Commento al Vangelo di domenica 23 luglio 2017 – mons. Giuseppe Mani

La tentazione dello scoraggiamento. Dinanzi alla proliferazione del male nel mondo, all’esperienza della povertà dei mezzi, all’apparente inefficacia del vangelo e della chiesa sommersa dall’indifferenza, dall’ateismo pratico, il successo delle altre religioni o sette, non siamo forse presi dallo scoraggiamento e tentati seriamente contro la speranza?

La lunga pazienza dell’amore. Attraverso la parabola de buon grano e della zizzania Gesù ci difende dalle nostre intolleranze e ci invita ad entrare nelle lunghe pazienze dell’amore che sono uno dei segreti del cuore di Dio. Non si tratta di essere ciechi o addirittura complici col male del mondo. Il vero amore è sempre lucido ed esigente. Gesù non capitola mai davanti al male. Ai peccatori dice :”Va e non peccare più”. La sua maniera di amarci è di invitarci a crescere. Verrà l’ora della mietitura, del giudizio finale e dovremo comparire in piedi davanti a Dio. E allora non si gioca con l’amore, soprattutto quando si tratta dell’amore esigente di Dio.
Ma se il Signore non è complice non è neppure distratto e non giudica prima dell’ora. Eccoci invitati a non giudicare mai prima dell’ora con interventi intempestivi. Davanti allo stato attuale del mondo impariamo a rispettare ciò che P. Teilhard chiamava “il lento lavoro di Dio”, la sua infinita pazienza, la sua misericordia che non dispera mai di nessuna delle sue creature.

Attenzione ai germi di speranza. L’occhio di Dio è soprattutto attento a tutti i germi di bene di verità, di bontà e di amore presenti in ogni epoca ed in ogni vita. Il cuore di ogni uomo è abitato da Dio ed è un abisso più grande del suo comportamento. Se è vero che nella vita c’è un miscuglio di bene e di male la parabola del granello di senape apre una grande speranza. Con l’aiuto dello Spirito ogni vita è in crescita. Un essere ha sempre più avvenire che passato. “Amare è sperare per sempre nell’altro”. Osiamo dire che se il credente è un uomo terribilmente lucido, colpito come tutti i suoi fratelli dalla sofferenza e dalla morte rimane sempre un uomo di fiducia e di pace come San Giovanni, la Vergine Maria e tanti altri santi noti e meno noti.

Con i suoi poveri Dio fa le meraviglie. Con le parabole del fermento e del grano di senape siamo invitati a scoprire la vera fecondità del Vangelo, delle sue vie, della chiesa. Nelle nostre società in cui l’impatto è dato all’avere, al reddito e all’efficacia rischiamo di scoraggiarci per il poco impatto del Vangelo e della Chiesa. Siamo così tentati di ricorrere ai mezzi tecnici superficiali del mondo che sembrano produrre effetti immediati ma che tradiscono l’attesa segreta e profonda dei cuori che cercano Dio.
Senza negare il dovere di portare frutti dobbiamo riscoprire che la potenza e il successo non sono i criteri sicuri per misurare il valore delle vie de Regno. I veri momenti della vita non fanno rumore ma passano attraverso la banalità e la debolezza del quotidiano. Non si è mai contemporanei dell’invisibile è soltanto molto dopo che ci accorgiamo che è avvenuto qualcosa.
La storia della Chiesa, scriveva Giovanni Paolo II ai malati, è piena di vite la cui importanza sociale resta nascosta ma che trovano la forza di sorridere vivendo il martirio quotidiano. Un giorno vedremo il ruolo decisivo che queste vite hanno giocato nello sviluppo della storia del mondo.

C’è un paradosso nei discepoli del Vangelo che deve illuminare la loro vita e dare ad essi una dimensione prodigiosa. Sono “ piccolo gregge” ma anche “sale della terra e luce del mondo”. Uomini e donne fragili, con mani vuote ma abitati dalla forza trasformante dello Spirito Santo per diventare per i propri contemporanei vere Icone dell’Amore di Dio.

Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.lamiavocazione.it

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 23 luglio 2017 anche qui.

XVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 13, 24-43
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».
Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».

Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 16 – 22 Luglio 2017
  • Tempo Ordinario XV, Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO

Read more

Local News