Commento al Vangelo di domenica 29 Agosto 2021 – p. Alessandro Cortesi op

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p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

I farisei criticano Gesรน perchรฉ i suoi discepoli prendono cibo con mani immonde, cioรจ non lavate: li accusano di non osservare le prescrizioni della legge, la tradizione degli antichi. Dal punto di vista storico cโ€™รจ una presentazione parziale dei farisei che al tempo di Gesรน coltivavano una profonda tensione spirituale ed erano vicini a quanto Gesรน diceva.

Tuttavia nei vangeli i farisei sono presentati come paradigma di una religiositร  costruita sullโ€™esterioritร  e nutrita di ipocrisia: la polemica con loro non รจ da leggere come un rifiuto di una spiritualitร  fondata sullโ€™alleanza e sulla predicazione profetica ma va contro una attitudine universale che rinchiude la fede entro un sistema religioso. Il fariseismo รจ quindi atteggiamento presente in ogni tradizione e in ogni tempo. Eโ€™ questo il problema che viene posto a Gesรน: lโ€™osservanza di prescrizioni del rito e di norme รจ un fine o un mezzo?

Nel rispondere Gesรน porta la questione al suo centro: pone la domanda sul rapporto con Dio e le tradizioni frutto di elaborazione umana, e apre la questione dellโ€™obbedire a ciรฒ che Dio chiede e di non seguire precetti di uomini.

Gesรน si schiera contro lโ€™ipocrisia, atteggiamento raffinato che porta a scambiare i fini con i mezzi, e porta a dare un primato alla preoccupazione scrupolosa di osservanze al posto di un ascolto di Dio nel percorrere un cammino di fedeltร .

Eโ€™ questa la linea costante nei profeti nel loro richiamare ad un culto non esteriore, di gesti sacrali e di osservanze di precetti, ma attuato nella vita nel cambiamento del cuore. Per questo Gesรน riprende il rimprovero di Isaia: โ€œQuesto popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore รจ lontano da me. Invano essi mi rendono culto insegnando dottrine che sono precetti di uomini (Is 29,13).

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Se il cuore sta presso Dio praticare un autentico culto significa vivere relazioni nuove con gli altri, di giustizia, di cura, di ospitalitร . Riferire la vita a Dio implica prendere le parti dei poveri: โ€œSmettete di presentare offerte inutili, lโ€™incenso รจ un abominio per me (โ€ฆ) Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete lโ€™oppresso, rendete giustizia allโ€™orfano, difendete la causa della vedovaโ€ (Is 1,13-17).

Gesรน smaschera la pretesa presente in ogni tipo di fariseismo che esaurisce la fede (come incontro e coinvolgimento personale nellโ€™affidamento a Dio) ad un sistema religioso controllato da istituzioni che pretendono di avere un controllo assoluto riguardo al rapporto con Dio: limitare il culto a Dio ad una questione di osservanze e precetti che non implicano un rapporto nuovo con gli altri. Il comandamento di Dio richiede un culto della vita ossia impegno in una prassi di giustizia e di custodia dellโ€™altro.

Gesรน suggerisce anche che la sede del bene e del male non sta nelle cose in se stesse, ma รจ nel cuore dellโ€™uomo, lร  dove si decide per il bene o per il male. Questo dice lo sguardo positivo, ottimista e buono verso tutte le realtร  della vita umana: tutto viene da Dio e non puรฒ esser cattivo o impuro in sรจ. Nello stesso tempo pone davanti ad una radicale esigenza di responsabilitร . Puro e impuro derivano dalle scelte che hanno la loro sede nel โ€˜cuoreโ€™ e si concretizzano in azioni. Gesรน riporta al profondo del cuore e pone ognuno ad interrogarsi in modo libero e responsabile.

Alessandro Cortesi op