Il gesto di un re misterioso, che offrรฌ pane e vino ad Abramo รจ segno di una alleanza ed รจ gesto di riconciliazione: con la sua offerta permette ad Abramo e al suo clan di riposare. Ed infine benedice Abramo. Il pane e il vino di questo re di giustizia recano in sรฉ i tratti dellโaccoglienza e dellโospitalitร .
Anche Gesรน compie gesti che significano condivisione, possibilitร di ristoro, di partecipare nella pace ad un medesimo banchetto: โGesรน prese i cinque pani e i due pesci, e levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzรฒ e li diede ai discepoli perchรฉ li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono e si saziaronoโฆโ.
I pochi pani divengono sufficienti per sfamare tutti, nel movimento che ha inizio dalla condivisione e su cui scende la benedizione. Tutti poterono mangiare fino ad essere saziati. Si tratta โ รจ bene sottolinearlo โ di una distribuzione. E questo gesto ha una rilevanza per comprendere il cammino di Gesรน: subito dopo infatti Gesรน presenta la sua missione: รจ il figlio dellโuomo che percorre la via che incontra il rifiuto e lโostilitร ma viene esaltato dal Padre (Lc 9,18-22) e si dirige decisamente verso Gerusalemme.
Nel gesto dei pani Luca ricorda lโepisodio della manna nel deserto (Es 16,8.12; Num 11,21); anche Gesรน รจ in un luogo deserto, vicino a Betsaida. Eโ poi richiamata la moltiplicazione dei pani compiuta dal profeta Eliseo per i discepoli (2Re 4,42-44).
Gesรน chiede di mettere a disposizione il poco e da lรฌ fa iniziare un movimento di condivisione. Da qui si genera abbondanza per tutti e i discepoli sono coinvolti in questa distribuzione: โli benedisse li spezzรฒ, e li diede ai discepoli perchรฉ li distribuissero alla gente. E mangiarono e si saziarono e dei pezzi avanzati ne portarono via dodici panieriโ. La comunitร รจ chiamata a centrare la sua attenzione verso โtutta questa genteโ di affamati e poveri e a vivere lo stupore di una sovrabbondanza che viene dal donare, dal far parte.
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Luca inoltre rinvia allโesperienza della prima comunitร che viveva lโeucaristia. I gesti di Gesรน sono infatti gli stessi dellโultima cena e dellโincontro con i due di Emmaus. Anche a Emmaus Gesรน prende il pane, pronuncia la benedizione, lo spezza e lo porge ai discepoli.
La moltiplicazione/distribuzione dei pani allora, non รจ solo memoria del gesto di Gesรน, che benedisse e i pani e i pesci dandoli poi a distribuire a tutta la folla. Questo segno rinvia allโeucaristia, alla sua presenza che continua nella comunitร . Il pane condiviso รจ affidato ai discepoli: โdate voi loro da mangiareโ.
Lโeucaristia trova il suo autentico senso e compimento nel condividere e nel far partecipare: non รจ solo un dare ma รจ un fare esperienza di essere solidali. Lโeucaristia che la comunitร รจ chiamata a vivere non รจ un momento intimistico, ma apre a relazioni nuove ad un modo di intendere la vita nella linea della condivisione.
Per questo Paolo nella lettera ai Corinzi rimprovera una comunitร che vive divisioni al suo interno e poi mangia la cena del Signore. Ricorda lโautentico senso del mangiare insieme la cena del Signore: da lรฌ devono nascere rapporti di accoglienza reciproca. E conclude โperciรฒ, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altriโ (1Cor 11,33). Eโ un invito attuale alle comunitร ad โaspettarsiโ, a guardare allโeucaristia come dono che apre ad accogliere senza porre confini ed esclusioni. Eโ Gesรน che ci invita alla sua cena e facciamo esperienza di essere ospitati e per questo capaci di ospitalitร : un orizzonte che รจ ancora sogno e promessa da realizzare nella pratica di una ospitalitร che coinvolga lโeucaristia e la vita.
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p. Alessandro Cortesi opSono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia. Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
