Commento al Vangelo di domenica 29 Luglio 2018 – P. Marko Ivan Rupnik – Congregazione per il Clero

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XVII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Dal vangelo di Marco si passa con la liturgia di oggi per quattro domeniche al vangelo di Giovanni. La cornice di questo episodio รจ la Pasqua dei Giudei (cf Gv 6, 4). Gesรน passa allโ€™altra riva, non viene precisato nรฉ di quale riva si tratti, nรฉ come passi ma solo che una grande folla lo segue. Giร  questi due fatti ci rimandano certamente allโ€™esodo, a Mosรจ e al popolo che lo segue. Qui il popolo sta seguendo il vero Messia vedendo i segni che Lui faceva sugli infermi e questo Messia acquista immediatamente nel racconto una dimensione definitiva, divina perchรฉ venendo nellโ€™altra riva, in un altro mondo, sul monte, Lui si siede con i dodici, che รจ proprio la stessa immagine che in Matteo ci lascia Cristo stesso dischiudendo il compimento escatologico (Mt 19, 28) in una visione escatologica di una liberazione piena, dove si giunge a un mondo definitivo in cui Cristo prende il possesso del potere e del giudizio (cf Ap 4, 9.11; 5, 13; 7, 12;14,7). Inoltre la scena escatologica si disegna sullo sfondo dellโ€™agnello Pasquale (cf Ap 5, 7-9; 20, 12). Perciรฒ รจ del tutto chiaro che lโ€™esodo che ora viene realizzato da Cristo รจ il passaggio alla salvezza definitiva.

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Prima dellโ€™intervento sul pane Cristo comincia a provocare, a verificare qualcosa nei discepoli. Il termine peirazo รจ proprio il termine che troviamo quando il diavolo tenta Cristo o quando gli scribi lo provocano perchรฉ lo vogliono mettere alla prova, se ragionava bene e se stava osservando tutte le leggi. โ€œComprareโ€ รจ la parola che riassume la tentazione che Cristo mette davanti ai discepoli, perchรฉ questa รจ la logica umana: comprare, vendere, avere, possedere.

Cristo sta quasi tentando i discepoli per verificare di quale mentalitร  sono, con quale mentalitร  lo seguono. Perchรฉ questo รจ il punto, anche se si sta con Cristo, se si cammina sulle sue orme, la mentalitร  puรฒ rimanere quella antica, quella del mondo, quella dellโ€™uomo vecchio. Li chiamรฒ perchรฉ stessero con Lui per poter assorbire la mentalitร  dei figli, per pensare secondo Dio e non piรน secondo gli uomini (cf Mc 8, 33).

Lui sa che per i discepoli non รจ affatto semplice rinascere a una mentalitร  nuova, non รจ per loro un fatto acquisito rinnovare il loro modo di pensare a partire da Cristo. Come poi preciserร  molto bene San Paolo proprio considerando la sua propria esperienza (cfย  Rm 12,2; Ef 4, 23).

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La liberazione che Cristo ha portato, il passaggio, lโ€™exodus non li comprendiamo se prima non ci lasciamo liberare dalla mentalitร  che portiamo dentro. Questa mentalitร  vecchia รจ ancorata alla nostra natura e perciรฒ รจ radicata nella paura per noi stessi. La fonte della mentalitร  dellโ€™uomo vecchio รจ la paura della morte, รจ la voglia di salvare se stessi, di rassicurare se stessi. Perciรฒ reagisce secondo i bisogni della nostra natura. La cosa piรน estranea a tale mentalitร  รจ la vita come comunione.

Lโ€™evangelista inoltre sottolinea che lโ€™evento accade in un luogo di tanta erba verde, e ciรฒ ricorda subito i pascoli erbosi dove lui prepara una mensa (cf Sal 23,5; Sal 78,19), rimandando alla vita e allโ€™abbondanza (cf Is 25, 6), cioรจ allโ€™eschaton.

Il termine โ€œfateli sdraiareโ€ (Gv 6,10) รจ lo stesso che si usava per i pasti solenni di festa, come la Pasqua, in cui si era sdraiati, perchรฉ si era liberi, si era signori. Questa usanza la troviamo anche presso i Greci e Romani. Si poteva sdraiare solo chi aveva un servo, altrimenti si stava seduti o in piedi. Si รจ sdraiato uno che aveva chi lo poteva servire.

Per poter cambiare il rapporto verso i beni della creazione e dunque incidere effettivamente nelle ingiustizie che dominano il mondo bisogna arrivare alla liberazione da se stessi. Bisogna accogliere Cristo che ci fa liberi. Fino a quando abbiamo paura per noi stessi nulla cambierร  nel mondo perchรฉ in fin dei conti lโ€™uomo cercherร  sempre di salvaguardare se stesso accumulando le cose per se. รˆ proprio come nel primo Esodo. โ€œQuando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani marciavano dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura รจ gridarono al Signoreโ€ (Es 14, 10). Infatti Mosรจ doveva prima liberare il popolo dalla paura altrimenti avrebbero attraversato il Mar Rosso ancora da schiavi.

Dunque i discepoli sono chiamati a far sรฌ che la gente si scopra liberata, salvata e allora il loro rapporto verso i beni di questo mondo sarร  un rapporto che realizzerร  una condivisione che perรฒ dovrร  passare per Cristo in persona.

Inoltre colpisce unโ€™immagine molto forte che il Signore, la prima cosa che fa, prima di toccare il pane, ci faccia sentire signori: รจ Lui il servo, รจ Lui che si fa servitore.ย  Fa vedere che รจ venuto per servire (cf Mc 10, 45; Gv 13, 4-5). Si apre questa dimensione servile e signorile insieme: Lui si fa servo affinchรฉ lโ€™uomo possa acquistare quella signoria che ha perduto. Solo nel vangelo di Giovanni viene messo in evidenza questo fatto che รจ Lui e non i discepoli a prendere i pani, fare la preghiera e distribuirli. Perchรฉ infatti non si tratta di una moltiplicazione ma di una distribuzione.

Si apre qui una parentesi spirituale importante: non si tratta di distribuire i nostri beni per risolvere il problema della fame del mondo, della disuguaglianza. Non รจ possibile. La questione si risolve quando i beni di questa terra passano per le mani di Cristo. Quando il creato torna a Cristo come nostra offerta. Questo ragazzino ha fatto unโ€™offerta a Dio e non a un altro, nelle mani di Cristo il mondo, il creato, il bene di questa terra tornano ad essere ciรฒ che erano secondo la visione di Dio. E allora tornano nelle nostre mani di una qualitร  e di una quantitร  diversa, perchรฉ avviene un cambiamento, perchรฉ questa รจ la purificazione del mondo, della materia. Qui la terra viene liberata dalla possessione che viene usata con il peccato e con la passione. Perciรฒ le nostre mani si devono svuotare. Non semplicemente perchรฉ danno a qualcuno, ma perchรฉ danno a Cristo.

รˆ qui che si dischiude in questo episodio la dimensione eucaristica che ora ci accompagnerร  nelle prossime domeniche nel discorso di Cristo. Nei sacramenti la materia del creato torna ad essere secondo il disegno di Dio, il cibo che a noi di nuovo nutre la comunione con Dio, lโ€™unione con gli altri. Il nostro problema รจ che invece di fare il passaggio e di accogliere il cibo per questo passaggio, noi cerchiamo di portare Dio in questo mondo per darci il cibo di questo mondo e non il cibo per il mondo nuovo, per cieli nuovi e terra nuova.

P. Marko Ivan Rupnik – Fonte

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