Commento al Vangelo di domenica 20 Gennaio 2019 – Enzo Bianchi

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Andare a Cana

Enzo Bianchi

Comprendere nelle sue profonditร  il racconto giovanneo delle nozze di Cana non รจ unโ€™operazione facile, anche se lo si legge sovente soprattutto in occasione della celebrazione del matrimonio cristiano. La vera domanda che sorge, infatti, รจ: โ€œChe nozze sono queste?โ€. E anche: โ€œChi รจ lo sposo, chi รจ la sposa?โ€.

Il vero protagonista, in effetti, รจ solo Gesรน e i diversi personaggi โ€“ la madre, i discepoli, i servi โ€“ sono presentati solo in riferimento a lui. I due coniugi che celebrano quelle nozze non appaiono mai e lo sposo al quale si rivolge il maestro di tavola non parla neppure per dare una risposta. In questo modo il quarto vangelo vuole rivelarci che Gesรน, radunata la comunitร  dei discepoli chiamati a sรฉ nel precedente capitolo, celebra le nozze con lei, la sposa con cui stringe la nuova alleanza nuziale.

Resta molto significativo che โ€œla madre di Gesรนโ€, mai chiamata con il suo nome di Maria in questo vangelo, โ€œera giร  laโ€ (รชn ekeรฎ), quale presenza che precede sia Gesรน sia i discepoli invitati a quelle nozze. รˆ giร  lร , perchรฉ รจ innanzitutto la figlia di Sion, la figura di Israele che attende lโ€™ora del Messia, e significativamente sta lร  โ€œallโ€™inizio dei segniโ€ di Gesรน, come starร  lร  presso la croce, al compimento di tutti i segni operati da Gesรน (cf. Gv 19,25).

Giovanni precisa anche che queste nozze avvengono alla fine della settimana inaugurale del ministero simbolico di Gesรน, tre giorni dopo i quattro giorni indicati in precedenza. Cosรฌ quello delle nozze รจ il terzo giorno, giorno che evoca lโ€™epifania del Signore al Sinai e la celebrazione dellโ€™alleanza tra Dio e il suo popolo (cf. Es 19,10.16), giorno della gloria di Gesรน, giorno in cui si รจ rivelato quale Signore risorto e vivente (cf. 1Cor 15,4).

Ed ecco che tutti sono ormai al banchetto nuziale, ma manca il vino! In questa situazione di mancanza di un elemento necessario alla festa, la madre di Gesรน, attenta a quello svolgimento, interviene presso il figlio dicendogli: โ€œNon hanno vino!โ€. In tal modo afferma una situazione reale e, nel contempo, invita rispettosamente Gesรน a fare qualcosa. Se non vi รจ vino, come si potranno celebrare le nozze con la gioia necessaria alla festa? Penso sovente che se la chiesa, come la madre di Gesรน, in mezzo allโ€™umanitร  svolgesse anche solo questa funzione di far notare al Signore che โ€œnon cโ€™รจ vinoโ€, non cโ€™รจ gioia, questo sarebbe giร  da parte sua assolvere un ministero essenzialeโ€ฆ

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Nelle Scritture il vino รจ innanzitutto promessa di Dio stesso, dono della beatitudine e della gioia fatto al suo popolo. รˆ il vino che rallegra il cuore dellโ€™uomo (cf. Sal 104,15), ma anche il cuore di Dio (cf. Gdc 9,13: โ€™Elohim), ed รจ proprio il vino che segnerร  il banchetto escatologico promesso, attraverso il profeta, a tutti i popoli della terra, quel banchetto in cui si celebrerร  la liberazione definitiva dalla morte (cf. Is 25,8): โ€œIl Signore dellโ€™universo imbandirร  un banchetto, lo preparerร  per tutti i popoli sul monte Sion, un banchetto di vivande scelte e vini eccellenti, di cibi gustosi e vini raffinatiโ€ (Is 25,6). รˆ il vino che celebra il clima dellโ€™amore tra lo sposo e la sposa nella โ€œcella vinariaโ€ (Ct 2,4) del Cantico dei cantici, vino che scenderร  come rigagnoli dalle colline della terra benedetta (cf. Gl 4,18). รˆ il vino della gratuitร , che fa trascendere la vita sotto il segno della necessitร  del pane (cf. Sal 104,15), in un eccesso che chiama lโ€™uomo e la donna fuori di sรฉ. Per questo nel pasto lasciato da Gesรน come suo memoriale ci sono il pane necessario e il vino gratuito (cf. Mc 14,22-24 e par.; 1Cor 11,23-25), perchรฉ lโ€™umano deve sempre affermare lโ€™uno e lโ€™altro, sentirsi creatura bisognosa ma anche capace di creazione, di bellezza, di canto e di danza.

Non cโ€™รจ dunque celebrazione di nozze senza vino, e la madre di Gesรน per questo interviene. Ma la risposta enigmatica di Gesรน avviene tramite parole che creano una distanza, che le chiedono di restare al suo posto, perchรฉ in quanto madre fisica di Gesรน non puรฒ pretendere nulla: โ€œChe cosa cโ€™รจ tra me e te, o donna?โ€. In altri termini, Gesรน le sta dicendo che, se cโ€™รจ una sua relazione primaria con lui, non รจ il suo averlo generato fisicamente, ma รจ una relazione piรน profonda e decisiva con Dio stesso. Poi aggiunge: โ€œNon รจ ancora giunta la mia ora!โ€. Anche questa รจ una parola enigmatica, che forse allude a quellโ€™ora che nรฉ lui stesso nรฉ sua madre possono decidere. รˆ e sarร  lโ€™ora di Gesรน come e quando la vuole il Padre, e Gesรน ne riceverร  il segno dal Padre stesso. Perciรฒ Maria da madre si mostra subito discepola che ascolta, obbedisce al figlio e chiede agli altri di fare lo stesso: โ€œTutto quello che vi dirร , fateloโ€. La madre si manifesta innanzitutto quale discepola e perciรฒ chiede che siano riservati a Gesรน ascolto e obbedienza, nientโ€™altro. Non ha un messaggio proprio, non puรฒ dire altre parole, perchรฉ รจ una donna credente, capace di ascolto, obbediente al Signore: รจ la prima discepola tra i discepoli, che invita tutti a diventare discepoli di Gesรน!

A questo punto Gesรน dร  un segno in cui anticipa la sua ora, non ancora venuta, ma che giungerร  solo alla croce, dove si celebreranno nozze di sangue. I servi di tavola subito gli obbediscono: portano sei giare piene di acqua, che serviva per la purificazione. Questโ€™acqua, che secondo i padri della chiesa รจ segno di tutta lโ€™economia dellโ€™antica alleanza, a causa della presenza di Gesรน diventa la bevanda messianica della nuova alleanza. รˆ significativo che il maestro di tavola, colui che la presiedeva, in realtร  โ€œnon sapeva da dove (pรณthen) venisse quel vinoโ€, mentre i servi che hanno obbedito alla parola di Gesรน sanno che quel vino messianico viene da lui. Cosรฌ โ€œรจ avvenuta la manifestazione (ephanรฉrosen) della gloria di Gesรนโ€ e i discepoli hanno creduto in lui. Il segno di Cana รจ simbolico: nozze e alleanza tra Gesรน e la sua chiesa.

Quellโ€™acqua cosรฌ abbondante, piรน di seicento litri, diventa il vino per le nozze! Quantitร  e qualitร  eccezionali dicono che quel vino e piรน di un semplice vino, รจ il vino dellโ€™amore donato da Gesรน ai suoi, รจ lโ€™amore che non puรฒ piรน mancare. Noi ancora oggi continuiamo a bere di quel vino di Cana donatoci da Gesรน, e alla sua tavola, quando celebriamo lโ€™incontro con lui, lโ€™adesione a lui, la fede in lui, celebriamo le nozze tra lui e la comunitร  cristiana, la chiesa, suo corpo. Come nelle nozze i due diventano โ€œuna sola carneโ€ (Gen 2,24; Mc 10,7.8; Mt 19,5.6; Ef 5,31), cosรฌ nellโ€™eucaristia i credenti diventano corpo di Cristo, Signore e Sposo, Sposo che si dร  totalmente alla sua comunitร , alla sua sposa.

Perchรฉ รจ cosรฌ potente e intrigante la metafora delle nozze? Perchรฉ piรน di altre esprime la veritร  dellโ€™incarnazione: corpi che diventano un solo corpo, comunione e comunicazione nel canto dellโ€™amore, nella sobria ebbrezza del vino. Il nostro linguaggio umano รจ limitato, soprattutto quando vuole alludere a realtร  invisibili, e allora fa ricorso alle realtร  piรน umane, umanissime: il mangiare, il bere vino, lโ€™incontro dei corpi nella celebrazione dellโ€™amore reciproco e della reciproca appartenenza. Siamo sempre invitati al banchetto di Cana, non per cercare uno sposo e una sposa che non ci sono, ma per essere noi coinvolti in questo incontro tra Cristo, Signore e Sposo, e la sua comunitร . Si tratta di andare a Cana,

di cercare di vedere con occhi di fede,
di ascoltare le parole della fede,
di eseguire le parole dette da Gesรน,
di gustare il vino del Regno
e di toccare, sรฌ di toccare il corpo di Gesรน.

Allora sentiremo che lui รจ in attesa di bere presto con noi il vino nuovo del Regno (cf. Mc 14,25 e par.): lโ€™ha bevuto sulla terra, lโ€™ha lasciato a noi in dono eucaristico, ma lo berrร  di nuovo con noi nella terra nuova, nel cielo nuovo (cf. Is 65,17; 66,22; 2Pt 3,13; Ap 21,1).

p. Enzo Bianchi – Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo della domenica

Fonte: Monastero di bose

ALTRO COMMENTO

“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesรน gli disse: ยซNon hanno vinoยป”.

Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciรฒ che hai, ma di ciรฒ che ti manca. L’amore vero รจ prendere a cuore la mancanza dell’altro, perchรจ in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresรฌ proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.

Gesรน non crea il vino dal nulla, ma cambia l’acqua in vino, cioรจ prende ciรฒ che c’รจ e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare puรฒ cominciare ad essere il punto di forza della tua santitร . Assurdo! Ma questo รจ il miracolo: il Signore รจ l’unico che puรฒ prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.

Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire un’inspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.

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