Commento al Vangelo di domenica 6 Maggio 2018 – Enzo Bianchi

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Il comandamento nuovo

Enzo Bianchi

Nei โ€œdiscorsi di addioโ€ (cf. Gv 13,31-16,33), attraverso i quali Giovanni ci svela le parole del Signore risorto alla sua comunitร , per due volte viene annunciato il โ€œcomandamento nuovoโ€, cioรจ ultimo e definitivo: โ€œVi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, cosรฌ amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13,34); โ€œQuesto รจ il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voiโ€ (Gv 15,12, allโ€™interno del brano di questa domenica).

Sono parole certamente consegnate ai discepoli, ai discepoli di Gesรน che in ogni tempo lo seguono, ma questo comandamento non รจ limitante, non รจ riduttivo delle parole sullโ€™amore comandato da Gesรน addirittura verso i nemici e i persecutori (cf. Mt 5,44; Lc 6,27-28.35). Lโ€™amore รจ sempre amore di chi dร  la vita per i propri amici, รจ sempre amore che ha avuto la sua epifania sulla croce, dunque amore di Dio per il mondo, per tutta lโ€™umanitร  (cf. Gv 3,16). Questo amore รจ innanzitutto ciรฒ che Dio รจ, perchรฉ โ€œDio รจ amoreโ€ (1Gv 4,8.16); รจ ciรฒ che รจ vita del Padre e del Figlio nella comunione dello Spirito santo; รจ amore che Gesรน di Nazaret ha vissuto fino alla fine, fino allโ€™estremo (eis tรฉlos: Gv 13,1). Lโ€™amore, dunque, ha origine in Dio e da Dio discende, creando una relazione dinamica nella quale ogni persona รจ chiamata ad accogliere il dono dellโ€™amore, a lasciarsi amare per poter diventare soggetto di amore.

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Per noi lโ€™abisso di amore estatico che รจ Dio stesso รจ incommensurabile, e riusciamo solo a leggerlo guardando alla vita e alla morte di Gesรน, che avendo spiegato Dio (exeghรฉsato: Gv 1,18), ci ha narrato il suo amore. Con tutta lโ€™autorevolezza di chi ha vissuto lโ€™amore fino allโ€™estremo, Gesรน ha potuto dire: โ€œCome il Padre ha amato me, cosรฌ anche io ho amato voiโ€. Ancora una volta queste parole di Gesรน ci dovrebbero scandalizzare, perchรฉ appaiono come una pretesa: Gesรน pretende di aver amato i suoi discepoli come Dio sa amare e di questo amore di Dio dice di avere conoscenza, di averne fatto esperienza.

Come puรฒ un uomo dire questo? Eppure il Kรฝrios risorto lo afferma e lo dice a noi che lo ascoltiamo. In questi nove versetti per nove volte risuona la parola โ€œamore/amareโ€ e per tre volte la parola โ€œamiciโ€: questo amore discende da Dio Padre sul Figlio, dal Figlio sui discepoli suoi amici e dai discepoli sugli altri uomini e donne. รˆ un amore che si incarna e si dilata per poter raggiungere tutti. รˆ quasi impossibile seguire adeguatamente il discorso di Gesรน; possiamo perรฒ almeno segnalare che in lui lโ€™amore di Dio รจ diventato amore dei discepoli, i quali possono rispondere a questo amore discendente, donato a loro gratuitamente, dimorando in tale amore, ossia restando saldi nel realizzare la volontร  di Gesรน, ciรฒ che egli ha comandato.

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E questa volontร  consiste, in estrema sintesi, nellโ€™amare lโ€™altro, ogni altro. Riusciamo a capire cosa Gesรน ci chiede nel farci dono del suo amore? Non ci chiede innanzitutto che amiamo lui, che ricambiamo il suo amore, amandolo a nostra volta. No, la risposta al suo amore รจ lโ€™amare gli altri come lui ci ha amati e li ha amati. La restituzione dellโ€™amore, il contro-dono, che รจ la legge dellโ€™amore umano, deve essere amore rivolto verso gli altri. Allora questo amore fraterno รจ compiere la volontร  di Dio, dunque amarlo in modo vero, come Dio desidera essere amato. Gesรน ha risposto allโ€™amore del Padre amando noi, e noi rispondiamo allโ€™amore di Gesรน amando lโ€™altro, gli altri. Per questo tutta la Legge, tutti i comandamenti sono ridotti a uno solo, lโ€™ultimo e il definitivo, che relativizza tutti gli altri: lโ€™amore del prossimo. Lo ha detto Gesรน: โ€œDai comandamenti dellโ€™amore di Dio e del prossimoโ€, cioรจ dellโ€™amore dellโ€™altro vissuto come Dio vuole e come Gesรน ha testimoniato, โ€œdipendono tutta la Legge e i Profetiโ€ (cf. Mt 22,40). E Paolo lo ha ulteriormente ribadito: โ€œTutta la Legge nella sua pienezza รจ riassunta nellโ€™unica parola: โ€˜Amerai!โ€™โ€ (cf. Gal 5,14; cf. anche Rm 13,8-10).

Gesรน ci consegna dunque un criterio oggettivo per valutare il nostro rapporto di discepoli con lui e con il Padre: lโ€™amore fattivo, concreto verso gli altri. Solo mettendoci a servizio degli altri, solo facendo il bene agli altri, solo spendendo la vita per gli altri, noi possiamo sapere di dimorare, di restare nellโ€™amore di Gesรน, come egli sa di restare nellโ€™amore del Padre. Senza questo amore fattivo non cโ€™รจ possibilitร  di una relazione con Gesรน e neppure con il Padre, ma cโ€™รจ solo lโ€™illusione religiosa di una relazione immaginaria e falsa con un idolo da noi forgiato e quindi amato e venerato.

In questa pagina del quarto vangelo Gesรน ha anche lโ€™audacia di reinterpretare il rapporto tra Dio e il credente tracciato da tutte le Scritture prima di lui. Il credente รจ certamente un servo (termine che indica un rapporto di sottomissione e di obbedienza) del Signore, ma Gesรน dice ai suoi che ormai non sono piรน servi, bensรฌ sono da lui resi amici: โ€œNon vi chiamo piรน servi โ€ฆ ma vi ho chiamati amici (phรญloi), perchรฉ tutto ciรฒ che ho udito dal Padre mio lโ€™ho fatto conoscere a voiโ€. Intimitร  piรน profonda di quellโ€™amicizia di Abramo (cf. Gc 2,23) o di Mosรจ (cf. Es 33,11) con Dio; intimitร  che รจ comunione di vita, comunione di amore.ย 

Il discepolo di Gesรน, che fa innanzitutto lโ€™esperienza di essere amato dal Signore, puรฒ diventare a sua volta un amante del Signore: non รจ semplicemente qualcuno chiamato a essere servo per svolgere unโ€™azione, ma รจ un amico che entra in relazione con il Signore. Egli riconosce che non vi รจ amore piรน grande che dare la vita per gli amici, e in tale amore concreto รจ reso partecipe della parola, dellโ€™intimitร , della rivelazione del Signore. Il discepolo di Gesรน รจ stato da lui scelto, lโ€™amore di Cristo lo ha preceduto e il frutto che Cristo attende รจ lโ€™amore per gli altri. Questo sarร  anche lโ€™unico segno di riconoscimento del discepolo cristiano nel mondo (cf. Gv 13,35): nullโ€™altro, anzi il resto offusca lโ€™identitร  del cristiano e non permette di vederla.

Che cosa dunque fare come discepoli di Gesรน? Credere allโ€™amore (cf. 1Gv 4,16), amare gli altri perchรฉ Dio ci ha amati per primo (cf. 1Gv 4,19) e non cedere mai alla tentazione di pensare che ci basti nutrire un amore di desiderio o di attesa per Dio: no, lo amiamo se realizziamo il comandamento nuovo dellโ€™amore reciproco, a immagine di quello vissuto da Gesรน. Lโ€™amore presente nel desiderio di Dio puรฒ essere una grande illusione, e Giovanni lo ribadisce con forza: โ€œSe uno dice: โ€˜Io amo Dioโ€™ e odia suo fratello, รจ un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non puรฒ amare Dio che non vedeโ€ (1Gv 4,20).ย 

Ecco, noi cristiani, comunitร  del Signore nel mondo e tra gli uomini, dobbiamo avere la consapevolezza di essere originati dalla caritร , dallโ€™amore di Dio. Ecclesia ex caritate: la chiesa nasce dalla caritร  di Dio e solo se dimora in tale caritร  puรฒ anche essere chiesa che opera la caritร , sapendo che lโ€™amore non puรฒ mai essere disgiunto dallโ€™obbedienza al Signore. Infatti รจ il โ€œcomandamentoโ€che sa indirizzare plasmare il nostro amore in conformitร  allโ€™amore di Cristo, che ci spinge addirittura ad amare il non amabile, a operare la caritร  verso il nemico o verso chi ha commesso il male nei nostri confronti.

In questo dono da parte di Gesรน del comandamento nuovo, del suo comandamento per eccellenza, cโ€™รจ la costituzione della sua comunitร , della chiesa. Questa deve essere una casa dellโ€™amicizia, unโ€™esperienza di amicizia; i cristiani restano certamente servi del Signore, nellโ€™obbedienza, ma sono amici del Signore nella condivisione della sua vita piรน intima, nella conoscenza di ciรฒ che il Padre comunica al Figlio e di ciรฒ che il Figlio dice al Padre in quella comunione di vita e di amore che รจ lo Spirito santo. Sรฌ, il comandamento nuovo non ci viene dato come una legge ma come un dono che ci fa partecipare alla vita di Dio stesso. Cโ€™รจ qui il grande mistero cristiano della grazia, dellโ€™amore gratuito e preveniente, dellโ€™amore che non si deve mai meritare ma che va solo accolto con stupore e riconoscenza. Si legge in un detto apocrifo attribuito a Gesรน: โ€œHai visto il tuo fratello? Hai visto Dio!โ€. Parole che possono anche essere comprese come segue: โ€œHai amato il tuo fratello? Hai amato Dio!โ€.

p. Enzo Bianchi – Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo della domenica

Fonte: Monastero di bose

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VI Domenica del Tempo di Pasqua

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 6 Maggio 2018 anche qui.

Gv 15, 9-17
Dal Vangelo secondoย Giovanni

9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perchรฉ la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12Questo รจ il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore piรน grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciรฒ che io vi comando. 15Non vi chiamo piรน servi, perchรฉ il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perchรฉ tutto ciรฒ che ho udito dal Padre mio lโ€™ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perchรฉ andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perchรฉ tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 06 – 12 Maggio 2018
  • Tempo di Pasqua VI
  • Colore Bianco
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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