorta a ritornare da lui dopo quindici giorni. La signora se ne va a casa e inizia a fare il conto alla rovescia fino a quando arriva il tempo per la tanto attesa visita. Si reca quindi da Gandhi e il suo consiglio fu molto semplice e banale eppure tanto profondo ed efficace: โTuo figlioโ – le disse – โmangia troppi zuccheri, ecco perchรฉ รจ vivace e irrequieto. Per favore togligli tutti i dolci e vedrai che sarร molto piรน calmo e non solo vi farร dormire in pace, ma anche lui dormirร tranquilloโ.
La signora esterrefatta dalla risposta gli disse: โma perchรฉ mi ha fatto tornare e non me lo ha detto quindici giorni fa?โ โPerchรฉ anche io fino a quindici giorni fa consumavo lo zuccheroโ – fu la risposta del Mahatma. Se noi vogliamo aiutare qualcuno a percorrere la strada che conduce allโunione con Dio, dobbiamo noi per primi vivere ciรฒ che insegniamo. Gesรน paragona chi รจ incoerente e che allo stesso tempo vuole correggere gli altri, a un cieco che guida un altro cieco. Noi non abbiamo idea delle conseguenze di questa situazione perchรฉ oggi siamo in grado di servirci egregiamente della tecnologia e di arrivare a tutto anche quando il limite umano รจ severamente pronunciato.
Ma allโepoca di Gesรน le strade della Palestina erano piene di buche e di pozzi senza recinti e quindi facilmente i ciechi potevano caderci. Gesรน non ci vieta di interessarci degli altri e di accompagnarli nel cammino spirituale; non รจ contro lโaiuto reciproco e la correzione fraterna. Tuttโaltro: Egli vuole che ci sproniamo e vicendevolmente ci correggiamo, ma quando? Dopo aver messo noi per primi l’impegno a riformare la nostra vita. Egli ci dice infatti:โPerchรฉ guardi la pagliuzza che รจ nellโocchio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che รจ nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: โFratello, lascia che tolga la pagliuzza che รจ nel tuo occhio โ, mentre tu stesso non vedi la trave che รจ nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dallโocchio del tuo fratelloโ.
Dunque prima togliamo la trave dal nostro occhio e poi ci vedremo per togliere la pagliuzza dallโocchio di chi il Signore ci mette vicino. A questo punto vorrei due volontari. Si presentano due bambini Prendo il primo bambino e davanti a tutti lo bendo in modo che non possa vedere. Poi dico allโaltro bambino di condurlo per mano allโuscita della chiesa. Naturalmente i due riescono ad uscire celermente e facilmente perchรฉ colui che fa da guida รจ senza benda. Successivamente ripeto lโesperimento ma allโinsaputa di chi รจ guidato, metto la benda anche al bambino che deve fare da guida.
Questa volta lโincedere verso la porta di uscita della chiesa si fa al quanto difficoltoso. I due bambini urtano e sbattono continuamente. Faccio loro descrivere come si sono sentiti nei due esperimenti appena portati a termine. Nel primo caso il bambino guidato si รจ sentito protetto, sicuro e in pace, nel secondo caso, pur non sapendo che chi lo guidava era anche lui bendato ha provato paura, ansia e incertezza. Questa volta le stesse sensazioni ancora piรน accentuate le ha provate anche il bambino che doveva fare da guida. Per poter guidare gli altri dobbiamo prima vederci bene noi. Cosa significa questo concretamente? Significa che รจ necessario far penetrare la Parola di Dio fin nel profondo del nostro spirito in modo che ogni nostra azione e parola nascano da un cuore trasformato e animato dalla Grazia. Se voglio sapere quanto รจ forte la mia unione con Dio devo guardare a come parlo.
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La scrittura infatti dice: โLโuomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; lโuomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciรฒ che dal cuore sovrabbondaโ. Le parole nostre sono molto indicative di ciรฒ che alberga nel nostro cuore: se sono appassionato di calcio, parlerรฒ spesso di partite, scudetti, squadre, campionati, se sono intenditore di musica, le mie conversazioni verteranno specialmente su questo tema, se sono innamorata/o di un ragazzo/a il mio pensiero sarร sempre verso lโamato e spesso anche il mio parlare coinvolgerร in qualche modo lui/lei. Anche i sentimenti e le emozioni che si alternano in me si faranno strada non tanto e non solo nelle parole quanto nel tono della voce, nella mimica facciale e nel tratto. La Parola di Dio riesce a penetrare nelle piรน intime fibre del nostro essere e a trasformare il nostro sentire e percepire la realtร .
Quello che prima avremmo considerato una disgrazia diventa unโopportunitร , quello che giudicavamo un castigo di Dio, diventa una strada eccellente per incontrare Dio e una vera benedizione della Divina Provvidenza, quello che reputavamo spazzatura diventa piรน prezioso della nostra stessa vita. Allora bambini vogliamo fare questo test: di cosa parlo di solito? E in che modo parlo, cioรจ il mio parlare รจ volgare, sgarbato, strafottente, oppure affabile, educato, gentile? Facciamo il proposito di iniziare a correggere il nostro linguaggio chiedendo a Gesรน: โSignore prestami le tue labbra perchรฉ io dica solo quello che tu mi suggerisciโ โฆ. e prima ancora chiediamogli di plasmare i nostri pensieri, i nostri desideri e intendimenti perchรฉ la bocca parla dallโabbondanza del cuore.
