Interpretare i testi: Il primato dellโamore
Il valore e la bellezza dellโamore sono stati celebrati a tutte le latitudini e in tutte le lingue. Lasciamo risuonare alcune voci. Non seguono alcun ordine, ma cantano, in modo rapsodico, qualche luccicante aspetto di un tema infinito.
- Pensare รจ bello, pregare รจ meglio, amare รจ tutto. (E. Leseur).
- Lโamore inizia alla contemplazione. (L. Lavelle).
- Lโamore non รจ fare cose straordinarie od eroiche, ma fare cose ordinarie con tenerezza. (J. Vanier).
- Lโamore vero comincia quando non ci si aspetta nulla in cambio. (Antoine de Saint-Exupery).
- Lโamore non dice: ยซQuesto รจ mioยป, ma dice: Questo รจ tuoยป. (M. Pomilio).
- Amare รจ far scaturire nellโaltro una nuova vita. ร ri-creare. (M. Quoist).
- Un grande amore non complica una vita o unโazione, ma lโillumina. (P. Sipriot).
- Lโamore non nega la realtร , la trasfigura. (P. Mazzolari).
- Il vero amore apre le braccia e chiude gli occhi. (san Vincenzo de’ Paoli)
- Amare รจ soffrire, non amare รจ morire. (Taine)
- Dove non trovi amore, metti amore e troverai amore. (san Giovanni della Croce)
- ร amando gli uomini che si impara ad amare Dio. (C. de Foucault)
- L’amore non si arresta davanti all’impossibile, non si attenua di fronte alle difficoltร . (san Pietro Crisologo)
- L’amore รจ l’ala che Dio ha dato all’anima per salire fino a lui. (Michelangelo)
- Che cos’รจ l’amore? L’amore รจ la virtรน per cui amiamo. Che cosa amiamo? Un bene ineffabile, un bene benefico, un bene che crea tutti i beni. Dio sia la tua delizia, poichรฉ da lui ricevi ciรฒ che causa il tuo diletto. (santโAgostino)
- L’amore ha sempre bisogno di un po’ di futuro. (A. Camus)
- Si converte solo ciรฒ che si ama. (J. Daniรฉlou)
- L’amore che si analizza รจ giร morto. (E. Ibsen)
- Chi sa amare, sa morire. (T. Gauthier)
- Un vero amore non ha bisogno di molte parole. (W. Shakespeare)
- Se il tuo cuore non brucia di amore, molti moriranno di freddo. (F. Mauriac)
- L’inizio del nostro amore per Dio consiste nell’ascoltare la sua parola. L’inizio dell’amore per il prossimo consiste nell’imparare ad ascoltarlo. (D. Bonhoeffer)
- Non importa sapere se Dio esiste, importa sapere se รจ amore. (S. Kierkegaard)
- Tutti i corpi insieme non formano un atto di intelligenza; tutti gli spiriti insieme non compiono un atto di caritร . (B. Pascal)
- Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, abbiamo perรฒ disimparato un’arte semplice che รจ quella di vivere come fratelli. (M. Luther King)
- Non c’รจ amore sprecato. (Miguel de Cervantes)
- L’amore รจ una scala sulla quale gli dรจi scendono fino a noi, e noi ci innalziamo fino a loro. (Proverbio cinese)
- A chi piรน amiamo, meno dire sappiamo. (Proverbio inglese)
Sul tema dellโamore a Dio e al prossimo Gesรน fa una singolare combinazione, da cui si sprigiona tutto lโimpegno cristiano (vangelo).
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Il popolo dellโalleanza ascolta dal suo Dio una serie di corretti comportamenti da tenere verso gli altri. Con tale condotta, imita il modo di agire di Dio, che si prende cura dei piรน emarginati (prima lettura).
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย La risposta cristiana all’iniziativa divina si chiama โconversioneโ, intesa come atteggiamento costante per allontanarsi dagli idoli e per aderire al vero Dio. In questo lavoro l’uomo รจ sorretto dall’azione scintillante dello Spirito che lo rende capace di amare bene (seconda lettura).
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Vangelo: Sorprendente: due in uno!
Il brano, collocato verso la fine delle dispute di Gesรน a Gerusalemme, brucia per la polemica attizzata da tempo contro di Lui. Gesรน aveva appena rintuzzato lโattacco dei sadducei che subito deve affrontare i farisei. I due gruppi, antagonisti sul piano politico e religioso, si trovano alleati nel combattere il comune nemico, il Maestro di Nazaret.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Lโattacco รจ sferrato da un teologo (dottore della legge) del gruppo dei farisei che vuole incastrare Gesรน sul comandamento piรน grande (vv. 34-36). Gesรน risponde abbinando amore a Dio e amore al prossimo, citando noti passi biblici e avvalorandoli maggiormente con la loro unione (vv. 37-39). La conclusione indica i due comandamenti, fusi insieme, come la sorgente di tutto (v. 40).
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Dopo una disputa che aveva visto una clamorosa sconfitta dei sadducei, prigionieri di una miope teologia, si fa avanti un teologo della cerchia dei farisei. Egli parte da una presunta superioritร , conferitagli dalla sua condizione.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Chi erano i dottori della legge o teologi? Erano gli esperti della legge giudaica, maestri di pensiero e guide religiose del giudaismo, spesso consultati dal popolo. Formavano un gruppo, che si distingueva per scrupolosa osservanza della legge. Di solito erano strettamente legati ai farisei, come gli scribi. Erano rimproverati da Gesรน perchรฉ imponevano agli altri irragionevoli carichi legali, costruivano le tombe dei profeti, ma come i loro padri, incapaci di riconoscere i profeti; erano pure accusati di essersi impossessati della chiave della conoscenza, cioรจ di aver bloccato la strada per il Regno.
Il teologo pone la domanda su quale sia ยซil grande comandamentoยป. Lโevangelista Marco parla di ยซprimoยป di tutti i comandamenti della Legge: primo non nel senso di uno che viene allโinizio di un elenco di comandamenti posti tutti sullo stesso piano, ma di uno che abbia la preminenza sugli altri.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Poichรฉ teologo si diventava dopo lunghi studi, chi interroga Gesรน piรน volte avrร riflettuto e insegnato sul piรน grande dei comandamenti. Sulla sua bocca di buon conoscitore della Scrittura, campo del suo studio e della sua ricerca, potrebbe apparire strana la richiesta. Di fatto la sua domanda รจ capziosa, come lascia ben intendere il testo: ยซlo interrogรฒ per metterlo alla provaยป.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย A onor del vero, sappiamo che allโepoca si assisteva ad una vivace discussione fra gli studiosi, relativa allโimportanza di questo o quellโaltro precetto della Legge. Tra i 613 precetti particolari, che la costituivano (365 formulati al negativo, per esempio ยซnon fareโฆยป e 248 al positivo), i rabbini distinguevano tra precetti facili e precetti difficili, ma esigevano lโosservanza di tutti.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Proprio perchรฉ numerosi, si voleva trovare un comandamento nel quale si potesse riassumere la quintessenza di ciรฒ che costituiva la volontร di Dio. I farisei, scrupolosamente osservanti, ne avevano tratto una morale complicata. Sorse inevitabile il problema sul modo di osservare i molteplici precetti nellโesistenza dโogni giorno e sulla possibilitร di adempiere, nonostante lโumana debolezza, la volontร di Dio, e cosรฌ ottenere la salvezza. Il mondo giudaico aveva cercato e trovato diverse vie. La tradizione rabbinica ricorda la figura del celebre rabbino Hillel, vissuto prima di Cristo, che, alla domanda di riassumere in breve tutta la Legge, dava come risposta: ยซCiรฒ che dispiace a te, non farlo agli altri: questa รจ tutta la Torร ; il resto รจ interpretazioneยป.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Il teologo vuole sapere che cosa pensi Gesรน su questo tema. La risposta non cade sul decalogo, ma sulla professione di fede che il pio ebreo recita piรน volte al giorno: lo shema Israel di Dt 6,4-5. ร la quintessenza della fede giudaica nellโunico Dio, con il relativo legame di amore a lui; una specie di sintesi teologica, come potrebbe essere il Padre Nostro per il cristiano. In aggiunta, Gesรน cita lโamore al prossimo, analogo allโamore che si deve nutrire per se stessi. Anche in questo caso Gesรน si avvale di riferimenti biblici, perchรฉ il testo richiama Lv 19,18.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Nella letteratura giudaica รจ possibile trovare un simile accostamento. Gesรน fa comunque compiere un salto di qualitร , perchรฉ collega i due amori, quello a Dio e quello al prossimo, facendone quasi un unico impegno. Stabilito il primato di Dio con il primo comandamento, lโaltro รจ secondo, subordinato, eppure presentato come ยซsimileยป, in greco homoia, nel senso quasi di stessa sostanza. Qui sta lโoriginalitร del Maestro di Nazaret che assimila il secondo al primo perchรฉ con esso condivide la qualitร di essere principio unificante.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Ne viene una prospettiva completa. Il precetto di amare Dio richiede da parte dellโuomo il dono di tutto se stesso: il cuore, lโanima, lโintelligenza, gli affetti, i desideri, i pensieri. Tutta lโenergia รจ orientata senza riserve verso Dio. Nella formula tripartita di โcuore, anima, menteโ, i primi due termini vanno presi insieme come designazione dellโintera esistenza unitaria e personale, e lโultimo pone lโaccento sulle forze onnicomprensive.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย La totalitร non sarebbe tale se orientata solo verso Dio. Lโuomo biblico non รจ mai solo davanti a Dio, ma รจ sempre posto tra i fratelli, perchรฉ รจ lโuomo dellโalleanza. Occorre allora indirizzare la pienezza dellโamore verso se stessi e verso gli altri. Lโespressione ยซcome te stessoยป, misura dellโamore per il prossimo, significa che lโuomo conosce i propri veri bisogni, e pertanto puรฒ occuparsi con adeguata dedizione ai bisogni altrui. Si richiede di provvedere al prossimo, conservargli e procurargli ciรฒ che gli spetta, tener conto dei suoi diritti e della sua situazione, come si fa con se stessi.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Avendo di mira Dio, se stessi e il prossimo, lโamore raggiunge un orizzonte universale. Se fosse settoriale, parziale, occasionale, non sarebbe vero amore. Gesรน respinge due riduzioni dagli effetti devastanti: da un lato, il solo e illusorio amore a Dio, che scadrebbe in uno sterile devozionalismo, dallโaltro lato, la sola filantropia, di cui conosciamo il respiro corto quando non sia nutrita dalla certezza che siamo tutti figli di uno stesso Padre che ci ama.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Lโamore per Dio e quello per il prossimo, messi in un giusto ordine, come sono stati enunciati da Gesรน, equivalgono ad una densa spiegazione delle due tavole del Decalogo. Per dimostrare lโunitร fondamentale dei due precetti, Matteo conclude: ยซDa questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profetiยป. Veramente sarร il comandamento principe, diventando la legge fondamentale del cristianesimo.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Il discorso sullโamore rischia di essere gravemente lacunoso, se non ricordiamo che prima di saper amare, noi siamo amati. Paolo ce lo ricorda con tono solenne: ยซLโamore di Dio รจ stato riversato nei nostri cuore per mezzo dello Spirito Santo che ci รจ stato datoยป (Rm 5,5). Lโamore di Dio รจ cosรฌ forte, che nessuno puรฒ sottrarcelo. ร ancora Paolo a ricordacelo con vibranti parole: ยซChi ci separerร dallโamore di Cristo? Forse la tribolazione, lโangoscia, la persecuzione, la fame, la nuditร , il pericolo, la spada? [โฆ] Ma in tutte queste cose noi siamo piรน che vincitori per virtรน di colui ce ci ha amati. Io sono infatti persuaso che nรฉ morte nรฉ vita, nรฉ angeli nรฉ principati, nรฉ presente nรฉ avvenire, nรฉ potenze nรฉ altezza nรฉ profonditร , nรฉ alcunโaltra creatura, potrร mai separarci dallโamore di Dio, in Cristo Gesรน, nostro Signoreยป (Rm 8,35-39). Forti di tale amore, anche noi possiamo amare Dio e il prossimo.
Prima lettura: Imitatori del Dio amore
Il nostro brano appartiene ad unโantica sezione del Libro dellโEsodo, denominata โcodice dellโalleanzaโ e presenta unโarticolata struttura, racchiusa tra ยซcosรฌ dice il Signoreยป e ยซIo sono pietoso (=misericordioso)ยป. La volontร del Signore, allโinizio, e la sua peculiare caratteristica di misericordia, alla fine, orientano lโinterpretazione. Allโinterno troviamo due parti simmetriche: la prima, con tre doveri degli uomini (il forestiero, la vedova e lโorfano) e lโintervento del Signore, la seconda con due doveri (prestito e pegno) e lโintervento del Signore. Il richiamo alla Sua presenza denota che il comportamento umano deve conformarsi alla Sua volontร ed essere da Lui stesso verificato.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Il primo punto del brano riguarda lโattenzione dellโisraelita per il forestiero. Costui viveva la situazione piรน povera ed emarginata, perchรฉ non godeva di uno statuto civile o religioso, non possedeva la terra da cui trarre alimento, non aveva famiglia. Unโaltra categoria a rischio raccoglieva vedove ed orfani. Costoro potevano vantare uno statuto giuridico e civile, ma, non avendo tutela, erano facile preda di approfittatori senza scrupoli. Perciรฒ una legislazione a loro favorevole cercava di compensare lo svantaggio (cfr. Dt 10,18). Purtroppo il diritto non bastava a proteggerli, e in loro difesa si alzรฒ minacciosa la voce dei profeti contro gli usurpatori (cfr. Ger 7,6). Dio stesso si prenderร cura di loro, come suggerisce il Sal 68,6: ยซPadre degli orfani e difensore delle vedove รจ Dio nella sua santa dimoraยป.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Nella seconda parte del brano รจ denunciata la piaga sociale del prestito ad usura, sempre condannato, perchรฉ forma di strozzinaggio (cfr. Lv 25,35-37). Diverso era il caso della consegna di un pegno, accettabile entro certi limiti. Il mantello, per esempio, preso in pegno durante la giornata, doveva essere restituito alla sera perchรฉ serviva da coperta, non avendo il povero altro per coprirsi.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Solo alla fine compare la vera ragione che ha spinto a dettare le suddette norme: Dio รจ misericordioso e vuole che il popolo dellโalleanza si comporti come Lui. Il vero amore spinge a scelte di vita diverse da quelle suggerite comunemente. Lโuomo ha bisogno di ascoltare il suo Dio, di imitarlo, per poter costruire una societร veramente umana, dove i rapporti sono di fratellanza, non concorrenza o, peggio, di inimicizia.
Seconda lettura: Un condensato di vita cristiana
Nella stessa linea si muove la seconda lettura: il felice legame con Dio crea sereni legami con gli altri.
Il brano, continuazione della parte iniziale della Prima Lettera ai Tessalonicesi, segue questa articolazione: lโiniziativa amorosa di Dio per mezzo degli annunciatori del Vangelo giunge alla comunitร (v. 5); questa accoglie e vive la parola del Vangelo (v. 6) diventando esempio per tutti i credenti (vv. 7-8), che a loro volta annunciano e testimoniano la potenza della parola (vv. 9-10). Cosรฌ si costruisce e si diffonde la Chiesa, comunitร dei credenti.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Al Vangelo annunciato deve corrispondere la pronta risposta, proprio come quella dei Tessalonicesi, dai quali la parola รจ stata ยซaccoltaยป. Essa ha impresso un nuovo positivo orientamento alla vita, causando perรฒ anche una ยซgrande tribolazioneยป (v. 6), espressione non troppo velata della persecuzione. In questa congiuntura apparentemente sfavorevole, i cristiani conservano la gioia, perchรฉ loro, ยซamati da Dioยป, la sperimentano come dono dello Spirito. L’ascolto si รจ trasformato in accoglienza, in azione e in amore. Paolo lo riconosce con soddisfazione e tesse l’elogio della comunitร .
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Per un processo di osmosi o di contagio, i cristiani di Tessalonica hanno diffuso la loro fede: ยซCosรฌ da diventare modello a tutti i credenti che sono nella Macedonia e nell’Acaiaยป (v. 7). Con la loro vita, sono la prova piรน convincente della validitร della parola del Signore. Ne hanno fatto buona propaganda, anche senza rendersene conto. Infatti i credenti della Macedonia e dell’Acaia – due regioni della Grecia – attingono impulso cristiano da questo serbatoio di buon esempio, ne restano ben impressionati e senz’altro incoraggiati. Cosรฌ, viene confermata l’antica esperienza, secondo la quale il bene, senza far rumore, contagia non meno del male. Da ยซimitatoriยป sono diventati ยซmodelloยป, documentando la forza della parola e la potenza dello Spirito che continua ad operare le sue meraviglie. L’incessante ringraziamento di Paolo a Dio si radica perciรฒ in fondate motivazioni.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย La propaganda missionaria elabora un itinerario di fede. Nella succinta espressione di parole essenziali (vv. 9-10) sono raccolte le tappe che vanno dalla conversione all’ascesi, dal peccato alla comunione definitiva con Dio. Tre sono i momenti salienti, costituiti da un punto di partenza, dal passaggio intermedio e dal raggiungimento della meta. Si inizia dall’abbandono della false divinitร che a lungo avevano avvinghiato i Tessalonicesi. Non รจ difficile pensare che nella cosmopolita Tessalonica trovassero libero accesso tutte le divinitร e tutti i culti. Il politeismo รจ abbandonato con l’arrivo del cristianesimo, che propone l’adesione al ยซDio vivo e veroยป. Non si tratta di arricchire il pantheon con una nuova divinitร da allineare accanto alle altre, ma di relazionarsi con l’unico Dio, eliminando tutto il resto. Il suo intervento consiste nell’inviare il proprio Figlio agli uomini affinchรฉ anch’essi partecipino alla vita divina; lo fanno giร ora accogliendo il Vangelo, in attesa della condivisione definitiva alla venuta finale di Cristo. L’idea della comunione divina รจ espressa al negativo dicendo ยซliberare dall’ira venturaยป (v. 10).
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Il concetto di ยซiraยป, soprattutto quando riferito a Dio, puรฒ disturbare la sensibilitร del lettore moderno. Bisogna allora ripercorrere l’itinerario biblico per capire rettamente il significato. Nell’AT l’ira di Dio esprime la reazione del Dio santo a tutto ciรฒ che attenta alla sua perfezione morale. Viene espresso con un linguaggio umano la radicale opposizione al male e non l’esplosione del cattivo umore di Dio, quasi fosse un Dio arbitrario e capriccioso. La connessione ira di Dio – peccato (disobbedienza) รจ facilmente ravvisabile in testi come il Sal 2,12: ยซ… che non si sdegni e voi perdiate la via. Improvvisa divampa la sua ira. Beato chi in lui si rifugiaยป, o Mi 5,14: ยซCon ira e furore, farรฒ vendetta delle genti, che non hanno voluto obbedireยป. I profeti spiegano i castighi con l’infedeltร del popolo all’alleanza (cfr. Os 5,10; Ez 5,13). L’ira di Dio รจ quindi uno strumento per ristabilire la giustizia. Questa, insieme alla fedeltร e alla misericordia, rimane una caratteristica di Dio.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Non diversamente il Nuovo Testamento conosce l’ira di Dio come espressione della vittoria definitiva nel combattimento escatologico: ยซDalla bocca gli (= Cristo) esce una spada affilata per colpire con essa le genti. Egli le governerร con scettro di ferro e pigerร nel tino il vino dell’ira furiosa del Dio onnipotenteยป (Ap 19,15) e, prima ancora, come rivelazione della sua giustizia e della sua santitร : ยซForse รจ ingiusto Dio quando riversa su di noi la sua ira?ยป (Rm 3,5b). Soprattutto Paolo parla con abbondanza dell’ira divina, per meglio sottolineare l’intervento salvifico di Cristo, il solo che ยซci libera dall’ira venturaยป (v. 10).
ย Non sarร sfuggita al lettore l’importanza teologica di queste succose frasi, con le quali si puรฒ ricostruire il primitivo kerygma. Abbiamo una bozza del primo simbolo o credo con i seguenti articoli:
- l’iniziativa del Padre nella storia della salvezza
- il mistero pasquale: Gesรน morto e risorto
- ย la venuta nella gloria del Figlio
- ย la liberazione dei credenti dall’ira, cioรจ il Figlio definito come salvatore.
ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย Nel finale, il brano si infuoca teologicamente, regalando al lettore un condensato di dottrina cristiana.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
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XXX Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: Verde
- Es 22, 20-26; Sal.17; 1 Ts 1, 5-10; Mt 22, 34-40
Mt 22, 34-40
Dal Vangelo secondoย Matteo
34Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogรฒ per metterlo alla prova: 36ยซMaestro, nella Legge, qual รจ il grande comandamento?ยป. 37Gli rispose: ยซAmerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo รจ il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi รจ simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profetiยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 29 Ottobre – 04 Novembre 2017
- Tempo Ordinario XXX
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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