Commento al Vangelo di domenica 3 Maggio 2020 – Alberto Maggi

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IO SONO LA PORTA DELLE PECORE

Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM

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Per aver aperto gli occhi al cieco nato, Gesรน รจ stato accusato di essere un peccatore perchรฉ per essi il peccato รจ la trasgressione della legge divina. Ebbene, Gesรน ribatte, affermando che sono loro – i farisei – i peccatori, perchรฉ, per Gesรน, il peccato รจ quello che offende lโ€™uomo ed รจ ai farisei che Gesรน rivolge il monito, che รจ contenuto nel capitolo decimo del vangelo di Giovani; lo rivolge ai farisei del tempo, ma anche a quelli di oggi. Sentiamo cosa ci scrive lโ€™evangelista.

โ€œIn veritร , in veritร โ€, quando si usa questa espressione nel vangelo di Giovanni significa: vi assicuro, vi dico con fermezza, โ€œio vi dicoโ€ – quindi il discorso รจ rivolto ai farisei – โ€œchi non entra nel recintoโ€ – qui l’evangelista, per il termine โ€œrecintoโ€ ha adoperato quello che si usa non per le pecore, ma lโ€™atrio del tempio, perchรฉ vuole far comprendere โ€œattenzione, non si tratta di recinti e di pecore, ma si tratta di popolo ed istituzione religiosaโ€ – โ€œnel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da unโ€™altra parte, รจ un ladro e un briganteโ€. Gesรน รจ molto chiaro, sta parlando ai farisei: โ€œSiete dei ladri, perchรฉ vi siete impadroniti del popolo di Dio. Gesรน era il Dio, era il vero pastore e, soprattutto, siete dei briganti, perchรฉ avete usato la violenza per sottomettere questo popoloโ€. Nello sfondo della denuncia di Gesรน c’รจ tutta lโ€™accusa che il profeta Ezechiele, specialmente nel capitolo 34, fa ai pastori, che governano il gregge soltanto per il proprio interesse, per la propria convenienza, e non si interessano del bene e del benessere delle pecore.

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E continua Gesรน โ€œChi invece entra dalla porta, รจ pastore delle pecoreโ€. Gesรน rivendica lui di essere, come Dio, il vero pastore del suo popolo, โ€œIl guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voceโ€. Perchรฉ le pecore ascoltano la sua voce? Perchรฉ riconoscono, nella voce di Gesรน, la risposta al bisogno, al desiderio di pienezza di vita, che ogni persona si porta dentro.

โ€œEgli chiama le sue pecore, ciascuna per nomeโ€, Gesรน non ha un rapporto con la folla, con la massa, con un gregge, ma Gesรน ha un rapporto speciale con ogni individuo, con ogni pecora. โ€œE le conduce fuoriโ€, il verbo adoperato dallโ€™evangelista รจ quello che รจ stato usato nel libro dellโ€™Esodo per indicare la liberazione dalla schiavitรน, verso la terra della libertร . โ€œE quando ha spintoโ€ – letteralmente cacciato fuori – โ€œtutte le sue pecoreโ€ – giร  Gesรน, nellโ€™episodio dellโ€™entrata a Gerusalemme, aveva scacciato fuori le pecore dal tempio. โ€œE quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perchรฉ conoscono la sua voceโ€: Gesรน libera le pecore dal recinto dell’istituzione religiosa, ma non le richiude in un altro recinto, seppur migliore, concede loro la piena libertร .

E continua Gesรน โ€œUn estraneo invece non lo seguirannoโ€. Questa di Gesรน non รจ una constatazione, รจ un consiglio che lui dร ; โ€œma fuggiranno via da luiโ€ – bisogna fuggire via da questi che si presentano come pastori, ed invece, vedremo, sono soltanto dei lupi rapaci – โ€œperchรฉ non conoscono la voce degli estraneiยปโ€. Le pecore conoscono la voce di chi le ama e non di chi le vuole sfruttare, riconoscono, nella voce dei falsi pastori, lโ€™ansia di potere, lโ€™ansia di dominio. โ€œGesรน disse loroโ€ – quindi รจ rivolto ai farisei – โ€œquesta similitudineโ€ – ma ecco la sorpresa – โ€œma essi non capirono di che cosa parlava loroโ€. Come fanno a non capire? Semplice, perchรฉ non sono le sue pecore, perchรฉ non sono sordi, ma sono ostinati nella loro tentazione di potere, di ambizione.

โ€œAllora Gesรน disse loro di nuovo: ยซIn veritร , in veritร  io vi dico: io sonoโ€, e questa รจ la rivendicazione del nome di Dio, quindi la pienezza della condizione divina che si manifesta in Gesรน, โ€œio sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e brigantiโ€. Quindi Gesรน ribadisce lโ€™accusa ai capi religiosi di essersi impadroniti del gregge che era di Dio – Dio era il pastore – e di averlo sottomesso attraverso la violenza. โ€œMa le pecore non li hanno ascoltatiโ€, ecco la constatazione di Gesรน: il popolo puรฒ essere stato sottomesso per paura, ma non per propria scelta.

โ€œIo sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarร  salvato; entrerร  e uscirร โ€. Questo entrare ed uscire significa che Gesรน non richiude il gregge in un altro recinto, e la porta non viene chiusa. La chiusura della porta indica sicurezza per il gregge, perรฒ mancanza di libertร ; no, seguendo Gesรน, c’รจ la piena libertร , si entra e si esce. โ€œE troverร โ€ – e qui l’evangelista gioca sui termini della lingua greca – โ€œtroverร  pascoloโ€, pascolo, nella lingua greca, si dice โ€œnomeโ€, mentre legge si dice โ€œnomosโ€. Allora, con Gesรน, non si trova una legge a cui obbedire, ma si trova pascolo, cioรจ un alimento che dร  la vita.

E la conclusione, Gesรน adopera per questi sedicenti pastori le stesse caratteristiche dei lupi, quindi non sono pastori, ma sono lupi, bisogna stare attenti: โ€œIl ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggereโ€. E qui cโ€™รจ lโ€™eco dellโ€™accusa che aveva fatto giร  il profeta Ezechiele, nel capitolo 22: โ€œI suoi capi in mezzo ad essa sono come lupi che dilaniano la preda versano il sangue fanno perire la gente per turpi guadagniโ€. Quindi Gesรน identifica questi pastori come dei lupi, quindi bisogna stare attenti, bisogna fuggire, โ€œrubare, uccidere e distruggereโ€. Le vere vittime del culto al tempio sono le persone, โ€œio sono venuto perchรฉ abbiano la vita e lโ€™abbiano in abbondanzaยปโ€. Quindi รจ un invito (di) Gesรน a emanciparsi da questi pastori, che impongono, che obbligano, e (ad) accogliere il dono della pienezza di vita che Gesรน offre incondizionatamente, ad ogni persona che ascolta la sua voce.


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