Se uno vuole essere il primo…
XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: bianco
- Sap 2, 12.17-20; Sal.53; Gc 3,16 – 4,3; Mc 9, 30-37
Dal Vangelo secondo Marco
[ads2]In quel tempo, Gesรน e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: ยซIl Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerร ยป. Essi perรฒ non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafร rnao. Quando fu in casa, chiese loro: ยซDi che cosa stavate discutendo per la strada?ยป. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse piรน grande. Sedutosi, chiamรฒ i Dodici e disse loro: ยซSe uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tuttiยป.
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: ยซChi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandatoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 20 – 26 Settembre 2015
- Tempo Ordinario XXV, Colore verde
- Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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La confessione di Pietro che proclamava Gesรน quale Messia (cf. Mc 8,29) rappresenta nel vangelo secondo Marco una svolta nel tempo della predicazione di Gesรน. A partire da quellโevento, Gesรน cerca di raggiungere Gerusalemme discendendo dalle pendici dellโHermon e passando per Cafarnao in Galilea.
Questa รจ lโunica salita di Gesรน verso la cittร santa testimoniata da Marco, e quindi dagli altri sinottici, una salita durante la quale Gesรน intensifica lโinsegnamento rivolto ai suoi discepoli, alla sua comunitร itinerante, continuando ad annunciare loro la necessitas della sua passione e morte. Come giร aveva detto allโinizio del viaggio, a Cesarea di Filippo (cf. Mc 8,31), qui ribadisce: โIl Figlio dellโuomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerร โ; e lo farร ancora poco dopo (cf. Mc 10,33-34). Gesรน sta per essere consegnato (paradรญdomi), verbo forte che indica un essere dato in balรฌa, in potere di qualcuno. Cosรฌ avverrร , e Gesรน sarร sempre un soggetto passivo di tale azione: consegnato da Giuda ai sacerdoti (cf. Mc 14,10), dai sacerdoti a Pilato (cf. Mc 15,1), consegnato da Pilato perchรฉ fosse crocifisso (cf. Mc 15,15).
Il passivo usato negli annunci della passione e la medesima necessitas espressa in tutti e tre i casi indica tuttavia che, sebbene questa consegna avvenga per mano di uomini responsabili delle loro azioni, essa perรฒ non accade come un semplice accidente (โa Gesรน รจ andata maleโฆโ), bensรฌ secondo ciรฒ che รจ conforme alla volontร di Dio. Ovvero, che un giusto non si vendichi, non si sottragga a ciรฒ che gli uomini vogliono e possono fare nella loro malvagitร : rigettare, odiare, perseguitare, mettere a morte chi รจ giusto, perchรฉ gli ingiusti non lo sopportano (cf. Sap 1,16-2,20). Necessitas umana, dunque, innanzitutto: in un mondo di ingiusti, il giusto non puรฒ che patire ed essere condannato. ร stato sempre cosรฌ, in ogni tempo e luogo, e ancora oggi รจ cosรฌโฆ Dio non vuole la morte di Gesรน, ma la sua volontร รจ che il giusto resti tale, fino a essere consegnato alla morte, continuando ad โamare fino alla fineโ (cf. Gv 13,1). Il giusto mai e poi mai consegna un altro alla morte ma, piuttosto di compiere il male, si lascia consegnare: ecco la necessitas divina della passione di Gesรน.
Come Pietro al primo annuncio (cf. Mc 8,32-33), qui tutti i discepoli si rifiutano di comprendere le parole di Gesรน e, chiusi nella loro cecitร , neppure lo interrogano. Ma ecco che, giunti nella loro casa di Cafarnao, Gesรน e i suoi sostano per riposarsi. In quellโintimitร Gesรน domanda loro: โDi che cosa stavate discutendo per la strada?โ. La risposta รจ un silenzio pieno di vergogna. I discepoli, infatti, sanno di che cosa hanno parlato, sanno che in quella discussione vi era stato in loro un desiderio e un atteggiamento peccaminoso: ognuno era stato tentato โ e forse lo aveva anche espresso a parole โ di aspirare e di pensarsi al primo posto nella comunitร . Avevano rivaleggiato gli uni con gli altri, avanzando pretese di riconoscimento e di amore. Gesรน allora li chiama a sรฉ, chiama soprattutto i Dodici, quelli che dovranno essere i primi responsabili della chiesa, e compie un gesto. Prende un piccolo (paidรญon), un povero, uno che non conta nulla, lo mette al centro, e abbracciandolo teneramente, afferma: โChi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandatoโ. Un bambino, un piccolo, un povero, un escluso รจ posto in mezzo al cerchio di unโassemblea di primi, di uomini destinati ad avere il primo posto nella comunitร , per insegnare loro che se uno vuole il primo posto, quello di chi governa, deve farsi ultimo e servo di tutti.
Stiamo attenti alla radicalitร espressa da Gesรน nel vangelo secondo Marco. Se cโรจ qualcuno che pensa di poter giungere al primo posto della comunitร , allora per lui รจ semplice: si faccia ultimo, servo di tutti, e si troverร a essere al primo posto della comunitร . Non ci sono qui dei primi designati ai quali Gesรน chiede di farsi ultimi, servi, ma egli traccia il cammino opposto: chi si fa ultimo e servo di tutti si troverร ad avere il primo posto, a essere il primo dei fratelli. Sรฌ, un giorno nella chiesa si dovrร scegliere che deve stare al primo posto, chi deve governare: si tratterร solo di riconoscere come primo colui che serve tutti, colui che sa anche stare allโultimo posto. Gesรน confermerร e anzi amplierร questo stesso annuncio poco piรน avanti: โVoi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi perรฒ non รจ cosรฌ; ma chi vuole diventare grande tra voi sarร vostro servo, e chi vuole essere il primo tra voi sarร schiavo di tuttiโ (Mc 10,42-44).
E invece sappiamo cosa accadrร in ogni comunitร cristiana: si sceglierร il piรน brillante, il piรน visibile, quello che sโimpone da sรฉ, magari il piรน munito intellettualmente e il piรน forte, addirittura il prepotente, lo si acclamerร primo e poi gli si faranno gli auguri di essere ultimo e servo di tutti. Povera storia delle comunitร cristiane, chiese o monasteriโฆ Non a caso gli stessi vangeli successivi prenderanno atto che le cose stanno cosรฌ, e allora Luca dovrร esprimere in altro modo le parole di Gesรน: โChi tra voi รจ piรน grande diventi come il piรน giovane, e chi governa come colui che serveโ (Lc 22,26). Ma se la parola di Gesรน fosse realizzata secondo il tenore del vangelo piรน antico, allora saremmo sempre fedeli al pensiero e alla volontร di Gesรน!
Al termine di questo brano evangelico soprattutto chi รจ pastore nella comunitร (ad esempio, per ora, anchโio) si domandi se, tenendo il primo posto, essendo chi presiede, il piรน grande, sa anche tenere lโultimo posto e sa essere servo dei fratelli e delle sorelle, senza sogni o tentativi di potere, senza ricerca di successo per sรฉ, senza organizzare il consenso attorno a sรฉ e senza essere prepotente con gli altri. Da questo dipende la veritร del suo servizio, che potrร svolgere piรน o meno bene, ma senza desiderio di potere sugli altri o, peggio ancora, di strumentalizzare gli altri. Nessuno puรฒ essere โpastore buonoโ come Gesรน (Gv 10,11.14), e le colpe dei pastori della chiesa possono essere molte: ma ciรฒ che minaccia il servizio รจ il non essere servi degli altri, il fare da padrone sugli altri.
p. Enzo Bianchi
Fonte: Monastero di Bose
Ogni settimana il commento al Vangelo di p. Enzo Bianchi

