La parabola dei lavoratori nella vigna non intende dare indicazioni su come pagare i dipendenti o su come impostare i rapporti di lavoro. Come tutte le parabole di Gesรน รจ un racconto che intende provocare ad accogliere il โregno di Dioโ cioรจ il farsi vicino di Dio che inaugura un mondo di rapporti nuovi.
Un padrone di casa a diverse ore della giornata esce di casa per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. La vigna รจ nella Bibbia lโimmagine del popolo di Dio, rinvia ad una vicenda di amore e di cura tra il coltivatore e la vigna stessa che รจ la storia dellโincontro tra Dio e lโumanitร .
Gli operai sono chiamati in diversi momenti, dallโalba sino al tramonto e a tutti รจ promessa la medesima paga. Ma al termine della giornata qualcosa di strano interviene. Il padrone comincia a pagare per primi gli ultimi. Non solo ma paga anche gli ultimi con la stessa paga dei primi. I primi allora si lamentano: questo modo di agire del padrone appare come una palese ingiustizia. Il racconto costruisce cosรฌ uno spaesamento. A questo punto Gesรน introduce il suo invito a scorgere come la sua parola รจ invito a scorgere il volto di Dio stesso. Il suo racconto non riguarda una sorta di morale del lavoro, ma vuole indicare il volto di Dio come buono.
I servi che lavoravano dal mattino iniziarono a mormorare: โmormorareโ รจ un verbo importante nella Bibbia, usato ad indicare la protesta contro Dio di Israele nel deserto perchรฉ di fronte alla fame e alla fatica veniva meno la fiducia nelle promesse. Il mormorare rivela cosรฌ un atteggiamento che ha che fare con il rapporto con Dio stesso: una mancanza di fiducia, una incomprensione della sua vicinanza e promessa.
Di fronte a questo โmormorareโ il padrone risponde con una parola di amicizia e si rivolge a chi si lamenta chiamandolo โamicoโ. Sta qui il centro della parabola che intende proporre di accogliere il volto del Padre: sotto il profilo del padrone รจ da scorgere la presenza di un Dio che nutre verso di noi lo sguardo di un amico. Con lui non รจ questione di un rapporto da dipendenti, ma da amici: a lui sta a cuore un incontro di affidamento.
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โNon posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perchรฉ io sono buono?โ Al fondo della lamentela del servo sta una non comprensione dellโautentico volto di Dio. Egli per questo nutre un senso di competizione e di invidia nei confronti degli altri. Gesรน racconta in questa parabola un volto di Dio semplicemente buono che offre a ciascuno non tanto una paga ma la preziositร di un incontro che non ha prezzo, va oltre ogni tesoro: รจ il dono di sรฉ stesso. Un Dio che si prende a cuore tutti, i primi come gli ultimi, preoccupato che tutti possano incontrarlo e sperimentare lo stile della misericordia.
Il padrone della vigna dร a ciascuno la paga che aveva stabilito, ma va oltre la giustizia e vive un atteggiamento di misericordia: agli ultimi come ai primi. Coloro che mormorano non comprendono che la passione di questo padrone della vigna โ dietro al quale si nasconde il volto del Padre โ รจ che si possa attuare un incontro in cui ciascuno vive di ciรฒ che รจ sufficiente. La fede diviene allora accoglienza di tale dono. Gli ultimi, che Dio desidera incontrare, sono tutti coloro che non possono vantare diritti e meriti. Il regno di Dio รจ dono per tutti, รจ novitร di rapporti nuovi, รจ chiamata a percorrere le vie della fraternitร e a superare ogni invidia.
Gesรน in questa parabola esprime una critica profonda verso i modi di pensare Dio secondo misure umane, anche di tipo religioso, secondo la logica di dare-avere, del merito e della ricompensa. Apre ad affidarsi al Dio della gratuitร e dellโamicizia, sorgente di un nuovo rapporto con gli altri. La via della misericordia รจ indicata come lo stile di vita della comunitร che segue Gesรน.
Alessandro Cortesi op
p. Alessandro Cortesi opSono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
