Buongiorno ragazzi,
Avete ascoltato il Vangelo di oggi? Piรน che una buona notizia sembra un elenco di disgrazie e invece no, perchรฉ il Vangelo, lo dice la parola stessa che deriva dal greco eโ una Buona Notizia ma a volte occorre ragionarci un poโ insieme per capirlo bene.
Intanto allโinizio del Vangelo si parla di un personaggio che poi ritroveremo nei racconti piรน vicini alla Pasqua. Pilato. Pilato era il governatore che i romani avevano messo a capo della regione della Giudea dove sta Gerusalemme, perchรฉ anche allora (come purtroppo ancora oggi) era un territorio โcaldoโ, con frequenti sommosse e guerriglie. Pilato aveva il compito di mantenere sottomessi tutti e a volte lo faceva con la violenza, per incutere timore, come il fatto a cui si riferiscono queste persone che parlano con Gesรน: Pilato aveva ucciso delle persone della Galilea e lo aveva fatto in un modo violento e anche disonorante. Ecco, Gesรน eโ messo di fronte ad un fatto di cattiveria, di violenza come purtroppo a volte sentiamo anche oggi nei telegiornali.
Gesรน non risponde direttamente ma accosta questo fatto di violenza gratuita di Pilato ad un altro fatto, una disgrazia accaduta casualmente dove 18 persone sono morte a seguito del crollo della torre di Siloe. Questo eโ il primo punto importante del Vangelo di oggi: quello che eโ successo ai galilei a causa della cattiveria di Pilato o alle 18 persone di Siloe, come tante altre disgrazie o violenze che potremmo elencare dei giorni nostri, non sono punizioni.
Era molto forte,infatti, ai tempi di Gesรน il collegamento tra colpa e disgrazia vista come punizione di Dio. Vi ricordate del cieco nato? I farisei chiedono: โRabbรฌ, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perchรฉ egli nascesse cosรฌโ. No! Ecco la prima buona notizia di questo vangelo, le disgrazie non sono una punizione di Dio per i nostri peccatiโฆ. Eppure questa eโ una delle menzogne piรน grosse nel cuore dellโuomoโฆ Dio non eโ un vendicativo, Dio non eโ uno che se sbagli se la lega al ditoโฆ Gesรน respinge decisamente la lettura delle disgrazie come provocate da un Dio umano, impaziente.
Dio eโ proprio il contrario, Dio eโ amore, Dio eโ misericordia, Dio รจ tenerezza e questa รจ la seconda buona notizia che le letture di oggi ci svelano.
Avete ascoltato il bellissimo racconto della prima lettura? Come si presenta Dio dal roveto ardente a Moseโ? Ancora prima di dire il proprio nome dice: โHo osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e mieleโ
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Questa eโ la tenerezza di Dio, un Dio che in tutta la sua grandezza, potenza, trascendenzaโฆ si intenerisce per il suo popoloโฆ Ho osservato… Ho uditoโฆ Conosco le sofferenzeโฆ Sono scesoโฆ. Non eโ certo un Dio indifferente, lontanoโฆ ma un Dio che si prende cura di ognunoโฆ
Torniamo ora al Vangeloโฆ Gesรน conclude raccontando una parabola dove si parla di un fico che cresce, riceve sole, pioggia, nutrimento dalla terra ma non dร frutto.
Ecco, questa parabola ci illumina su un particolare della conversione: cambiare modo di pensare e accettare il fatto che Dio attende frutti anche da noi. E questo eโ bello, perchรฉ ci ritiene preziosi e sa che possiamo fare e dare cose buone.
E di nuovo qui si manifesta la tenerezza di Dioโฆ
Dio aspettaโฆ ci riserva extra cure, come zappare il terreno intorno perchรฉ il nostro cuore non sia duro, ci daโ extra nutrimento… e aspetta, con la tenerezza di un Padre che sa che ce la possiamo fare, che possiamo e dobbiamo dare frutto, per essere felici. Che vuol dire per noi, qui, oggi, dare frutto?
Possiamo perdonare, possiamo aiutare chi ci sta accanto, possiamo rinunciare a qualcosa per darlo a chi ne ha bisogno, possiamo portare gioia a chi eโ triste, possiamo giocare con chi rimane sempre solo, possiamo telefonare ad un compagno che eโ malato, possiamo studiare per prepararci a fare bene il nostro lavoro.
Quanti bei frutti si possono dare nelle nostre giornate!
Coraggio, cominciamo da oggi!
Commento a cura diย Laura Madrignani per il sito omelie.org
