Commento al Vangelo di domenica 24 dicembre 2017 – ElleDiCi

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IL RE E LA MADRE

Concludendo la lettera ai Romani san Paolo riassume gli insegnamenti profondi che ha trasmesso a nome di Dio menzionando il suo ยซVangeloยป, il ยซmessaggio di Gesรน Cristoยป, il ยซmisteroยป. Il ยซmisteroยป nel linguaggio di Paolo si riferisce a tutto il piano di salvezza, concepito dall’eternitร  e rivelato ora a tutte le genti. E l’iniziativa salvifica di Dio, preparata nell’Antico Testamento, operata da Cristo e affidata alla sua Chiesa perchรฉ tutti gli uomini vi possano attingere luce, grazia e vita.
Il Natale รจ un momento culminante nella rivelazione di questo mistero. In queste settimane la parola di Dio ci aiuta a prepararci all’incontro con il Salvatore che viene. Ma non รจ possibile pensare al Salvatore che nasce a Betlemme senza volgere lo sguardo e il cuore alla Madre, Maria. La liturgia della parola oggi รจ dominata dalle figure di Gesรน e di Maria. Gesรน รจ presentato come il Re, che viene dato a noi, per disegno divino, da una madre vergine, Maria.

Il Re

So bene che questa parola e questa immagine, ยซreยป, non dice granchรฉ all’uomo d’oggi e forse piรน spesso desta un senso di fastidio e di avversione, come simbolo di una civiltร  tramontata, dominata dall’autoritarismo, dove folle senza nome sono sottoposte all’arbitrio di uno solo. Ma, evidentemente, non รจ la figura del re, quale puรฒ presentarsi attraverso i secoli nelle varie culture, che รจ chiamata ad impersonare il Messia. D’altra parte, non potremmo fare a meno di un’immagine che nel linguaggio biblico dei due Testamenti ha un rilievo singolare. L’importante รจ capire che cosa attraverso quest’immagine la Bibbia vuol dire all’uomo di qualsiasi epoca e di qualsiasi paese.
Anche il vescovo, come chiunque vuole vivere da buon cristiano, incomincia la sua giornata con la preghiera. Ebbene, nelle due prime settimane dell’Avvento, quando prego per me, per la Chiesa, e per il mondo, la liturgia mi pone sulle labbra un invito: ยซRegem venturum Dominum, venite adoremusยป, ยซIl re sta per venire, venite, adoriamoloยป. Lo ripetiamo, nelle prime settimane, quest’invito liturgico, anche se preghiamo da soli: siamo chiamati a tener davanti a noi tutti i figli di Dio chiamati ad adorare il Re e il Padre, che lo manda a salvarci.
La 1ยช lettura ci parla del re Davide preso dai pascoli, mentre seguiva il gregge, per essere capo d’Israele, protetto da Dio che gli concede la vittoria sui nemici del suo popolo. Dio, poi, per bocca del profeta Natan, gli promette che dopo la sua morte farร  saldi la casa e il re-gno di lui, che il suo trono sarร  stabile per sempre. La profezia ci invita ad andare ben oltre il tempo di Davide e di Salomone per pensare a colui che discendendo da Davide verrร  a instaurare il vero regno di Dio, regno che Dio realizzerร  per la salvezza degli uomini, ยซregno di veritร  e di vita, regno di santitร  e di grazia, regno di giustizia, di amore e di paceยป.

La parola del profeta mostra il suo avveramento nell’annuncio che l’angelo reca a Maria. Il Figlio che essa darร  alla luce ยซsarร  grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore gli darร  il trono di Davide suo padre e regnerร  per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrร  fineยป. Il bambino che nascerร  a Betlemme รจ dunque Re. Che cosa puรฒ significare questo per me cristiano, credente in lui? Re, vuol dire che egli ha dal Padre l’autoritร  suprema sugli uomini e sul mondo; vuol dire che io sono suo suddito, tenuto a vivere secondo la sua legge.
S. Paolo parla di obbedienza alla fede. Gesรน nel Vangelo non mi propone la sua dottrina a modo di un’opinione come farebbe un filosofo, ma mi annuncia la veritร  che io sono obbligato ad accettare e a praticare. Egli รจ il Re. Io, tutti, siamo chiamati ad accogliere il suo regno, ad entrarvi, a vivere secondo la legge del suo regno, che si riassume nell’amore per Dio e per il prossimo. Siamo impegnati ad operare per l’attuazione del regno di Dio. Regno di Dio che ha come punto di partenza la fede e che implica il rispetto e la realizzazione, per quanto dipende da noi, di tutti i valori che hanno la loro ultima sorgente in Dio. Vivere e attuare il regno di Dio vorrร  dire pertanto credere, pregare, dare a Dio il primo posto nella mia vita; vorrร  dire rispettare gli uomini che sono creati ad immagine e somiglianza di Dio; vorrร  dire operare nella giustizia, nella solidarietร  e nell’amore, valori essenziali al regno di Dio. Cristo che viene รจ il mio Re. Come giร  ci รจ stato ricordato durante questo Avvento, la sua autoritร  di Re si eserciterร  alla fine dei tempi nel giudizio al quale tutti saremo sottoposti.

Il Re e la Madre

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Nessuno potrebbe pensare che la figura di Maria, presentataci da s. Luca nell’episodio dell’annunciazione, sia trascurabile o comunque secondaria nella celebrazione del Natale. In una bella pagina il Concilio rileva il significato di questo momento nella vita di Maria: ยซLa Vergine di Nazaret รจ, per ordine di Dio, salutata dall’angelo dell’annunciazione come “piena di grazia” e al celeste messaggero ella risponde: “Ecco la serva del Signore, si faccia in me secondo la tua parola”. Cosรฌ Maria, figlia di Adamo, acconsentendo alla parola divina, รจ diventata madre di Gesรน e, abbracciando con tutto l’animo e senza essere ritardata da alcun peccato, la volontร  divina di salvezza, si รจ offerta totalmente come la serva del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo, mettendosi al servizio del mistero della redenzione sotto di lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotenteยป (Lumen Gentium, 56). รˆ l’inizio di una missione che continuerร  durante tutta la vita di Gesรน suo Figlio, missione che giustifica il posto che la fede della Chiesa riconosce a Maria e la pietร  con cui noi, salvati da suo Figlio, ci rivolgiamo a lei, intimamente associata a tutta l’opera della salvezza. Sarebbe assurdo pensare che il culto reso a Maria potesse in qualche modo pregiudicare la fede, l’adorazione, l’amore con cui noi dobbiamo rivolgerci a Gesรน. Faremmo invece un torto a lui se trascurassimo la Madre che egli ha amato, onorato, arricchito di grazia e di santitร  sopra tutte le creature. Nessuna meraviglia che il popolo cristiano attribuisca una singolare efficacia all’intercessione di Maria. Cristo รจ l’unico Mediatore. Come insegna il Concilio ยซla funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l’efficacia. Poichรฉ ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini non nasce da una necessitร , ma dal beneplacito di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia, non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilitaยป (Lumen Gentium, 60). Ma, mentre abbiamo ragione di confidare nel materno aiuto di Maria, dobbiamo ispirarci a lei come modello per la nostra vita di cristiani. In questo episodio dell’annunciazione giustamente i Padri della Chiesa ammirano la libera fede e obbedienza di Maria che, ยซobbedendo divenne causa della salvezza per sรฉ e per tutto il genere umanoยป (Lumen Gentium, 56). Dobbiamo credere alla parola di Dio, essere disponibili ad operare secondo la sua volontร  per collaborare alla realizzazione dei suoi disegni. Da altre pagine del Vangelo noi conosciamo Maria come creatura che vive nel silenzio, nella povertร , modello della Chiesa, chiamata a seguire Cristo nella umiltร  e nella povertร . Luca presenta Maria come vergine e sottolinea la prerogativa della maternitร  verginale. Nei simboli di fede la Chiesa parla di Gesรน nato dalla vergine Maria per opera dello Spirito Santo. Non รจ un mito, รจ una veritร  costantemente professata dalla Chiesa; veritร  che dev’essere un richiamo a valori troppo dimenticati e non di rado apertamente rinnegati e conculcati, mentre la Chiesa, docile alla parola di Dio, come esalta il valore dell’amore coniugale vissuto nel dono reciproco degli sposi animati dalla fede e dall’amore di Dio, riconosce nella verginitร  un carisma del quale presso tutte le generazioni il Signore arricchisce la sua Chiesa.

Maria abbia dunque un posto nella nostra vita, come l’ebbe nella vita di Gesรน. Paolo VI e Giovanni Paolo II ci hanno richiamati al valore del culto mariano mettendone in risalto le caratteristiche che ne assicurano l’autenticitร  e ne fanno una componente irrinunciabile della vita cristiana. Purtroppo non sempre queste direttive, che sono quelle del Concilio e della sana tradizione cattolica, vengono tenute presenti, cosicchรฉ affiorano forme di culto mariano aberranti che invece di alimentare la fede e la pietร , favoriscono la superstizione e inducono taluni nella tentazione di respingere qualsiasi pietร  mariana. Il Re e la Madre. Per noi cristiani non รจ possibile pensare alla donna senza volgere lo sguardo a Maria, la Donna che Dio volle chiamare alla piรน alta e ineffabile missione che potesse essere affidata a una creatura, alla Vergine Madre che ci ha dato Gesรน, quel Gesรน che adoreremo a Betlemme, quel Gesรน che sta per farsi presente, su questo altare, vera Betlemme, cioรจ, casa del pane, per nutrire le anime nostre e farle crescere nella fede e nell’amore.

ย Fonte

Tratto da โ€œOmelie per un anno 1 e 2 โ€“ Anno Aโ€ โ€“ a cura di M. Gobbin – LDC

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IV Domenica di Avvento – Anno B

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Lc 1, 26-38
Dal Vangelo secondo Luca

26Al sesto mese, lโ€™angelo Gabriele fu mandato da Dio in una cittร  della Galilea, chiamata Nร zaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: ยซRallรฉgrati, piena di grazia: il Signore รจ con teยป. 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30Lโ€™angelo le disse: ยซNon temere, Maria, perchรฉ hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesรน. 32Sarร  grande e verrร  chiamato Figlio dellโ€™Altissimo; il Signore Dio gli darร  il trono di Davide suo padre 33e regnerร  per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrร  fineยป. 34Allora Maria disse allโ€™angelo: ยซCome avverrร  questo, poichรฉ non conosco uomo?ยป. 35Le rispose lโ€™angelo: ยซLo Spirito Santo scenderร  su di te e la potenza dellโ€™Altissimo ti coprirร  con la sua ombra. Perciรฒ colui che nascerร  sarร  santo e sarร  chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anchโ€™essa un figlio e questo รจ il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla รจ impossibile a Dioยป. 38Allora Maria disse: ยซEcco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parolaยป. E lโ€™angelo si allontanรฒ da lei.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 24 – 30 Dicembre 2017
  • Tempo di Avventoย IV
  • Colore Viola
  • Lezionario: Ciclo B
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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