Commento al Vangelo di domenica 3 Marzo 2019 – Sorelle Povere di Santa Chiara

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Frutti e Radici

Ancora una volta ci mettiamo in ascolto della parola di Gesรน nel discorso della pianura. Dopo lโ€™invito ad assumere la misura โ€œaltaโ€ della misericordia che ci รจ stata usata, Luca riporta una serie di parabole dove ricorrono con insistenza due elementi in antitesi: un cieco che, presumendo di vedere, si pone a guida di un altro cieco; un discepolo e il suo maestro; un uomo con gli occhi ottenebrati da una trave che presume di indicare ad un altro uomo la pagliuzza che gli impedisce di vedere; un albero buono e un albero cattivo; frutti buoni e frutti cattivi; un uomo buono e un uomo cattivo; un costruttore accorto e un costruttore maldestro.

Di fronte alle figure di queste parabole che si contrappongono siamo chiamati a prendere posizione, a scegliere una delle due possibilitร  come la Via per la nostra vita. Mi sembra che questa Via indicata da Gesรน passi per una scelta di profonditร  e coerenza, come emerge dalle parabole stesse di oggi.

Non dimentichiamo che queste parole sono rivolte da Gesรน ai suoi discepoli per aiutarli a crescere come tali. Un discepolo รจ prima di tutto un uomo che ha innestato in Cristo la sua vita: โ€œโ€ฆnon sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesรน, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinchรฉ, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, cosรฌ anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui (letteralmente: โ€œse siamo divenuti una stessa piantaโ€) a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione. (Rm 6,3-5).

Con il nostro battesimo siamo stati piantati in Lui e quindi lโ€™albero della nostra vita porterร  il frutto corrispondente a questa Radice.
Anche la parabola della casa costruita sulla roccia (che perรฒ oggi la liturgia non ci propone) non fa che ribadire la necessitร  per il discepolo di porre le fondamenta della sua vita sulla roccia che รจ il Cristo (โ€œSecondo la grazia di Dio che mi รจ stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno puรฒ porre un fondamento diverso da quello che giร  vi si trova, che รจ Gesรน Cristoโ€ cfr. 1Cor 3,10-11).
Dalle radici e dalle fondamenta dipende il futuro di quellโ€™albero e di quella casa.

Nessuno stupore nel vedere crollare una casa senza fondamenta nel momento in cui il fiume la investe. Chi puรฒ presumere di stare in piedi senza essere ben fondato? Si tratta di avere fondamenta โ€œautenticheโ€, per le quali occorre scavare in profonditร  fino a trovare la roccia che non viene meno: Cristo. Le grandi acque del fiume della vita arriveranno, ma non potranno danneggiare una casa che รจ stata costruita su โ€œsalde fondamentaโ€ (cfr. Eb 11,10: โ€œEgli aspettava infatti la cittร  dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore รจ Dio stessoโ€).
Anche lโ€™albero โ€œbuonoโ€ non potrร  che dare buoni frutti. Ma cosa puรฒ fare la differenza fra lโ€™albero buono e quello cattivo? O meglio possiamo chiederci, presumendo di essere alberi โ€œbuoniโ€: che cosa ci puรฒ impedire di dare buoni frutti?

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Se, a suo tempo, il profeta Isaia aveva narrato la parabola di una vigna โ€œtutta di vitigni genuiniโ€ della quale Dio si era preso cura che aveva dato โ€œfrutti acerbiโ€ (cfr. Is 5), scopriamo vera la possibilitร  di dare anche frutti โ€œcattiviโ€, in una non corrispondenza con lโ€™attesa amorosa di Dio di fronte allโ€™albero della nostra vita!

La bontร /bellezza dellโ€™albero (per la quale Luca usa il termine โ€œkalosโ€) corrisponde alla sua somiglianza con la โ€œbontร /bellezzaโ€ del suo piantatore, colui che รจ il โ€œbuon/bel pastore che da la vita per le sue pecoreโ€ (cfr. Gv 10,11). Alla bontร  del Maestro corrisponde la bontร /qualitร  dei suoi discepoli. Tralci di quella vite vera (cfr. Gv 15), i discepoli potranno dare il buon frutto di una vita somigliante alla sua: cioรจ donata!

Ma perchรฉ lโ€™albero โ€œbuonoโ€ dia frutti buoni occorre che sia radicato sempre piรน profondamente in Colui che ha dato lโ€™unico frutto buono e bello. Non รจ forse Lui stesso quellโ€™โ€œalbero di vitaโ€ che da frutto dodici volte allโ€™anno (cfr. Ap 22,2)?
โ€œIl tuo frutto รจ opera miaโ€ (Os 14,9), dice il Signore a Israele che cercava una feconditร  di vita lontana dal suo Signore e Dio.
Questa parola di Gesรน quindi รจ un forte appello a verificare se il nostro โ€œfruttoโ€ rivela che siamo innestati nellโ€™unico albero che รจ il Signore. Guardiamo al frutto per scoprire la nostra Radice.
E se il frutto della nostra vita ci smaschera come spini o rovi, non temiamo di ritornare al Signore perchรฉ Lui puรฒ far fiorire e maturare anche โ€œuva dalle spineโ€! E non si tratta di una esagerazione!

Se infatti guardiamo a Paolo, il fariseo persecutore dei discepoli di Cristo, che il Risorto trasforma nel testimone e pastore della sua chiesa, non riconosciamo che Dio รจ capace di cambiare โ€œla naturaโ€ dellโ€™albero che siamo? Che frutto potevano dare le spine di Paolo? Ed eppure il Signore non ha temuto di cercare frutti anche su questo โ€œrovoโ€, fino a trovarvi il โ€œfrutto di conversioneโ€ (cfr. Lc 3,8) che ha trasformato radicalmente la vita di Paolo.

Se lโ€™albero della vita di Paolo ha dato il frutto buono di una vita conforme a quella del suo Signore, non temiamo per il frutto della nostra vita.
Unica avvertenza: attenzione alla Radice!

Commento a cura delle Clarisse di S. Gata Feltrie

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