Correre il rischio dellโesodo
- Linea dโombra
Ascoltando e riflettendo sulla canzone โLa linea dโombraโ di Jovanotti, i ragazzi sono invitati a riflettere sul concetto di chiamata, di responsabilitร e di fiducia.
La linea dโombra โ Jovanotti
Album โLโAlberoโ, 1997
La linea d’ombraย
la nebbia che io vedo a me davantiย
per la prima volta nella vita mia mi trovoย
a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovoย
mi offrono un incarico di responsabilitร ย
portare questa nave verso una rotta che nessuno saย
รจ la mia etร a mezz’ariaย
in questa condizione di stabilitร precariaย
ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffittoย
mi giro e mi rigiro sul mio lettoย
mi muovo col passo pesante in questa stanza umidaย
di un porto che non ricordo il nomeย
il fondo del caffรจ confonde il dove e il comeย
e per la prima volta so cos’รจ la nostalgia la commozioneย
nel mio bagaglio panni sporchi di navigazioneย
per ogni strappo un porto per ogni porto in testa una canzoneย
รจ dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzioneย
senza preoccupazioneย
soltanto fare ciรฒ che c’รจ da fareย
e cullati dall’onda notturna sognare la mamma… il mare.ย
Mi offrono un incarico di responsabilitร ย
mi hanno detto che una nave c’ha bisogno di un comandanteย
mi hanno detto che la paga รจ interessanteย
e che il carico รจ segreto ed importanteย
il pensiero della responsabilitร si รจ fatto grossoย
รจ come dover saltare al di lร di un fossoย
che mi divide dai tempi spensierati di un passato che รจ passatoย
saltare verso il tempo indefinito dell’essere adultoย
di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia pauraย
cosa sarรฒ? dove mi condurrร la mia natura?ย
La faccia di mio padre prende forma sullo specchioย
lui giovane io vecchioย
le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchioย
“la vita non รจ facile ci vuole sacrificioย
un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione”ย
arriva il giorno in cui bisogna prendere una decisioneย
e adesso รจ questo giorno di monsoneย
col vento che non ha una direzioneย
guardando il cielo un senso di oppressioneย
ma รจ la mia etร ย
dove si guarda come si eraย
e non si sa dove si va, cosa si sarร ย
che responsabilitร si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accantoย
e attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchieraย
dove ogni mossa che io faccio puรฒ cambiare la partita interaย
ed ho paura di essere mangiato ed ho paura pure di mangiareย
mi perdo nelle letture, i libri dello zen ed il vangeloย
l’astrologia che mi racconta il cieloย
galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogareย
ma questa linea d’ombra non me la fa incontrare.ย
Mi offrono un incarico di responsabilitร ย
non so cos’รจ il coraggio se prendere e mollare tuttoย
se scegliere la fuga od affrontare questa realtร difficile da interpretareย
ma bella da esplorareย
provare a immaginare come sarรฒ quando avrรฒ attraversato il mareย
portato questo carico importante a destinazioneย
dove sarรฒ al riparo dal prossimo monsoneย
mi offrono un incarico di responsabilitร ย
domani andrรฒ giรน al porto e gli dirรฒ che sono pronto a partireย
getterรฒ i bagagli in mare studierรฒ le carteย
e aspetterรฒ di sapere per dove si parte quando si parteย
e quando passerร il monsone dirรฒ “levate l’ancoraย
diritta avanti tutta questa รจ la rotta questa รจ la direzioneย
questa รจ la decisione.”
Spunti per una discussione in gruppo โฆ
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Il messaggio della canzone รจ evocato attraverso molte metafore e immagini. Uno spunto per un lavoro di gruppo puรฒ essere quello di individuare, insieme ai giovani, le immagini che piรน li hanno colpiti e discutere insieme i significati che vi attribuiscono.
Alcune immagini utili possono essere:
La linea dโombra:
cosa rappresenta per i giovani? Dalle parole dellโautore, capiamo che รจ il confine tra ciรฒ che conosco e lโignoto. Cosa cโรจ oltre quella linea? Cosa vuol dire โuscire dalla propria terraโ? Lโinterrogativo mi attrae e mi spaventa?
E mi chiama a prendere una decisione su cosa fare:
aspettare senza far nulla, fantasticando, o prendere il timone e partire verso lโignoto?
La rotta:
ogni nave ha una rotta, cioรจ un itinerario da seguire e un luogo da raggiungere. Qual รจ la mia rotta? Dove sta andando la mia vita? Cosa puรฒ darmi la felicitร ? Come raggiungerla? Dio ci chiede il coraggio di ascoltare e credere alla sua chiamata: dove ci condurrร questo meraviglioso viaggio?
Il bagaglio:
sono le cose che ci portiamo nel viaggio: le speranze, le domande, i timori. Per lโautore, molti di questi oggetti possono rallentare o ostacolare il nostro viaggio. Quali sono i timori, le paure, ma anche i sogni e le speranze che hanno i giovani verso il futuro?
La scacchiera:
alcune volte la vita sembra una partita a scacchi. Ogni mossa, ogni azione ha una conseguenza su se stessi e sugli altri.
Le carte:
indicano la rotta. Sono lo strumento principale per il comandante. Quali carte possiamo consultare per conoscere lโitinerario della nostra vita? Decido di procedere a caso o rileggo i fatti della vita cercando un aiuto per interpretarli?
Il comandante:
รจ colui che guida la nave, conosce i mari, legge le carte. ร colui che si prende la responsabilitร del viaggio e delle decisioni da prendere. Quando mi sento chiamato a prendere delle decisioni?
Alcune frasi del testo offrono analogie tra il viaggio in mare e il correre il rischio dellโesodo, in particolare al passaggio tra lโetร della giovinezza e lโetร adulta. Possono diventare oggetto di discussione in coppia o nel grande gruppo. Alcuni esempi:
โSaper quello che lascio e a non saper immaginar quello che trovoโ.
โuna nave c’ha bisogno di un comandante mi hanno detto che la paga รจ interessante e che il carico รจ segreto ed importanteโ.
โun senso di oppressione ma รจ la mia etร dove si sa come si era e non si sa dove si va, cosa si sarร che responsabilitร si hanno nei confronti degli esseri umaniโ.
โnon so cos’รจ il coraggio se prendere e mollare tutto se scegliere la fuga od affrontare questa realtร โ.
2 Brano estratto da โSpiritualitร sulla stradaโ di Giorgio Basadonna
Perchรฉ si esce di casa? Perchรฉ si affronta l’ignoto e si abbandona una sicurezza? Perchรฉ ci si mette in una situazione precaria? C’รจ un richiamo, un invito: qualcuno o qualcosa ci ha stimolato, ci ha fatto sentire una voce che chiama, ci ha fatto venire la voglia di uscire e di metterci in cammino verso nuovi orizzonti. C’รจ una intuizione, un desiderio, un sogno; c’รจ quel fascino dell’ignoto che batte al nostro cuore e lo seduce; c’รจ quella attrattiva che viene da lontano e vince le nostre riluttanze. C’รจ una sintonia misteriosa che conduce verso realtร diverse e apparentemente contrastanti con le nostre comoditร e il nostro benessere, e ci fa superare le ultime resistenze.
All’inizio di una route[1] c’รจ sempre una chiamata: non รจ solamente l’invito organizzativo, nรฉ il dovere legato alla propria partecipazione a questa o quella associazione. Anche se queste occasioni burocratiche hanno la loro importanza e di fatto danno origine all’esperienza della strada, la chiamata viene da piรน lontano e dal piรน profondo: รจ una chiamata che risuona nel di dentro di noi, รจ una voce diversa dalle solite che scaturisce nel nostro spirito e che difficilmente si riesce a soffocare.
ร in fondo la voce di Dio, รจ quella stella che misteriosamente รจ brillata in oriente e ha mosso i sapienti a venire fino a Gerusalemme e a Betlemme: “Abbiamo visto la stella, e siamo venuti”.
Sembra una logica assai semplice e determinante, eppure รจ la logica della piรน grande libertร e, nel medesimo tempo, della piรน grande razionalitร : se senti una voce straordinaria, se vedi un fatto nuovo, non puoi restare come prima, non puoi fingere di ignorare, ma devi partire e andare a vedere. La tua libertร , sollecitata da questo richiamo forte e deciso, deve rispondere: solo cosรฌ sei libero, cioรจ solo cosรฌ vivi tutte le tue esperienze e non elimini nulla, non lasci da parte neppure una briciola della tua personalitร .
La voce della tua fantasia, dei tuoi sogni, dei tuoi desideri piรน coraggiosi, dei tuoi ideali piรน alti ti chiama e ti invita a metterti per strada: รจ la voce di Dio, di quel Dio che ti abita dentro e che ti vuole fare piรน grande, ti vuole piรน libero, e ti porta fuori. Come per Abramo, Dio ti conduce fuori e ti dice. “Alza gli occhi e conta le stelle del cielo, se puoi. Cosรฌ sarร la tua posteritร ” (Genesi 15,5).
ร Dio che ti vuole fare capire il senso profondo della tua vita, di questa tua esistenza che troppo spesso ti appare stupida o assurda, inutile per te e per gli altri: รจ Dio che vuole aiutarti a capire la tua fede, il tuo rapporto con Lui. E non c e modo migliore che “uscire”, mettersi in cammino, abbandonando le sicurezze e le abitudini troppo pesanti, che soffocano il tuo slancio e ti chiudono nella tua povertร quotidiana.
Mettersi per strada รจ, allora, anche un modo per verificare la propria fede, per accorgersi realmente del valore del credere, per toccare con mano che cosa significa “cercare”, cioรจ sapere e non ancora vedere, sentire la mancanza di qualcosa che preme e di cui si ha bisogno, avvertire un vuoto che non puรฒ restare ed esige di essere colmato.
Il coraggio di uscire, di abbandonare ripari e difese troppo spesso limitanti, di rinunciare a quanto giร si ha per ottenere ciรฒ di cui si avverte il bisogno: questo รจ mettersi per strada. E non รจ facile. C’รจ sempre qualche scusa, qualche motivo che appare come buono e serio per restare dove si รจ, per continuare come si รจ, per non partire.
Ma รจ paura, รจ vigliaccheria, รจ falsitร , perchรฉ vero invece รจ il nostro estremo bisogno di cambiare, di crescere, di conoscere, di rispondere agli interrogativi piรน urgenti che battono dentro di noi.
Bisogna uscire, mettersi per strada, abbandonando il solito, le abitudini, anche le piรน sacre, e mettersi a disposizione di Dio, della veritร tutta intera, dell’amore, della gioia che sono il vero nostro destino.
Ci vuole una buona dose di coraggio: ma per fortuna cโรจ qualcuno che ci invita, ci accompagna, che almeno inizia con noi la nuova strada. Ci vuole una comunitร che inviti, che organizzi, che faccia venire la voglia: ci vuole qualcuno piรน esperto e piรน coraggioso, piรน amante del rischio, che trascini con se. [โฆ]
Ma poi, appena si comincia, appena la strada si snoda sotto i nostri passi, ci si accorge che, come le nebbie del mattino, la paura si dilegua e adagio adagio sorge il sole.
Di fatto vivere la vita come un viaggio puรฒ avere il rischio di continuare a viaggiare, vedere senza mai fermarsi, ma soprattutto senza mai ritornare al punto di partenza. Vivere la vita come un pellegrinaggio forse, vuol dire che una volta arrivato alla meta sento lโesigenza di tornare indietro per dire agli altri ciรฒ che ho visto.
La mia vita รจ un pellegrinaggio? Mi sento piรน un viaggiatore con la valigia, esigente, che richiede tutti i comfort o un pellegrino che con semplicitร affronta zaino in spalle la strada che si apre davanti a sรฉ?
(G. Basadonna)
Si potrebbe far provare ai giovani lโesperienza del mettersi in cammino su di una strada non conosciuta (o poco conosciuta).
Gli educatori dovrebbero, alla โpartenzaโ, leggere il brano della chiamata di Abramo e poi, al termine del percorso, leggere la pericope evangelica della Trasfigurazione di Gesรน con un commento alla Parola prendendo spunto allโintroduzione proposta per questa domenica del cammino di Quaresima giovani.
Lungo il tragitto si potranno creare delle tappe in cui i giovani possono leggere stralci del testo di Basadonna e trovare qualche segno evocativo del cammino.
[1] โstradaโ secondo il linguaggio scout
Fonte: il sussidio alla Quaresima 2020 della Diocesi di Piacenza-Bobbio
