p. Alessandro Cortesi opSono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
La pagina del cap. 10 di Giovanni รจ centrata sullโimmagine del pastore: a lui sono contrapposte tre figure diverse, il ladro, lโestraneo e il mercenario. Il ladro che giunge per sottrarre e non per custodire, lโestraneo che non ha alcun rapporto di legame e affetto, il mercenario che รจ profittatore della situazione in vista di trarre unicamente propri vantaggi senza rapporti e coinvolgimento.
La metafora del pastore รจ usata ad indicare lโidentitร di Gesรน stesso: รจ il pastore che daโ la sua vita per le sue pecore. Lโimmagine evoca pagine del Primo testamento in cui Dio stesso รจ indicato come pastore che guida i suo popolo, in contrasto con le guide umane che si rivelano inadeguate e tese a sfruttare e impoverire il popolo. In queste parole possono anche essere colti echi drammatici perchรฉ vi รจ riferimento alla figura del servo di Jahwรฉ: โnon ha apparenza nรฉ bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui dilettoโฆsi รจ caricato delle nostre sofferenze, si รจ addossato i nostri doloriโฆ (Is 53,3-7). Paradossalmente la figura di colui che รจ sfigurato e davanti al quale ci si copre il volto รจ usata ad indicare il volto di Gesรน, pastore โbelloโ, la cui bellezza esprime il dono della sua vita per gli altri. Il pastore indicato nel IV vangelo reca in sรฉ i tratti del servo che si offre per tutti. Da qui la contrapposizione con il mercenario, che presta servizio fino al momento in cui ha qualcosa da guadagnare e non coinvolge per nulla la sua vita in una relazione impegnativa.
Un primo tratto dellโimmagine del pastore indica che Gesรน ha fatto della sua vita un dono in un legame intenso per tutti come il pastore con il suo gregge.Il pastore conosce le sue pecore e sa che le pecore lo conoscono: โconoscereโ implica una relazione di vita nella reciprocitร . Eโ un movimento di incontro che inserisce nella relazione stessa tra il Figlio e il Padre: โcome il Padre conosce me e io conosco il Padreโ. โNon vi chiamo piรน servi, ma vi ho chiamati amiciโ, รจ la chiamata ad un percorso profondo di amicizia, con lui e tra noi. Sta qui il cuore del vangelo, e costituisce il dono ed il progetto di vita che viene proposto a chi si apre allโincontro con Gesรน. Gesรน sta in rapporto al Padre come figlio, vivendo il dono e lโaccoglienza dellโamore; cosรฌ il โconoscereโ che lega Gesรน รจ coinvolgimento nellโamicizia.
Lo sguardo di Gesรน va oltre ogni ovile che chiude e impedisce di vedere oltre: โho altre pecore che non di questโovileโ. La sua vita รจ non per il privilegio di qualcuno, ma per la condivisione di tutti. La radice di un tale sguardo sta nella sua libertร radicale: โio offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poichรฉ ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovoโ. A questo sguardo aperto ad altri orizzonti oltre i confini di ovili chiusi Gesรน pastore spinge anche i suoi.
Alessandro Cortesi op
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