Commento al Vangelo di domenica 25 Aprile 2021 – p. Alessandro Cortesi op

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p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.

La pagina del cap. 10 di Giovanni รจ centrata sullโ€™immagine del pastore: a lui sono contrapposte tre figure diverse, il ladro, lโ€™estraneo e il mercenario. Il ladro che giunge per sottrarre e non per custodire, lโ€™estraneo che non ha alcun rapporto di legame e affetto, il mercenario che รจ profittatore della situazione in vista di trarre unicamente propri vantaggi senza rapporti e coinvolgimento.

La metafora del pastore รจ usata ad indicare lโ€™identitร  di Gesรน stesso: รจ il pastore che daโ€™ la sua vita per le sue pecore. Lโ€™immagine evoca pagine del Primo testamento in cui Dio stesso รจ indicato come pastore che guida i suo popolo, in contrasto con le guide umane che si rivelano inadeguate e tese a sfruttare e impoverire il popolo. In queste parole possono anche essere colti echi drammatici perchรฉ vi รจ riferimento alla figura del servo di Jahwรฉ: โ€˜non ha apparenza nรฉ bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui dilettoโ€ฆsi รจ caricato delle nostre sofferenze, si รจ addossato i nostri doloriโ€ฆ (Is 53,3-7). Paradossalmente la figura di colui che รจ sfigurato e davanti al quale ci si copre il volto รจ usata ad indicare il volto di Gesรน, pastore โ€˜belloโ€™, la cui bellezza esprime il dono della sua vita per gli altri. Il pastore indicato nel IV vangelo reca in sรฉ i tratti del servo che si offre per tutti. Da qui la contrapposizione con il mercenario, che presta servizio fino al momento in cui ha qualcosa da guadagnare e non coinvolge per nulla la sua vita in una relazione impegnativa.

Un primo tratto dellโ€™immagine del pastore indica che Gesรน ha fatto della sua vita un dono in un legame intenso per tutti come il pastore con il suo gregge.Il pastore conosce le sue pecore e sa che le pecore lo conoscono: โ€˜conoscereโ€™ implica una relazione di vita nella reciprocitร . Eโ€™ un movimento di incontro che inserisce nella relazione stessa tra il Figlio e il Padre: โ€˜come il Padre conosce me e io conosco il Padreโ€™. โ€˜Non vi chiamo piรน servi, ma vi ho chiamati amiciโ€™, รจ la chiamata ad un percorso profondo di amicizia, con lui e tra noi. Sta qui il cuore del vangelo, e costituisce il dono ed il progetto di vita che viene proposto a chi si apre allโ€™incontro con Gesรน. Gesรน sta in rapporto al Padre come figlio, vivendo il dono e lโ€™accoglienza dellโ€™amore; cosรฌ il โ€˜conoscereโ€™ che lega Gesรน รจ coinvolgimento nellโ€™amicizia.

Lo sguardo di Gesรน va oltre ogni ovile che chiude e impedisce di vedere oltre: โ€œho altre pecore che non di questโ€™ovileโ€. La sua vita รจ non per il privilegio di qualcuno, ma per la condivisione di tutti. La radice di un tale sguardo sta nella sua libertร  radicale: โ€˜io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poichรฉ ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovoโ€™. A questo sguardo aperto ad altri orizzonti oltre i confini di ovili chiusi Gesรน pastore spinge anche i suoi.

Alessandro Cortesi op

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