Andare a Cana

Comprendere nelle sue profonditร il racconto giovanneo delle nozze di Cana non รจ unโoperazione facile, anche se lo si legge sovente soprattutto in occasione della celebrazione del matrimonio cristiano. La vera domanda che sorge, infatti, รจ: โChe nozze sono queste?โ. E anche: โChi รจ lo sposo, chi รจ la sposa?โ.
Il vero protagonista, in effetti, รจ solo Gesรน e i diversi personaggi โ la madre, i discepoli, i servi โ sono presentati solo in riferimento a lui. I due coniugi che celebrano quelle nozze non appaiono mai e lo sposo al quale si rivolge il maestro di tavola non parla neppure per dare una risposta. In questo modo il quarto vangelo vuole rivelarci che Gesรน, radunata la comunitร dei discepoli chiamati a sรฉ nel precedente capitolo, celebra le nozze con lei, la sposa con cui stringe la nuova alleanza nuziale.
Resta molto significativo che โla madre di Gesรนโ, mai chiamata con il suo nome di Maria in questo vangelo, โera giร laโ (รชn ekeรฎ), quale presenza che precede sia Gesรน sia i discepoli invitati a quelle nozze. ร giร lร , perchรฉ รจ innanzitutto la figlia di Sion, la figura di Israele che attende lโora del Messia, e significativamente sta lร โallโinizio dei segniโ di Gesรน, come starร lร presso la croce, al compimento di tutti i segni operati da Gesรน (cf. Gv 19,25).
Giovanni precisa anche che queste nozze avvengono alla fine della settimana inaugurale del ministero simbolico di Gesรน, tre giorni dopo i quattro giorni indicati in precedenza. Cosรฌ quello delle nozze รจ il terzo giorno, giorno che evoca lโepifania del Signore al Sinai e la celebrazione dellโalleanza tra Dio e il suo popolo (cf. Es 19,10.16), giorno della gloria di Gesรน, giorno in cui si รจ rivelato quale Signore risorto e vivente (cf. 1Cor 15,4).
Ed ecco che tutti sono ormai al banchetto nuziale, ma manca il vino! In questa situazione di mancanza di un elemento necessario alla festa, la madre di Gesรน, attenta a quello svolgimento, interviene presso il figlio dicendogli: โNon hanno vino!โ. In tal modo afferma una situazione reale e, nel contempo, invita rispettosamente Gesรน a fare qualcosa. Se non vi รจ vino, come si potranno celebrare le nozze con la gioia necessaria alla festa? Penso sovente che se la chiesa, come la madre di Gesรน, in mezzo allโumanitร svolgesse anche solo questa funzione di far notare al Signore che โnon cโรจ vinoโ, non cโรจ gioia, questo sarebbe giร da parte sua assolvere un ministero essenzialeโฆ
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Nelle Scritture il vino รจ innanzitutto promessa di Dio stesso, dono della beatitudine e della gioia fatto al suo popolo. ร il vino che rallegra il cuore dellโuomo (cf. Sal 104,15), ma anche il cuore di Dio (cf. Gdc 9,13: โElohim), ed รจ proprio il vino che segnerร il banchetto escatologico promesso, attraverso il profeta, a tutti i popoli della terra, quel banchetto in cui si celebrerร la liberazione definitiva dalla morte (cf. Is 25,8): โIl Signore dellโuniverso imbandirร un banchetto, lo preparerร per tutti i popoli sul monte Sion, un banchetto di vivande scelte e vini eccellenti, di cibi gustosi e vini raffinatiโ (Is 25,6). ร il vino che celebra il clima dellโamore tra lo sposo e la sposa nella โcella vinariaโ (Ct 2,4) del Cantico dei cantici, vino che scenderร come rigagnoli dalle colline della terra benedetta (cf. Gl 4,18). ร il vino della gratuitร , che fa trascendere la vita sotto il segno della necessitร del pane (cf. Sal 104,15), in un eccesso che chiama lโuomo e la donna fuori di sรฉ. Per questo nel pasto lasciato da Gesรน come suo memoriale ci sono il pane necessario e il vino gratuito (cf. Mc 14,22-24 e par.; 1Cor 11,23-25), perchรฉ lโumano deve sempre affermare lโuno e lโaltro, sentirsi creatura bisognosa ma anche capace di creazione, di bellezza, di canto e di danza.
Non cโรจ dunque celebrazione di nozze senza vino, e la madre di Gesรน per questo interviene. Ma la risposta enigmatica di Gesรน avviene tramite parole che creano una distanza, che le chiedono di restare al suo posto, perchรฉ in quanto madre fisica di Gesรน non puรฒ pretendere nulla: โChe cosa cโรจ tra me e te, o donna?โ. In altri termini, Gesรน le sta dicendo che, se cโรจ una sua relazione primaria con lui, non รจ il suo averlo generato fisicamente, ma รจ una relazione piรน profonda e decisiva con Dio stesso. Poi aggiunge: โNon รจ ancora giunta la mia ora!โ. Anche questa รจ una parola enigmatica, che forse allude a quellโora che nรฉ lui stesso nรฉ sua madre possono decidere. ร e sarร lโora di Gesรน come e quando la vuole il Padre, e Gesรน ne riceverร il segno dal Padre stesso. Perciรฒ Maria da madre si mostra subito discepola che ascolta, obbedisce al figlio e chiede agli altri di fare lo stesso: โTutto quello che vi dirร , fateloโ. La madre si manifesta innanzitutto quale discepola e perciรฒ chiede che siano riservati a Gesรน ascolto e obbedienza, nientโaltro. Non ha un messaggio proprio, non puรฒ dire altre parole, perchรฉ รจ una donna credente, capace di ascolto, obbediente al Signore: รจ la prima discepola tra i discepoli, che invita tutti a diventare discepoli di Gesรน!
A questo punto Gesรน dร un segno in cui anticipa la sua ora, non ancora venuta, ma che giungerร solo alla croce, dove si celebreranno nozze di sangue. I servi di tavola subito gli obbediscono: portano sei giare piene di acqua, che serviva per la purificazione. Questโacqua, che secondo i padri della chiesa รจ segno di tutta lโeconomia dellโantica alleanza, a causa della presenza di Gesรน diventa la bevanda messianica della nuova alleanza. ร significativo che il maestro di tavola, colui che la presiedeva, in realtร โnon sapeva da dove (pรณthen) venisse quel vinoโ, mentre i servi che hanno obbedito alla parola di Gesรน sanno che quel vino messianico viene da lui. Cosรฌ โรจ avvenuta la manifestazione (ephanรฉrosen) della gloria di Gesรนโ e i discepoli hanno creduto in lui. Il segno di Cana รจ simbolico: nozze e alleanza tra Gesรน e la sua chiesa.
Quellโacqua cosรฌ abbondante, piรน di seicento litri, diventa il vino per le nozze! Quantitร e qualitร eccezionali dicono che quel vino e piรน di un semplice vino, รจ il vino dellโamore donato da Gesรน ai suoi, รจ lโamore che non puรฒ piรน mancare. Noi ancora oggi continuiamo a bere di quel vino di Cana donatoci da Gesรน, e alla sua tavola, quando celebriamo lโincontro con lui, lโadesione a lui, la fede in lui, celebriamo le nozze tra lui e la comunitร cristiana, la chiesa, suo corpo. Come nelle nozze i due diventano โuna sola carneโ (Gen 2,24; Mc 10,7.8; Mt 19,5.6; Ef 5,31), cosรฌ nellโeucaristia i credenti diventano corpo di Cristo, Signore e Sposo, Sposo che si dร totalmente alla sua comunitร , alla sua sposa.
Perchรฉ รจ cosรฌ potente e intrigante la metafora delle nozze? Perchรฉ piรน di altre esprime la veritร dellโincarnazione: corpi che diventano un solo corpo, comunione e comunicazione nel canto dellโamore, nella sobria ebbrezza del vino. Il nostro linguaggio umano รจ limitato, soprattutto quando vuole alludere a realtร invisibili, e allora fa ricorso alle realtร piรน umane, umanissime: il mangiare, il bere vino, lโincontro dei corpi nella celebrazione dellโamore reciproco e della reciproca appartenenza. Siamo sempre invitati al banchetto di Cana, non per cercare uno sposo e una sposa che non ci sono, ma per essere noi coinvolti in questo incontro tra Cristo, Signore e Sposo, e la sua comunitร . Si tratta di andare a Cana,
di cercare di vedere con occhi di fede,
di ascoltare le parole della fede,
di eseguire le parole dette da Gesรน,
di gustare il vino del Regno
e di toccare, sรฌ di toccare il corpo di Gesรน.
Allora sentiremo che lui รจ in attesa di bere presto con noi il vino nuovo del Regno (cf. Mc 14,25 e par.): lโha bevuto sulla terra, lโha lasciato a noi in dono eucaristico, ma lo berrร di nuovo con noi nella terra nuova, nel cielo nuovo (cf. Is 65,17; 66,22; 2Pt 3,13; Ap 21,1).
p. Enzo Bianchi – Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo della domenica
Fonte: Monastero di bose
ALTRO COMMENTO
“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesรน gli disse: ยซNon hanno vinoยป”.
Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciรฒ che hai, ma di ciรฒ che ti manca. L’amore vero รจ prendere a cuore la mancanza dell’altro, perchรจ in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresรฌ proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.
Gesรน non crea il vino dal nulla, ma cambia l’acqua in vino, cioรจ prende ciรฒ che c’รจ e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare puรฒ cominciare ad essere il punto di forza della tua santitร . Assurdo! Ma questo รจ il miracolo: il Signore รจ l’unico che puรฒ prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.
Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire un’inspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.
