Commento al Vangelo di domenica 1 maggio 2016 – Azione Cattolica

Le prime parole che Gesù pronuncia da Risorto sono essenzialmente un dono per i suoi impauriti discepoli: «Pace a voi».
Ma di quale pace si tratta? Noi cristiani, spesso, quando parliamo di pace pensiamo al deserto, al silenzio, all’assenza di voci e suoni, magari a un cimitero! La pace, secondo la parola di Gesù, invece, è altra cosa: «Non come la dà il mondo io ve la do». È una pace che trasforma e chi l’accoglie ha il cuore pacificato, saldo, irremovibile, pronto a tutto, un cuore che non si spaventa nelle avversità della vita, non si dispera mai.

Chi ha incontrato il Risorto, non può essere lo stesso di prima, perché la conversione a Cristo Gesù, accolto come Dio, suscita nel cuore delle persone una gioia profonda, mai sperimentata prima e perciò diversa da ogni altra gioia. È la gioia del sapersi conosciuti, amati, preziosi ai Suoi occhi. È la scoperta dell’amore di Dio che ci apre al mondo, perché è lo stesso Spirito Santo, il Paràclito, che dà slancio e armonizza ogni nostra azione: Lui non ci chiude in una intimità comoda, bensì ci converte in persone generose, creative e gioiose nell’annuncio.

[ads2]Spesso, come cristiani, oggi, diamo un’immagine di noi stessi molto controversa: predichiamo la gioia con le parole, con grandi proclami, ma non sempre facciamo seguire i fatti. Perché questa contraddizione? A mio avviso il primo motivo per cui abbiamo difficoltà a seminare gioia è che ci scoraggiamo di fronte ai primi insuccessi. Se amiamo Gesù veramente, «che amore è quello che non sente la necessità di parlare della persona amata, di presentarla, di farla conoscere?» (Eg266). Non si tratta di una Parola riservata a pochi eletti perché la gioia del Vangelo è per tutti! Il Signore non usa più il “voi”, ma parla in modo impersonale: «Se uno mi ama». Non ci sono preferenze nel cuore di Dio. Tutti sono accolti e valorizzati da Lui. Chiunque, se vuole, può divenire discepolo del Figlio e avere parte alla sua vita, entrare in comunione con Lui. Chiediamo il dono dello Spirito Santo su ciascuno di noi e sulle nostre comunità, perché diveniamo “evangelizzatori con Spirito”, come dice papa Francesco. E c’è lo spirito dove c’è motivazione, energia, entusiasmo, resistenza nelle prove, aiuto reciproco.

Spirito d’amore, vieni. Spirito di purezza,
di pace, di confidenza e di gioia, vieni.
Esultanza segreta,
che brilla attraverso le lacrime del mondo, vieni.
Vita più forte di ogni nostra morte, vieni.
Padre dei poveri e avvocato degli oppressi, vieni.
Luce di eterna verità e amore diffuso nei cuori, vieni.
Vieni: rinnova ed estendi la tua visita dentro di noi.
In te poniamo la nostra fiducia.
Amiamo te, che sei l’amore.
Dimora in noi.
Non abbandonarci nelle dure lotte della vita.
Vieni, Spirito Santo.

Fonte

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VI Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 14, 23-29
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 01 – 07 Maggio 2016
  • Tempo di Pasqua VI, Colore bianco
  • Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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