p. Alessandro Cortesi opSono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
I farisei criticano Gesรน perchรฉ i suoi discepoli prendono cibo con mani immonde, cioรจ non lavate: li accusano di non osservare le prescrizioni della legge, la tradizione degli antichi. Dal punto di vista storico cโรจ una presentazione parziale dei farisei che al tempo di Gesรน coltivavano una profonda tensione spirituale ed erano vicini a quanto Gesรน diceva.
Tuttavia nei vangeli i farisei sono presentati come paradigma di una religiositร costruita sullโesterioritร e nutrita di ipocrisia: la polemica con loro non รจ da leggere come un rifiuto di una spiritualitร fondata sullโalleanza e sulla predicazione profetica ma va contro una attitudine universale che rinchiude la fede entro un sistema religioso. Il fariseismo รจ quindi atteggiamento presente in ogni tradizione e in ogni tempo. Eโ questo il problema che viene posto a Gesรน: lโosservanza di prescrizioni del rito e di norme รจ un fine o un mezzo?
Nel rispondere Gesรน porta la questione al suo centro: pone la domanda sul rapporto con Dio e le tradizioni frutto di elaborazione umana, e apre la questione dellโobbedire a ciรฒ che Dio chiede e di non seguire precetti di uomini.
Gesรน si schiera contro lโipocrisia, atteggiamento raffinato che porta a scambiare i fini con i mezzi, e porta a dare un primato alla preoccupazione scrupolosa di osservanze al posto di un ascolto di Dio nel percorrere un cammino di fedeltร .
Eโ questa la linea costante nei profeti nel loro richiamare ad un culto non esteriore, di gesti sacrali e di osservanze di precetti, ma attuato nella vita nel cambiamento del cuore. Per questo Gesรน riprende il rimprovero di Isaia: โQuesto popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore รจ lontano da me. Invano essi mi rendono culto insegnando dottrine che sono precetti di uomini (Is 29,13).
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Se il cuore sta presso Dio praticare un autentico culto significa vivere relazioni nuove con gli altri, di giustizia, di cura, di ospitalitร . Riferire la vita a Dio implica prendere le parti dei poveri: โSmettete di presentare offerte inutili, lโincenso รจ un abominio per me (โฆ) Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete lโoppresso, rendete giustizia allโorfano, difendete la causa della vedovaโ (Is 1,13-17).
Gesรน smaschera la pretesa presente in ogni tipo di fariseismo che esaurisce la fede (come incontro e coinvolgimento personale nellโaffidamento a Dio) ad un sistema religioso controllato da istituzioni che pretendono di avere un controllo assoluto riguardo al rapporto con Dio: limitare il culto a Dio ad una questione di osservanze e precetti che non implicano un rapporto nuovo con gli altri. Il comandamento di Dio richiede un culto della vita ossia impegno in una prassi di giustizia e di custodia dellโaltro.
Gesรน suggerisce anche che la sede del bene e del male non sta nelle cose in se stesse, ma รจ nel cuore dellโuomo, lร dove si decide per il bene o per il male. Questo dice lo sguardo positivo, ottimista e buono verso tutte le realtร della vita umana: tutto viene da Dio e non puรฒ esser cattivo o impuro in sรจ. Nello stesso tempo pone davanti ad una radicale esigenza di responsabilitร . Puro e impuro derivano dalle scelte che hanno la loro sede nel โcuoreโ e si concretizzano in azioni. Gesรน riporta al profondo del cuore e pone ognuno ad interrogarsi in modo libero e responsabile.
Alessandro Cortesi op



