Commento al Vangelo di domenica 6 Ottobre 2019 – Padre Antonio Salinaro

Il commento alle Letture di domenica 6 Ottobre 2019, a cura di Padre Antonio Salinaro.

Nella prima lettura il profeta grida ciò che succede attorno a lui e la violenza con cui questo avviene, e sentendosi impotente rimane immobile e senza soluzione. Dio lo invita a guardare al futuro non come qualcosa che non esiste ma come una visione da costruire, da ricercare e da desirare per non rimanere impantanati nelle situazioni senza via d’uscita della nostra vita. Quando tutto sembra chiuso Dio ci invita a progettare il futuro perché il signore è lì: avanti.

Nella seconda lettura San Paolo con estrema franchezza annuncia che costruire il futuro, il regno dei cieli, un mondo buono per tutti porta in se la sofferenza dell’impegno, della responsabilità, del contrasto, del nuovo, della libertà e della mitezza che l’amore evangelico porta con se.

Il Vangelo ci pone di fronte due questioni importanti per Gesù: la fede e la relazione con Dio. La fede non è un regalo di Dio arbitrario, che ad alcuni da e ad altri no… la fede è la risposta che l’uomo da all’esperienza dell’amore di Dio. Lo riempie di fiducia verso il futuro è verso le proprie possibilità tanto da poter fare ciò che sembra impossibile. La fiducia è il deterrente della paura e della impossibilità di fare. Per questo Gesù racconterà la parabola dei servi obbedienti perché chi sente Dio come un padrone da servire non potrà mai avere la gioia di fare le cose con gratuità. La sua preoccupazione sarà quella di accontentare il padrone per averne merito.

Per questo la vita ci darà ciò per cui abbiamo lavorato senza regalarci la gioia dell’imprevisto, dello sbaglio perdonato, del fallimento trasformato, del perduto ritrovato e del Grazie incondizionato che solo un Padre può far sperimentare.

Buona domenica

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Letture della
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Il giusto vivrà per la sua fede.

Dal libro del profeta Abacuc
Ab 1,2-3;2,2-4

 
Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
 
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 94 (95)
R. Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
 
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
 
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R.

Seconda Lettura

Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 1,6-8.13-14

 
Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
 
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
 
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.

Parola di Dio

Vangelo

Se aveste fede!

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 5-10

 
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
 
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
 
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
 
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore

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