
Nel racconto evangelico sono distinguibili tre tappe che possono ben rappresentare i passaggi piรน o meno faticosi e impegnativi โ gli alti e i bassi, come si suol dire โ della nostra esistenza, con la relazione di fede e di fiducia che riponiamo in Dio: la salita al monte, lโesperienza che sul monte viene vissuta e la discesa dallo stesso, con il ritorno nella quotidianitร per i discepoli con Gesรน.
Prima di questo episodio e allโinizio del loro cammino, Pietro aveva proclamato ufficialmente la veritร su Gesรน: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente! (Mt 16,16), unโaffermazione fatta per puro dono di grazia, come unโintuizione che viene dalla profonda azione dello Spirito: detta senza esserne pienamente cosciente, lโapostolo non aveva capito tutta la portata di quellโaffermazione. Insieme e con tutti e tutte coloro che erano al seguito di Gesรน, Pietro aveva udito il messaggio nuovo portato dal Maestro, che risultava molto diverso da quello degli scribi del tempo, comunicato inoltre con una maggiore autorevolezza, e aveva visto come compisse segni e miracoli nel nome di Dio (guariva i malati, dava il pane a chi aveva fame e donava il perdono), rischiando anche di apparire come un uomo particolarmente dotato, come uno che sarebbe diventato un grande della storia, degno di assumere il ruolo di guida in Israele, e di essere per questo seguito e acclamato, come leggiamo in Gv 6,14-15: Quanti avevano assistito al miracolo dicevano: Costui รจ davvero il profeta che deve venire nel mondo. Ma Gesรน, accortosi che volevano rapirlo per farlo re, si ritirรฒ di nuovo, solo, sulla montagna.
Pietro aveva inoltre visto quanto fosse generoso nel dare e nel fare il bene, per cui tutti si aspettavano sempre qualcosa da lui. Ultimamente perรฒ cโera qualcosa che stonava con le aspettative dei discepoli: Gesรน aveva iniziato a parlare di sofferenza, sacrificio, fallimento, persecuzione e morte. Parlava anche di risurrezione, รจ vero, ma questo obbligava il passaggio nella morte, e comunque la prospettiva della risurrezione apparteneva, per lโinsegnamento farisaico, alla fine dei tempi, legata comโera al giorno del giudizio: come poter capire dunque quelle sue parole? La relazione con lui stava diventando problematica tanto che, subito dopo lโesplosione della veritร dalla bocca di Pietro, si legge nel Vangelo come Gesรน abbia rimandato al suo posto lโapostolo perchรฉ aveva osato obiettare davanti a quella stessa veritร di Gesรน, un Messia non certo super uomo o grande guerriero ma guida umile e sottomessa al furore della cattiveria umana che si realizza nella libertร donata e voluta da Dio per le sue creature piรน belle (cf. Mt 16,21-23).
In questo contesto di preoccupata sequela avviene lโepisodio sul monte. Qui i discepoli ricevono una visione nuova di come stanno le cose: Gesรน ha cambiato aspetto apparendo loro come giร risorto, avvolto dalla sua stessa luce. Per raccontare lโevento, Matteo si figura una luce sfolgorante che emana dalle stesse vesti di Gesรน, visualizza la presenza dei due primi rappresentanti della fede di Israele e ci parla di una nube, pure luminosa, dalla quale viene una voce, a rendere cosรฌ presente Dio stesso che interviene rimanendo nascosto, un poโ come la nube protesse il suo popolo durante la fuga dallโEgitto. Partecipare a quellโevento epifanico significรฒ per i tre apostoli far parte di un mistero che abbaglia, destabilizza ma pure protegge, dร sicurezza e fa star bene; significรฒ partecipare ad una porzione di quel mondo divino che appartiene al Figlio di Dio, di cui si avverte il timore ma che pure attira, per cui si vuole rimanere lรฌ, fare tre capanne e sostare in quella bellezza sperimentata, da continuamente contemplare. Oltre alla luce sfolgorante emanata da Gesรน, cโรจ poi quella voce altrettanto misteriosa che colpisce inaspettatamente i discepoli dichiarando chi lui รจ nella sua profonda realtร : il figlio scelto e amato in modo peculiare da Dio stesso, che incita gli ascoltatori tutti, di ogni tempo e luogo, ad ascoltarlo.
Arrivati al terzo passaggio del testo evangelico, improvvisamente tutto scompare: Mosรจ, Elia e la nube luminosa non ci sono piรน. Con gli apostoli โ e con noi che ascoltiamo โ ritorna e rimane il Gesรน ordinario, il compagno di viaggio da sempre conosciuto, che li tocca e li fa alzare per rimettersi in cammino. Con questo racconto siamo tutti e tutte invitati/e a riconoscere, nel volto di quel Gesรน di Nazareth โ vero uomo โ la veritร divina che gli appartiene: quel volto di uomo del suo tempo รจ un volto divino, il volto piรน vero di Dio stesso (cf. Gv 14,9b: Chi ha visto me ha visto il Padre).
Preghiera finale
Pietro disse a Gesรน: ยซSignore, รจ bello per noi essere qui! Se vuoi, farรฒ qui tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Eliaยป.
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Mentre scendevano dal monteโฆ..
Dal monte รจ necessario scendere e raggiungere la vallata, il luogo della propria storia:
Giรน
Giรน, in fondo al viale della storia
puoi trovarci ciรฒ che vuoi.
Qualcuno sostiene dโaver trovato
lโinutile lotta
per cambiare il mondo.
Solo sacchi di sconfitte,
barili di illusioni.
Giรน in fondo al viale della storia
cโรจ chi ha trovato altro.
Sguardi innamorati,
passioni travolgenti,
cariche di emozioni.
Altri, in fondo al viale,
raccontano di aver incontrato
il coraggio di uomini, donne,
semplici eroi quotidiani,
i cui nomi sono stati consegnati
alla memoria di cuori riconoscenti.
Giรน in fondo al viale della storia
ci puoi trovare quello che vuoi,
dipende da cosa cerchi
come lo cerchi.
Qualcuno troverร
parole dolci o amare,
pensieri sereni o burrascosi,
comunque parole di uomini.
Parole inutili si dirร ,
forse inascoltate.
Ma se in fondo al viale della storia
le parole consumate tra gli uomini
sono quelle baciate da Dio,
in fondo, in fondo,
laggiรน sarร salvezza.
(padre Gennaro Matino)
A cura del SAB โ Settore Apostolato Biblico
Fonte: il sussidio per la Quaresima 2020 della Diocesi di Verona
