Commento al Vangelo di domenica 29 Marzo 2020 – p. Alessandro Cortesi op

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Nel capitolo 11 del IV vangelo il โ€˜segnoโ€™ della vita, dellโ€™uscita dal buio del sepolcro, segue ai segni del vino a Cana, dellโ€™acqua con la donna di Samaria, della luce nellโ€™incontro con il cieco.

Gesรน, informato he il suo amico Lazzaro รจ morto attende e non si reca subito da lui. In questo intende offrire un messaggio: โ€˜questa malattia non รจ per la morte ma per la gloria di Dioโ€™. Il โ€˜segnoโ€™ della vita di Lazzaro รจ orientato a far comprendere che la persona di Gesรน รจ presenza di vita. Nella sua presenza cโ€™รจ il dono di un profumo che vince lโ€™odore della morte. In lui si puรฒ incontrare la vicinanza del Padre che vuole la vita. Nel credere come affidarsi in lui, una vita nuova puรฒ essere scoperta sin da ora: โ€˜Chi crede รจ passato dalla morte alla vitaโ€™.

Gesรน dice a Marta. โ€˜tuo fratello risusciterร โ€™. E ciรฒ costituisce una conferma della fede di Marta che gli risponde: โ€˜So che risusciterร  nellโ€™ultimo giornoโ€™. Ma Gesรน le propone un affidamento piรน profondo e radicale: โ€˜Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore vivrร โ€™. Ogni segno nel IV vangelo รจ orientato a condurre allโ€™unico grande segno in cui Dio rivela la sua gloria: la morte sulla croce di Gesรน, ora di rivelazione del volto di un Dio che si รจ umanizzato e che sโ€™incontra nellโ€™amore.

Gesรน propone a Marta non solo di vivere la fede nella risurrezione nellโ€™ultimo giorno, ma di vivere sin dโ€™ora unโ€™esperienza di vita nuova nellโ€™incontro con lui, nellโ€™uscire dalle chiusure e camminare sulla sua via. Per Marta โ€“ e per ognuno di noi โ€“ รจ giร  ora presente la possibilitร  di una vita nuova, lโ€™esperienza della risurrezione. Gesรน guida Marta ad aprirsi non solo al superamento di una mentalitร  che vede la vita chiudersi con la morte ma la invita anche ad uscire fuori, come grida a Lazzaro โ€˜Vieni fuoriโ€™.

Gesรน fa uscire Lazzaro dal sepolcro: nella mentalitร  semitica era questo lโ€™ingresso nello Sheol, lโ€™ambiente delle ombre: โ€˜Non gli inferi ti lodano Signore, nรฉ la morte ti canta inni; quanti scendono nella fossa non sperano nella tua fedeltร . Il vivente, il vivente ti rende grazie, come io faccio questโ€™oggiโ€™ (Is 38,18-19).

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Uscire fuori da ogni dominio e oppressione รจ possibile a chi scopre che in Gesรน la morte รจ stata vinta e il dono della risurrezione, dono dellโ€™incontro con lui รจ realtร  giร  in atto nella nostra esistenza e giร  ha inizio nel presente.

Paradossalmente dopo il segno di Betania cresce lโ€™opposizione contro di lui: proprio di fronte a gesti di vita si prepara la sua morte. Betania รจ cosรฌ luogo di morte e di vita. Di fronte alla morte Gesรน รจ turbato e reagisce opponendosi a tutto quello che essa comporta. Negli elementi presenti nel racconto si puรฒ scorgere giร  in filigrana lโ€™annuncio della risurrezione di Gesรน: le lacrime di chi piange alla tomba, il sepolcro e la pietra, le fasce, lโ€™invito a โ€˜lasciar andareโ€™. Il segno di Lazzaro rinvia cosรฌ al segno definitivo, la morte di Gesรน sulla croce. Eโ€™ questo il momento in cui si rende visibile il volto di Dio, la sua gloria come amore: nel suo morire, avendo amato fino alla fine, Gesรน rende visibile una vita che va oltre la morte. La via di fedeltร  allโ€™amore e al servizio รจ strada che non va verso la chiusura e il buio ma va verso la vita.

Alessandro Cortesi op

Fonte

p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia. Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

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