Un annuncio fatto in ginocchio
XXVII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: verde
- Gn 2, 18-24; Sal.127; Eb 2, 9-11; Mc 10, 2-16
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesรน se รจ lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: ยซChe cosa vi ha ordinato Mosรจ?ยป. Dissero: ยซMosรจ ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarlaยป.
Gesรน disse loro: ยซPer la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerร suo padre e sua madre e si unirร a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Cosรฌ non sono piรน due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiuntoยป.
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: ยซChi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterioยป.
Gli presentavano dei bambini perchรฉ li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesรน, al vedere questo, s’indignรฒ e disse loro: ยซLasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi รจ come loro infatti appartiene il regno di Dio. In veritร io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerร in essoยป. E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 04 – 10 ottobre 2015
- Tempo Ordinario XXVII, Colore verde
- Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net

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Per questo, ogni volta che devo predicare su questo testo mi metto in ginocchio non solo davanti al Signore, ma anche davanti ai cristiani e alle cristiane che vivono il matrimonio, per dire loro che, certo, rileggo le parole di Gesรน e le proclamo, ma senza giudicare, senza minacciare, senza lโarroganza di chi si sente immune da colpe al riguardo, memore di ciรฒ che Gesรน afferma altrove: โChiunque guarda una donna per desiderarla, ha giร commesso adulterio con lei nel proprio cuoreโ (Mt 5,28). Chi legge queste parole di Gesรน non sta dallโaltra parte, in uno spazio esente dal peccato, ma innanzitutto si deve sentire solidale con quanti, nel duro mestiere del vivere e nellโancor piรน duro mestiere del vivere in due nella vicenda matrimoniale, sono caduti nella contraddizione alla volontร del Signore. Non posso dunque fare altro che offrire qui alcuni semplici spunti di meditazione, eco della parola di Dio contenuta nelle sante Scritture.
Nel millennio dellโAntico Testamento la pratica del divorzio era comune in tutto il medio oriente e il mondo mediterraneo. Il divorzio era una realtร normata dal diritto privato, che lo prevedeva solo su iniziativa del marito. Il matrimonio era un contratto, neppure scritto, e dobbiamo riconoscere che nellโAntico Testamento non vi รจ nessuna legge sul matrimonio. Il brano del Deuteronomio a cui certamente si riferiscono i farisei (Dt 24,1-4) in veritร appartiene alla casistica e non alla dottrina, perchรฉ mette a fuoco un caso particolare, e di conseguenza deve essere recepito con dei limiti ben precisi. Si legge in quel testo:
Quando un uomo ha preso una donna e ha vissuto con lei da marito, se poi avviene che ella non trovi grazia ai suoi occhi, perchรฉ egli ha trovato in lei qualcosa di vergognoso (โerwat davar, lett.: โnuditร di qualcosaโ), scriva per lei un certificato di ripudio, glielo consegni in mano e la mandi via dalla casa (Dt 24,1).
Viene dunque contemplato il caso in cui lโuomo trovi nella moglie โqualcosa di vergognosoโ, espressione assai vaga che i rabbini interpretano in modi molto diversi; in tal caso, il marito ha la possibilitร di divorziare. A certe condizioni, pertanto, il divorzio รจ permesso e ne รจ prevista la procedura, ma da questo non si puรฒ concludere che nella Torah, nella Legge di Mosรจ vi sia una dottrina sul matrimonio e la sua disciplina. Dโaltra parte, i profeti, i sapienti e gli stessi testi essenici non offrono posizioni certe e chiare che escludano il divorzio e proclamino che la Legge di Dio lo vieta.
Ma ecco che Gesรน รจ chiamato dai farisei a esprimersi proprio su questa possibilitร : โร lecito a un marito ripudiare la propria moglie?โ. Egli risponde con una domanda: โChe cosa vi ha ordinato Mosรจ?โ. Ed essi a lui: โMosรจ ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarlaโ. ร come se gli dicessero: โQuesta รจ la Torah!โ. Gesรน allora interviene in modo sorprendente: non entra nella casistica religiosa a proposito della Legge; non si mette a precisare le condizioni necessarie al ripudio, come facevano i due grandi rabbi del suo tempo, Hillel e Shammai; non si schiera dalla parte dei rigoristi nรฉ da quella dei lassisti. Nulla di tutto questo: Gesรน vuole risalire alla volontร del Legislatore, di Dio. In tal modo egli ci fornisce un principio decisivo di discernimento nel leggere e interpretare la Scrittura: fare riferimento allโintenzione di Dio (e non a tradizioni umane: cf. Mc 7,8.13!), che attraverso le sua parola messa per iscritto vuole rivelarci la sua volontร .
Questa dunque la replica di Gesรน ai suoi interlocutori: โPer la durezza del vostro cuore (sklerokardรญa) Mosรจ scrisse per voi questa norma. Ma nellโin-principio (be-reshit, en archรช: Gen 1,1) della creazione Dio โli fece maschio e femminaโ (Gen 1,27); โper questo lโuomo lascerร suo padre e sua madre e si unirร alla sua donna e i due saranno una carne solaโ (Gen 2,24). Cosรฌ non sono piรน due, ma una sola carne. Dunque lโuomo non divida quello che Dio ha congiuntoโ. Gesรน risale al disegno del Creatore, alla creazione dellโadam, il terrestre tratto dallโadamah, la terra (cf. Gen 2,7; 3,19), fatto maschio e femmina perchรฉ insieme i due vivano nella storia, la storia dellโamore, la storia della vita, lโuno di fronte allโaltra, volto contro volto, in una reciproca responsabilitร , chiamati nel loro incontro a diventare una sola realtร , una sola carne. In questo incontro di amore cโรจ la chiamata a essere amanti come Dio ama, essendo lui amore (cf. 1Gv 4,8.16); in questo incontro cโรจ lโarte e la grazia del dono gratuito lโuno allโaltra, a cominciare dal proprio corpo; cโรจ lโalleanza che fa sรฌ che lโincontro sia storia nel tempo e tenda dunque allโeternitร , fino alla morte, per andare anche oltre la morte.
Questa la volontร di Dio nel creare il terrestre e nel porlo nel mondo quale sua unica immagine e somiglianza (cf. Gen 1,26-27). ร un mistero grande, ma tanto grande che รจ difficile per dei terrestri fragili, deboli e peccatori viverlo in pienezza. In veritร , sappiamo quanta miseria si sperimenti in questo faticoso incontro, come sia facile la contraddizione, come questo capolavoro dellโarte del vivere insieme nellโamore sia perseguibile, e mai pienamente, solo con lโaiuto della grazia, con lโefficacia del Soffio santo del Signore. Eppure lโannuncio di Gesรน permane, in tutta la sua chiarezza: โLโuomo non divida quello che Dio ha congiuntoโ. Subito dopo, questa parola dura ed esigente viene spiegata da Gesรน ai suoi discepoli, nella casa in cui la comunitร si ritrovava. E viene spiegata con unโaggiunta straordinaria per la cultura del tempo, visto che Gesรน mette sullo stesso piano la responsabilitร dellโuomo e quella della donna: โChi ripudia la propria moglie e ne sposa unโaltra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterioโ.
Certo, Mosรจ ha cercato di umanizzare la pratica del divorzio, imponendo al marito di percorrere una via giuridica di rispetto per la donna. Ma Gesรน, proprio guardando alla durezza di cuore dei destinatari della Torah, osa andare ben oltre, mettendo in evidenza la volontร , lโintenzione del Creatore. Del resto, lo aveva giร fatto altre volte, svelando, per esempio, la volontร di Dio sul sabato e sulla sua osservanza (cf. Mc 2,23-28): qui, lร , sempre Gesรน si fa interprete autentico della Legge non attraverso vie legalistiche, non attraverso interpretazioni fondamentaliste, ma annunciando profeticamente la volontร di Dio a tutti, in particolare ai peccatori pubblici e agli esclusi, da lui sempre accolti, perdonati, mai condannati.
ร con questo annuncio del Vangelo che si apre il sinodo sul tema della vita familiare voluto da papa Francesco. I padri sono chiamati ad ascoltare lo Spirito santo nella docilitร e nellโumiltร , per ridire oggi la volontร di Dio, che puรฒ solo e sempre essere espressa alla luce della sua misericordia.
p. Enzo Bianchi
Fonte: Monastero di Bose
Ogni settimana il commento al Vangelo di p. Enzo Bianchi
